Capri, imprenditore incastrato con la cocaina: fu tutta una montatura

30 giugno 2019 | 12:47
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Capri, imprenditore incastrato con la cocaina: fu tutta una montatura

Capri. Una vicenda assurda che si è conclusa nel migliore dei modi per un imprenditore salernitano. Marcello Panico fu incastrato quando vennero trovate alcune dosi di cocaina nel furgone della sua ditta; cocaina che è stato stabilito non appartenesse a lui ma fu fatta trovare per fargli perdere l’appalto per la manutenzione dei cavi telefonici a Capri.

Come rivelano i colleghi de il Fatto Quotidiano, venne messa su una montatura per rendere quasi automatica la sua estromissione dai lavori; il tutto nel gennaio del 2017. Le indagini della Procura hanno ricostruito escludendo qualsiasi responsabilità di Panico e ottenendo per lui l’archiviazione del caso. La decisione è stata firmata dal gip Fabrizio Finamore che ha accolto la richiesta di archiviazione del pm Giancarlo Novelli.

Due anni fa arrivò una soffiata alla polizia porta alla scoperta di cinque palline di cocaina all’interno del furgone della ditta Telecom Reti srl di cui Marcello Panico risultava amministratore unico. Panico si occupava sull’isola di Capri dei lavori di installazione e manutenzione dei cavi telefonici: da subito, dopo il ritrovamento, l’imprenditore aveva denunciato un’ipotesi di simulazione di reato, evidenziando come al sequestro siano seguiti un immediato risalto mediatico e in maniera quasi automatica la perdita dell’appalto affidato all’imprenditore G.M. Panico viene comunque indagato per possesso di sostanze stupefacenti e parte l’inchiesta.

Venne alla luce che il sequestro di droga nel furgone dell’imprenditore era stato annunciato qualche giorno prima dal giornalista F. S., che lavora per una testata online caprese. Nel provvedimento di archiviazione si legge: «Veggente o astuto ideatore di un piano strategico?». Le indagini svelarono poi anche l’amicizia e i contatti telefonici tra il giornalista e l’imprenditore subentrato a Panico nell’appalto per la manutenzione dei cavi telefonici, contatti molto frequenti soprattutto nei giorni immediatamente precedenti il sequestro della cocaina a carico di Panico.

Per Panico viene esclusa ogni ipotesi di accusa in merito alla cocaina trovata nel furgone.