Sorrento e la vasca della discordia, Marcello Aversa: “Chiamiamola Carmela e chiediamole scusa”
La vasca della discordia. Quella di piazza Lauro più che una fontana è diventato il vaso di Pandora per molti cittadini di Sorrento: tantissime sono state in queste settimane le critiche. Discordante e molto interessante il pensiero dell’artista Marcello Aversa.
Ecco cosa ha voluto dire in merito:
“C’era una volta…” una canzone, una canzone “indovinata” che diveniva il tormentone dell’estate. Quest’anno, invece, c’è un tormentone tutto sorrentino e riguarda la fontana di piazza Lauro.
Non so se qualcuno, tra le centinaia di persone che parlano di “lei”, abbia pensato dargli un nome.
Si, diciamoci la verità, non può rimanere anonima, visto che in questo momento, nonostante priva di storia, sembra essere diventata l’opera più ambita da fotografi e cineoperatori.
Che dite se la chiamassimo Carmela, uno di quei nomi ormai in disuso, ma molto usato ed apprezzato in un recente passato?
Poverina Carmela, nonostante tutta questa fama, continua a subire insulti e derisioni.
Non ho le conoscenze per giudicarla, personalmente posso solo dire che non mi piace molto.
Tuttavia, da quello che mi permette la mia intelligenza, capisco che il lavoro non é ultimato, o almeno credo, allora per avere un’idea più precisa aspetterò che venga completata.
In questi mesi, visto che da subito è stata condannata alla “lapidazione” e che per “riconvertirla” bisognava subito darle un nuovo volto, sono apparsi una miriade di disegni, simulazioni e fotomontaggi, questo mi ha reso alquanto felice, perché grazie a Carmela si è riaccesa quella che sembrava ormai perduta: la nostra inventiva.
In fondo, cara Carmela, se fossimo onesti con noi stessi dovremmo chiederti solo scusa, altro vocabolo relegato all’oblio.
Infatti è dal momento dell’inaugurazione che in tanti, sfidando anche la notte, attendevamo con ansia il tuo “stupro”, pronti ad immortalare il primo che, contro la tua volontà, approfittasse della tua limpidezza facendoti perdere, così, la tua verginità.
In realtà non abbiamo dovuto aspettare molto che ciò si avverasse.
La mia impressione, però, é che in tutta questa storia si stia sottovalutando il problema di fondo.
É vero, Carmela può piacere o non piacere ma, malgrado tutto, é divenuta per tutti noi un bene comune che solo per questo andrebbe preservato.
Siamo sicuri inoltre che il problema sia lei e non la maleducazione di coloro che pensano di usarla come una piscina, una vasca da bagno o addirittura come un autolavaggio (se alcune foto pubblicate sono veritiere)?
Ho notato che tuffi e scavalcamenti restano, per il momento un’ambizione tutta “turistica”, e questo ci dovrebbe far capire qual è il livello qualitativo dei nostri visitatori.
Per le strade della città è sempre più facile incontrare persone che tranquillamente camminano in costume, sorseggiano da bottiglie di birra e vino, per non parlare di quelli che come fosse normale entrano in chiese e negozi con tanto di gelato e patatine.
Allora prima di giudicare Carmela dovremmo avere l’umiltà di giudicare noi stessi.
Noi siamo abituati a puntare il dito contro tutti senza accorgerci che è grazie alla nostra avidita’ di denaro che questo territorio si sta trasformando in un parco divertimenti senza identità.
Presi da tutto ciò, a volte, perdiamo di vista anche i nostri figli, che ben presto, con le loro bici a motore, incuranti dei passanti, arriveranno in piazza Lauro per fruire anche loro della fresca acqua di Carmela.
Ma a noi cosa importa, noi come sempre sapremo buttare la colata sugli altri e ci accontenteremo di nascondere lo sporco sotto lo zerbino, dicendo la solita frase: “Che scostumate queste persone che vengono dal napoletano”.
Allora, cara Carmela, la nostra speranza è che la tua acqua possa rimanere sempre limpida, così che in essa potremo rispecchiarci e chissà se nel farlo la nostra “coscienza” non trovi un modo per farci riflettere”.