Giovane avvocatessa molestata sessualmente all’interno del Tribunale di Napoli, arrestato 32 enne
Sembrava una giornata di lavoro come tante e invece per una giovane penalista si è trasformata in un incubo. La donna è stata aggredita e molestata sessualmente all’interno del Palazzo di Giustizia a Napoli. Il fatto è accaduto mercoledì 5 giugno. L’avvocato è intenta insieme ad un’altra collega a fare degli adempimenti fuori dalla Camera Penale.
Entrambe sono sedute in attesa che le raggiunga un altro avvocato. Di fronte a loro c’è un uomo. E’ ben vestito, indossa la giacca e la cravatta. Forse, pensano le ragazze, anche lui è in attesa di entrare all’interno di uno degli uffici della Camera Penale. E invece. Il signore dall’aria distinta prende all’improvviso a fissarle. Poi si mette la mano in tasca e comincia a masturbarsi. Si tocca e mostra l’erezione da sopra i pantaloni. Le penaliste comprendono la gravità della situazione. Si alzano di scatto e vanno via. Stanno per svoltare l’angolo quando una delle due viene aggredita alle spalle. Maria, il nome è di fantasia, viene palpeggiata ripetutamente. Sono secondi interminabili. La vittima comincia ad urlare richiamando l’attenzione dei presenti.
Poi riesce a fermare il suo aggressore. Nel frattempo si avvicinano altre persone che alla fine bloccano l’uomo impedendogli di scappare. In molti hanno assistito alla scena, tutti si prodigano per dare aiuto alla giovane professionista in preda allo choc. La donna decide di sporgere, immediatamente, denuncia ai carabinieri. Pare che l’uomo, un 32 enne residente a Ponticelli, avesse già dei precedenti per reati simili. Attualmente si trova agli arresti domiciliari in attesa di processo. La Procura indaga per violenza sessuale, articolo 609 bis codice penale. Intanto, in una nota, l’unione Giovane Penalisti con il suo presidente Gennaro Demetrio Paipais esprime “sgomento per la violenza sessuale subita dalla collega e solidarietà”. quindi l’invito al “Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, al Comitato Pari Opportunità, alla Camera Penale di Napoli di valutare iniziative da prendere nel caso”. di Matilde Andolfo LEGGO.IT