Successo del convegno “Mons. Pasquale Allegro, il parroco,lo studioso e lo storico”. Prolusione del giornalista Francesco Romanelli.

29 maggio 2019 | 19:11
Share0
Successo del convegno “Mons. Pasquale Allegro, il parroco,lo studioso e lo storico”. Prolusione  del giornalista Francesco Romanelli.

San Mauro la Bruca- Nei giorni scorsi tanta gente è intervenuta nella chiesa parrocchiale del borgo cilentano per assistere ad un incontro nel quale si è parlato della poliedrica figura di mons.Pasqaule Allegro come parroco, studioso e storico. Sono intervenuti numerosi discendenti del parroco provenienti anche da Salerno. La manifestazione è stata organizzata dalla locale Pro Loco e dalla parrocchia di Sant’Eufemia vergine e martire. I lavori sono stati moderati da Carmen De Cocinis. Sono intervenuti il vice sindaco del comune cilentano, Fiorentino Bizzoco (il sindaco Francesco Scarabino era assente per motivi di salute), il vicario generale della Diocesi di Vallo della Lucania, don Franco Pecoraro, il presidente della Pro Loco, Gianfranco Castello ed il parroco di San Mauro la Bruca, don Marco Polito. La serata si è svolta a due mesi esatti da qual 25 luglio del 1969 quando alcuni ladri rubarono suppellettile sacra nella chiesa parrocchiale e, per impadronirsi del calice che le conteneva rovesciarono su un mucchio di legno davanti all’entrata secondaria 63 particole che dal quel giorno sono rimaste incorrotte ed intatte e che tutti possono vedere perché sono esposti sull’altare maggiore. L’allora vescovo della diocesi di Vallo della Lucania, mons.Biagio D’Agostino con decreto del 25.7.1970 stabilì di conservare “in perpetua riparazione” in questo luogo sacro le Sante Particole profanate dai ladri. Lo stesso mons.Biagio D’Agostino donò alla parrocchia un ostensorio, fatto costruire in argento cesellato a mano per l’occasione nel quale le Sante Particole sono costudite e visibili dai quattro lati. Questo evento fa parte del lungo elenco dei miracoli eucaristici contenuti in testo la cui prefazione è di S.E. Cardinal Angelo Comastri, Vicario del Papa per lo Stato della Città del Vaticano. L’episodio sammaurese fa parte della mostra dei Miracoli Eucaristici nel mondo realizzata da Carlo Acutis che prima della sua morte veniva spesso a pregare nella chiesa di Sant’Eufemia davanti alle Sacre Particole trafugate. Carlo Acutis: era un giovane ragazzo con interessi soprattutto nel campo dell’informatica che muore a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante. E’ stato dichiarato Venerabile nell’estate del 2018 da Papa Francesco. Lo scorso 5 e 6 aprile il suo corpo è stato traslato all’interno del Santuario della Spogliazione di Assisi. A cinquant’anni dall’evento straordinario verificatosi nel piccolo paese cilentano poco distante da Palinuro ancora non ha ottenuto l’imprimatur dalle Autorità ecclesiastiche affinché la chiesa possa fregiarsi del titolo di “Santuario Eucaristico”. ” La strada è ancora lunga- ha sottolineato il vice sindaco, Fiorentino Bizzoco-come ci è stato confermato dal nostro Vescovo qualche settimana fa. All’incontro era presente anche il sindaco Scarabino, il nostro parroco don Marco Polito oltre al sottoscritto. Nonostante ciò dobbiamo continuare a crederci ed andare avanti. L’amministrazione comunale, intanto, ha deciso comunque di intitolare quanto prima una via o una piazza a mons.Pasqaule Allegro”. “Il cinquantenario del ritrovamento delle Sacre Particole-ha spiegato Gianfranco Castello, presidente della Pro Loco- non dovrà essere un punto di arrivo ma un punto di partenza. Dal 26 luglio prossimo ci dovremo tutti organizzare per far conoscere ad un pubblico sempre maggiore la nostra chiesa dove, appunto, vengono conservate da cinquant’anni le Sacre Particole incorrotte. Come Pro Loco collaboreremo sempre con la Parrocchia come avvenuto per il passato”. “Non ho avuto modo di conoscere mons. Pasquale Allegro-ha affermato don Marco Polito-ma in otto mesi ho sentito tanti giudizi positivi sulla sua opera di pastore delle anime a San Mauro la Bruca. È questa una serata di intensi valori cristiani, un’occasione anche per conoscere il nostro passato che si apre al futuro”. A tracciare la figura di mons.Pasquale Allegro il giornalista ed appassionato di storia locale, Francesco Romanelli. Molto appassionata la sua disanima.” Mons.Pasquale Allegro, il parroco, lo studioso, lo storico”. ” La cerimonia di questa sera non è certamente una commemorazione, il mio compito è quello di illustrare-ha sottolineato Romanelli-cercherò di illustrare la sua figura tramite alcuni flashes e non seguendo alcun ordine cronologico. Era importante iniziare le cerimonie che ci riportano al cinquantenario del trafugamento e abbandono delle Sacre Particole con il tentare di analizzare la poliedrica personalità di mons.Pasquale Allegro. Fu il primo a raccogliere le Sacre Ostie quel 25 luglio del 1969.Ho avuto il piacere di conoscerlo di persona ed anche attraverso i suoi scritti ed insegnamenti. Era un grande appassionato di musica. Alla fine dei matrimoni che celebrava in questa chiesa era solito andare a casa degli sposi con la sua fisarmonica (una Paolo Soprani che pesava ben dieci chili!!) per intonare canzoni dell’epoca per far divertire gli invitati, all’epoca non si potevano spendere barche di soldi per lussuosi matrimoni. Ricordo nei suoi scritti anche la passione che aveva per uno strumento che amava particolarmente: l’organo. Era anche un appassionato di teatro. Fondò una compagnia che chiamò ironicamente “La Squaglietta” perché quando bisognava fare le prove alcuni attori erano soliti squagliarsela. Fu anche il “fondatore” tra virgolette del primo e, penso, ultimo complesso rock di San Nazario. Acquistò una batteria, una tastiera, una chitarra basso, una chitarra solista che erano suonati da giovani di allora oggi affermati professionisti: Domenico Guida, docente universitario, Angela Guerriero, Dionigi de Sanctis, avvocato ed imprenditore turistico e Giuseppe Di Fluri, apprezzato medico che è stato anche sindaco del nostro paese”. I suoi interessi, erano davvero tanti. Era però per prima cosa un prete.” Il furto delle sacre particole il 25.7.del 1969 lo colpì molto e profondamente-ha continuato Romanelli- leggevo nei suoi occhi il profondo dolore che provava per questo insano gesto nei confronti di nostro Signore, coinvolse quasi tutti gli allora giovani del paese nell’organizzare funzioni religiose per chiedere perdono al Signore. Si adoperò tantissimo per tentare di riparare questo grande affronto a Gesù Sacramentato”. Studia e legge moltissimo mons.Pasquale. ”E’ un fine teologo che sa proporsi e farsi capire anche dalla gente comune-ha ribadito Romanelli-dialoga con il popolo dall’altare e con i suoi scritti pubblicati sui bollettini parrocchiali che venivano dati gratuitamente a tutta la popolazione. E’ molto propositivo, coerente e persino modestamente sferzante quando in nome di Gesù bisogna prendere delle posizioni che riguardano la fede: molte persone sono irriducibilmente prevenute verso Gesù e, non riescono a vedere e a interpretare nella vera luce ne’ le sue parole né i suoi atti”. Sono parole intense che meritano una profonda meditazione”. Senza tema di smentita Mons.Pasquale Allegro è stato anche un importante studioso della storia sammaurese e sannazzarese. “E’ stato lui a trovare tracce dei nostri due paesi che ha tramandato alle nuove generazioni-ha sottolineato Romanelli-a meno che non si vuol vivere da eremiti, è bene che ogni persona impari a comprendere ciò che accade intorno a sé, sia dal punto di vista economico, che politico e sociale. Solo una conoscenza della storia può aiutare a capire il senso di ciò che ci circonda”.”Mons. Pasquale Allegro- ha concluso Romanelli-era un religioso che guardava al futuro e riteneva essenziale il dialogo interreligioso per la pace”. Ed ecco come scriveva mons.Pasquale Allegro cinquant’anni fa circa:” mi pare doveroso suggerire agli abitanti e ai parroci di San Mauro di conservare il culto di San Costantino Martire, in quanto esso è un ponte tra due grandi religioni, quali sono il Cristianesimo e l’Islamismo. Ed è su questi aspetti comuni che si deve sviluppare il dialogo interreligioso, basato sul reciproco ascolto e rispetto, per evitare forma di integralismo, che sfociano nella contrapposizione violenta e nella lotta sanguinosa. Un’analisi di quasi cinquant’anni ma che collima con le parole di Papa Francesco al ritorno dal suo viaggio in Marocco avvenuto agli inizi dello scorso mese di aprile: “Con i musulmani siamo discendenti dallo stesso padre, Abramo”, “Ci sono tante religioni, alcune nascono dalla cultura, ma sempre guardano il cielo, guardano Dio”. “Ma quello che Dio vuole è la fratellanza tra noi, e in questo viaggio, con i musulmani non dobbiamo spaventarci delle differenze”. “Servire la speranza, in un tempo come il nostro, significa anzitutto gettare ponti tra le civiltà e per me è stata una gioia e un onore poterlo fare con il nobile Regno del Marocco, incontrando il suo popolo e i suoi governanti”.Attaulissimo anche l’appello di mons.Pasquale Allegro ai giovani: “La vostra giovinezza è un dono meraviglioso: custoditela nella buona salute del corpo e dell’anima e domani, quali protagonisti del vostro futuro, sarete orgogliosi di creare, con l’aiuto di Dio, una società più giusta e sana. Gesù ci invita a seguire la via della Croce, cioè del sacrificio, della pazienza, del perdono, dell’amore, della pace, della fraternità con tutti, specialmente con i più poveri, i più deboli, con i bambini, da rispettare con la massima riverenza: leggiamo nelle cronache fatti aberranti per questo trionfo nella nostra società di una cultura di lotta e di morte, di odio e di violenza in contrasto con l’insegnamento di Cristo”. Don Franco Pecoraro, vicario generale della Diocesi di Vallo della Lucania ha osservato che:” l’incontro di questa sera è stato gradevole ed interessante e nello stesso tempo stimolante. L’analisi del giornalista Francesco Romanelli è stata esauriente ma che dà anche adito al desiderio di approfondire le virtù e l’insegnamento di mons.Pasquale Allegro che si è speso per amore del Signore, per amore della Chiesa e per amore del prossimo. Ha lavorato nella comunità per suscitare l’attenzione verso Cristo, verso la Chiesa stessa in una fase storica particolare”. Ha concluso la serata Don Aniello Adinolfi, parroco del Santuario di Santa Maria delle Grazie di Vallo Della Lucania e nipote di mons.Pasquale Allegro. Ha ricordato nel suo intervento, per sommi capi la missione pastorale di mons.Pasquale Allegro ed anche la sua formazione religiosa.” E’ stato il parroco che negli ultimi duecento anni ha guidato la parrocchia di questo borgo per moltissimo tempo (ben 45 anni) -ha sottolineato-mio zio, primogenito di ben undici figli ha avuto come faro per la sua formazione cristiana uno zio, Don Antonio Allegro, parroco di Rofrano dal 1874 al 1925.Fu il suo primo formatore unitamente a don Felice Monaco un altro zio appartenente alla famiglia della madre di mons.Pasquale Allegro. La formazione teologica e culturale avvenne a Napoli, al pontificio seminario campano diretto dai padri gesuiti. All’epoca fu invitato a rimanere con questa congregazione ma rifiutò pensando alla sua diocesi di provenienza. Ha svolto in questo borgo l’azione pastorale molto intensa su tre livelli: spirituale, sociale e materiale. Riuscì in poco tempo a far ritornare in chiesa una moltitudine di gente che aveva disertato per tanti anni il luogo sacro. Ha curato la formazione scolastica di tantissimi giovani, specialmente dei più poveri del paese, oggi affermati professionisti. Di questo ne era orgoglioso e ringraziava il Signore per quello che era riuscito a fare nel corso degli anni. A livello materiale riuscì a realizzare il campanile della Chiesa nel 1946 con i fondi di famiglie di sammauresi residenti in America, la casa canonica, il restauro delle Chiese di San Mauro la Bruca e San Nazario e delle cappelle”.