Amalfi e il Cilento nella enciclopedia della canzone napoletana con i versi del prof. Giuseppe Liuccio
Ho vissuto un weekend di grandi forti ed intense emozioni del cuore, dell’anima e dei pensieri- Sabato 29 sono stato a Paestum per ricevere il Premio alla carriera Lo scenario era magico. La piazzetta della Basilica paleocristiana era gremita di testimoni attenti che hanno vissuto una serata memorabile, con protagonismo attivo di una giuria prestigiosa. Il presidente,Ermanno Corsi., giornalista e scrittore ha letto e ,a par suo, le motivazioni del Premio.
Mi è giunta lì a Paestum la notizia della scomparsa di Pina CIPRIANI e con grande emozione ho recitato QUESTA E’’ LA TERRA MIA CHE PINA CANTO’ e portò al successo nei palcoscenici d’Italia e d’Europa- ed anche oltreoceano
L’onda dei ricordi mi ha preso ed ho ricordato una bella data del dicembre. Quando l’ottimo ed impareggiabile collega Pietro Gargano diede alle stampa il quarto volume della Nuova Enciclopedia illustrata della Canzona Napoletana Contiene una scheda dedicata alla mia attività di autore di testi poetici,di cui pubblico qui di seguito –alcune notazioni significative.
Da qualche settimana è in edicola il quarto volume della “Nuova Enciclopedia illustrata della canzone Napoletana” scritta e curata con il consueto rigore professionale da un giornalista/storico di razza, quale è Pietro Gargano. Contiene una lunga scheda dedicata a Giuseppe Liuccio. Ne stralciamo alcuni pezzi significativi.
I suoi versi sono diventati canzoni per la musica di Franco Nico, voce magnifica Pina Cipriani, nell’album “Chesta è la terra mia” (straordinari, tra gli altri, i brani “Cammarota“, “Evviva Garibaldi“, “Povero Pisacane”, Zi prevetennucente e sfurtunato, “Nu passero p’amico”)
Liuccio ha scritto canzoni più propriamente napoletane, come Pucundria, musicata e cantata da Fausto Cigliano nei primi anni ’80. Nel 2008 ha affidato dieci brani alla musica e alla voce di Nico nel cd “Le canzoni di Amalfi”, con la partecipazione di Pina Cipriani. Le più belle: Amalfi è nu quadro e Tenive l’uocchie ‘e cielo.
Tradotto in spagnolo, studiato a Toronto, Liuccio ha una voce ampia, letteraria e nello stesso tempo popolaresca, tenera e civile. Guizzi amorosi si alternano a fieri lamenti per gli uomini che nel 1799, nel 1828 e più tardi lottarono in un presagio di patria. Il naturalismo delle immagini (“schiuma arabeschi bianchi il mare calmo”) coesiste con vigori esistenziali. L’italiano- oscillante tra l’originalità e i richiami a Quasimodo, Gatto, forse Saba– coesiste con il cilentano, gremito di suoni aspri e addolciti dall’affetto. In Cilento mai s’è persa l’eco della pena contadina. Lingue tagliate ma non azzittite”: … ca la storia/ è fatta quasi sempe /ra chi perde” e di allontanare i rischi della retorica dalle cadenze più tenere ed amorose.::::”
Una bella notizia per il territorio salernitano, che in Giuseppe Liuccio ha trovato da decenni una voce libera, di poeta e giornalista, per cantarne storia, tradizioni e bellezze, ma anche per denunziarne mali endemici e problemi irrisolti. Per il poeta amalfitano/cilentano è il secondo prestigioso riconoscimento nel settore della canzone d’autore, dopo quello di qualche anno fa, consacrato nell’inserimento di alcuni suoi brani nell’Archivio Storico della Canzone Napoletana.
Raggiunto telefonicamente, Liuccio, che ci vantiamo di avere tra i nostri collaboratori, ha dichiarato: “Sono contento. E’ una buona notizia per la mia terra di origine, il Cilento, che non ha mai avuto voce adeguata alla sua storia ed alle sue bellezze e al cui dialetto rasposo e terragno mi sono sforzato di dare dignità letteraria. Ma lo è anche per Amalfi e la sua Costiera, che ho scelto come patria di elezione e che ho cantato e canto con trasporto emotivo, come testimoniano i versi di una bella canzone “Amalfi è poesia scippata d’ ‘o core/ è musica doce sunata d’ ‘o mare/Amalfi è nu suonno sunnato scetato/ c’ ‘o core int’all’uocchie guardanno ‘ncantato” La poesia è, comunque, un dono d’amore e come tale non aspetta gratitudine, per non appannarne la bellezza o, involgarirne il profumo
La serata pesta di sabato 29 giugno è stata condotta da Rita Bellelli. Luminos di grazi e di riso ed impreziosita dalle notazioni di grande stesso culturale di Ermanno Corsi e degli altri membri della Giuria. Potrà essere seguita dagli schermi di Stile TV. Che ne trasmesso la diretta e che ne ha assicurato la replica, dandone tempestivamente notizia. I giornali del territorio ne hanno assicurato ampi e motivati servizi. L’indomani, 30 giugno ho raggiunto Ravello, dove ho vissutolo spettacolo inaugurale del Festival di Ravello dallo scenario sospeso nell’infinito di <<cielo e mare.:Me ne occuperò in un servizio che pubblicherò su questo come su altri giornali cartacei ed online nei prossimi gironi.’