Migranti, la visita del Papa a Napoli. Sepe: «Città aperta, se si chiude muore»
Manca meno di una settimana alla visita di Papa Francesco a Napoli. In città, in occasione di una visita «strettamente privata», il Santo Padre parteciperà al convegno «La teologia dopo veritas Gaudium nel contesto del Mediterraneo», una due giorni aperta a intellettuali, teologi, studenti e professori delle facoltà di Teologia. Saranno circa un migliaio le persone che prenderanno parte al convegno, provenienti da tutte le facoltà di Teologia.
Il Papa decollerà dall’eliporto del Vaticano intorno alle 8 del 21 giugno e atterrerà in città verso le 9, per dirigersi poi nella Casa dei Gesuiti dove è in programma il convegno. L’incontro andrà avanti per tutta la mattinata, fino a quando il Santo Padre non lascerà la Facoltà teologia per volare di nuovo in Vaticano. «Papa Francesco sarà poco nelle strade di Napoli – ha sottolineato Sepe – ma è già nel cuore dei napoletani». Il Papa, come ha fatto sapere l’arcivescovo metropolita di Napoli, Crescenzio Sepe, «parteciperà per la prima volta a un convegno del genere e prenderà la parola». L’obiettivo è di «lanciare un messaggio all’unità dei popoli», nonostante le diversità. E non è un caso la scelta del logo: una goccia con colori diversi e due persone che si abbracciano dalle diverse sponde del Mediterraneo. «Questo incontro – dice il presule – vuole essere un invito ai teologi ad aprire il proprio orizzonte verso i popoli, partendo dal contesto che ci viene da questo Mediterraneo».
La scelta di «contestualizzare la teologia nel Mediterraneo vuole essere un messaggio ai popoli di sentirsi uniti da questo mare nostrum e scrivere forse una pagina nuova dei popoli del Mediterraneo». «Certo non si parte da zero – ha sottolineato – perché questa idea è qualcosa che fa parte di tutta la teologia di Papa Francesco fin dall’inizio, una teologia non solo di nozioni, ma che va raffrontata con il mondo». Napoli, come ha evidenziato il padre gesuita Pino Di Luccio, vicepreside della Facoltà e promotore dell’incontro su «La teologia dopo la Veritatis Gaudium», «é avamposto del Mediterraneo. »È una città caratterizzata dall’accoglienza – ha concluso – una città da cui si può partire per una nuova teologia el contesto del Mediterraneo«. Gli ultimi dettagli per la visita, orari, chiusura al traffico delle trade, navette per raggiungere la Casa dei Gesuiti, saranno messe a punto agli inizi della prossima settimana.
La «spinta» di Papa Francesco è di «costruire ponti» e « Napoli è una città aperta che sa accogliere», a differenza di chi «invece di aprire le porte, le ‘inserra (chiude a chiave, in dialetto napoletano, ndr.) causando morte» ha sottolineato Sepe parlando dell’incontro sul Mediterraneo. Proprio quel Mediterraneo, ha ricordato il presule che «nelle parole del Santo Padre non deve essere più un cimitero». È un messaggio, come ha spiegato Sepe, «rivolto a chi istituzionalmente è deputato a rendere questo mare ‘nostrum’ cioè che accoglie chi chiede di essere salvato, soprattutto se sono donne, bambini, malati». «A nessuno è permesso rifiutare o scartare chi viene da fuori – dice – Sono nostri fratelli e sorelle, noi abbiamo il dovere umano e cristiano di accoglierli».
Il cardinale Sepe spinge per la ricerca della pace, pensando al mondo in un’ottica di umanità «che va riconosciuta come famiglia». «Possiamo essere diversi – sottolinea in occasione della presentazione della visita del Papa il prossimo 21 giugno a Napoli – ma questo non deve inficiare l’impegno a riconoscerci tutti come parte di una stessa famiglia: l’umanità».
IL MATTINO