Caldo africano: due morti, malori, black-out e allarme ozono. In Francia battuto il record storico con 44,3 gradi

29 giugno 2019 | 14:27
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Caldo africano: due morti, malori, black-out e allarme ozono. In Francia battuto il record storico con 44,3 gradi

L’ondata di caldo che investe l’Europa ha fatto registrare altri due morti in Italia (in Emilia e Liguria) e le prime due vittime in Spagna, dove ieri è morto un 80enne e oggi è deceduto un 17enne. L’anziano, secondo i media internazionali, stava andando dal dentista a Valladolid (nord) quando si è accasciato a terra nel centro della città: per lui non c’e’ stato niente da fare. Il 17enne è morto alle 1:25 di stamane a Cordova, in Andalusia (sud). Il giovane stava lavorando in una tenuta di campagna quando è stato colpito da vertigini e si è tuffato nella piscina della tenuta ma è collassato poco dopo. Francia, battuto record storico con 44,3 gradi – La Francia ha battuto oggi il suo record storico di calura, con 44,3 gradi poco prima delle ore 14 nella cittadina di Carpentras (dipartimento di Vaucluse), nel sud del Paese. Il precedente record, di 44,1 gradi, venne raggiunto nel 2013 nel dipartimento del Gard. Anche in Italia si sono registrati malori per il caldo. Sono state dodici ore di passione quelle trascorse a Milano sotto la canicola che sta colpendo le regioni del Nord Italia. Ad andare in tilt, infatti, a causa del gran caldo, sono stati sia i pronto soccorso degli ospedali, sia il 118, sia la rete elettrica, sulla quale si sono verificati molti temporanei black-out, come confermato da Areu e dalla Polizia Locale. Sul fronte sanitario l’ondata di malori causati dall’afa ha provocato un intasamento ai pronto soccorso. Di conseguenza le ambulanze, in attesa di consegnare i pazienti, non riuscivano a disimpegnarsi creando così una carenza di mezzi che è stata un problema per quasi tutta la notte e che oggi non si esclude che possa proseguire. Contemporaneamente – ma i due fenomeni sono scollegati se non per la causa a monte, l’afa – a causa del grande uso di condizionatori, la rete elettrica è andata in tilt numerose volte, con piccoli black-out risolti via via dai tecnici al lavoro per tutta la notte.

Due morti. Il caldo ha mietuto oggi due vittime. Si tratta di un operaio di 60 anni che ieri a Santarcangelo di Romagna (Rimini) mentre lavorava sul tetto di un cantiere edile è svenuto per un malore, cadendo sul ponteggio. Soccorso dai vigili del fuoco che l’hanno portato a terra e trasportato dal 118 in Ospedale, è morto alcune ore dopo mentre era ricoverato al Bufalini di Cesena. Sulla sua morte è stata aperta un’inchiesta. A Chiavari (Genova), un uomo di 79 anni è stato trovato morto nel suo orto. Il pensionato potrebbe essersi sentito male per le alte temperature di questi giorni. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l’uomo era andato a dare da mangiare alle galline quando si è accasciato a terra senza più riprendersi.

Ozono record a Firenze. Il caldo record di questi giorni ha fatto salire a Firenze la concentrazione di ozono nell’atmosfera, che ieri ha raggiunto un valore di 203 microgrammi per metro cubo d’aria, ben oltre la soglia di legge fissata a 180. Per oggi e domani, precisa il Comune di Firenze in una nota, si prevedono condizioni di alta pressione che sono favorevoli a ulteriori aumenti dei livelli di concentrazione di questo inquinante. Per questo, il sindaco Dario Nardella ha emesso un avviso alla popolazione per invitare i cittadini a evitare attività ricreative con esercizio fisico intenso all’aperto nelle ore più calde della giornata e, nei lavori all’aperto, di concentrare nella fascia pomeridiana le attività faticose (oltre ad effettuare pause in zone o strutture all’ombra). Ai soggetti più sensibili si raccomanda di evitare la permanenza all’aria aperta. L’assessore comunale all’ambiente Cecilia Del Re lancia un appello «ai soggetti più sensibili, bambini, anziani, asmatici o persone affette da malattie dell’apparato respiratorio, ad evitare la permanenza all’aria aperta nei luoghi soleggiati. In questi giorni, poi, abbiamo aggiornato la mappa dei luoghi pubblici nei quali è possibile trovare aria condizionata, senza necessità di consumare: sono undici e sono disponibili in rete civica anche in formato open data». Lo sforamento, il primo quest’anno, è stato registrato dalla centralina di Settignano.

Black out a Torino e Milano. Guasti diffusi su tutta la rete elettrica si registrano da ieri mattina a Torino. Interessati diversi quartieri del capoluogo piemontese, per un arco di tempo variabile da caso a caso. Colpa delle eccezionali temperature delle ultime ore, che hanno sottoposto la rete a forti sollecitazioni in termini di carico, per l’incremento dei consumi, e di stress termico. Per ridurre i disservizi, Ireti, società del Gruppo Iren che gestisce la rete, è intervenuta mettendo in campo mezzi, personale ed imprese esterne, e rafforzando il presidio del telecontrollo. Al fine di attenuare il carico sulla rete elettrica, e il conseguente rischio di interruzioni del servizio, Ireti consiglia di utilizzare elettrodomestici come lavatrici e lavastoviglie con programmi a basse temperature e consumo ridotto, meglio se di notte. Si consiglia inoltre di climatizzare solo i locali più utilizzati, tenendo porte e finestre chiuse ed impostando temperature non inferiori ai 25 gradi, anche per evitare problemi di salute.

Il caldo record che ha interessato in questo mese di giugno l’Europa e fa seguito alle ondate di calore che si sono abbattute recentemente sull’Australia, l’India, il Pakistan e alcune regioni del Medio Oriente dimostrano che ”il mondo non può più aspettare progressi graduali contro il cambiamento climatico”. Lo sottolinea l’Onu che invita gli Stati ad attuare ”cambiamenti profondi, trasformazioni sistemiche della società”. Patricia Espinosa, Segretario esecutivo della Convenzione quadro Onu sui cambiamenti climatici ha ricordato che l’Accordo di Parigi del 2015 ha fissato come punto fondamentale il contenimento dell’aumento della temperatura mondiale più possibile vicino ad un grado e mezzo. Per ottenere questo obiettivo è necessario ridurre le emissioni dei gas serra del 45% entro il 2030. In previsione della conferenza sul tema che si terrà a Novembre in Cile l’Onu ha invitato i Paesi a mettere in campo soluzioni e regole solide che regolino il mercato del carbone.