Dimaro,applausi per il Napoli e allenamento sotto la pioggia

7 luglio 2019 | 08:30
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Dimaro,applausi per il Napoli e allenamento sotto la pioggia
Dimaro,applausi per il Napoli e allenamento sotto la pioggia
Dimaro,applausi per il Napoli e allenamento sotto la pioggia
Dimaro,applausi per il Napoli e allenamento sotto la pioggia
Dimaro,applausi per il Napoli e allenamento sotto la pioggia
Dimaro,applausi per il Napoli e allenamento sotto la pioggia

Abitanti La località della Val di Sole conta 1.300 abitanti e quando arriva il Napoli c’è sempre il pienone in tutte le strutture E’ così anche stavolta

1300

Quaranta giorni dopo l’ultima partita, via al ritiro della nuova stagione

Miki De Lucia

Carlo Ancelotti, 60 anni, primo a scendere dal pullman, è accolto dalla folla al suo arrivo a Dimaro-Folgarida mosca


La squadra si allena sotto una forte pioggia mosca


L’arrivo di Faouzi Ghoulam, 28 anni mosca


Giovanni Di Lorenzo, 25 anni, sul campo mosca


Vlad Chiriches, 29 anni, al lavoro mosca

9 Anni a Dimaro Il Napoli ha scelto il ritiro estivo di Dimaro-Folgarida per il nono anno consecutivo Anche ieri il gruppo ha ritrovato i luoghi e le abitudini di sempre

Tra l’entusiasmo dei numerosi tifosi giunti in Trentino, la squadra è entrata in campo alle 18 svolgendo la prima seduta ufficiale.


In avvio il gruppo è stato impegnato in un lavoro di prevenzione ai bordi del campo sotto la guida del Professor Manuel Morabito.

Successivamente la rosa si è divisa in due plotoni che hanno svolto torello su due metà campo.

Chiusura con partitina finale, sotto un violento acquazzone, nella quale Gianluca Gaetano ha messo a segno il primo gol stagionale del ritiro.

Dettaglio articolo
In partitella il primo gol è di Gaetano

Gianluca Gaetano, 19 anni, ha segnato il primo gol della stagione mosca
 Prendete il pallone, subito, perché oggi si fa (anche) così: l’arte va alimentata, immediatamente, e non si corre più tra i boschi, ma è la partitina che diviene allenante. E poi vuoi mettere il divertimento che cancella la “fatica”: blu contro bianchi, dieci contro dieci, per accorgersi che non è (quasi) cambiato niente rispetto a quarantuno giorni fa, quando a Bologna è finito il campionato. Qui si riapre una stagione e anche la nuova va come quella ormai vecchia: palo. In nove mesi di partite ufficiali, ce ne sono stati ventisette, e stavolta il “cucchiaino di legno” va a Verdi, che però almeno si prende la soddisfazione di poter vedere esultare, sulla respinta, il giovanissimo Gaetano. I millennial devono sfruttare anche le sfide a un tocco, a due o quelli in libertà e il gioiellino della Primavera, a cui Ancelotti ha già concesso il piacere del debutto, ne approfitta con il primo gol stagionale; gli altri sono di Inglese, che non può perdere il vizio, del giovanissimo Labriola e di Rog. Con il pallone è subito un’altra cosa. 

E la chiamano estate…

Perché a un certo punto, le 18.30 o forse no, volano i cartelloni e si scatena un temporale che abbatte il mercurio nelle colonnine e induce a spassarsela anche un po’, come bambini in spiaggia. Buon giorno, Napoli; anzi, buon pomeriggio, dovendo fronteggiare piccole emergenze, si chiamano disavventure di viaggio, cominciate subito, all’alba, sul Frecciargento costretto a rallentare e
in che maniera, sino a presentarsi alla stazione di Trento con una quarantina di minuti di ritardo, che accusano anche Ancelotti, Gaetano, lo staff medico e il mini-esercito dei baby svegliatosi di buon’ora per essere poi a tavola all’ora di pranzo. Ma gli imprevisti rientrano nel programma e tutto scivola più in là, allenamento incluso, che dalle sedici viene spostato alle diciotto, inconsapevoli della burrasca.

LA FOLLA, I RICORDI. Nove anni di Dimaro-Folgarida hanno costruito rapporti umani, amicizie consolidate e stampato abitudini a cui la gente non sa rinunciare: il pienone scatterà da giovedì, però c’è soltanto (ancora) qualche stanza libera in questa Val di Sole che invece sul tardo pomeriggio diventa cupa e trascina nella profondità della memoria: otto mesi non sono mai volati via, perché ora è un fiume di ricordi che inonda, che inquieta, che addolora. «Ma ci siamo rialzati, anche se ciò ch’è perso è perso, come una nostra amica». Furono notti violente e carogne, quelle del 30 ottobre e del primo novembre, quelle in cui Dimaro scoprì la tragedia, la morte di una mamma di due bambine, il terrore di massa, perché questo non è un paese ma una famiglia allargata di mille e trecento abitanti: e ora, capirete, basta un soffio o anche una tempesta pomeridiana per andare a scavare dentro ognuno di loro.

IL CALCIO. Il Napoli è rimasto qua, ovvio, ormai si sente di casa,
anzi lo è: lo stesso albergo, quello della famiglia Rosatti, gli identici itinerari in agenda, per radicare tendenze e trasformarle in abitudini che allietino, che contribuiscano a distrarre, ma ovviamente senza che si dimentichi cos’è successo (ammesso fosse possibile).
E
HI, BABY. E’ il primo giorno di scuola, per certi versi, ci si rivede dopo un bel po’ – forse un mese e mezzo, forse di più, forse per la prima volta – e c’è un abbraccio che avvolge Davide Ancelotti, è lui a dare il via al cerimoniale d’accoglienza, avendo preferito anticiparsi un po’: Zerbin, ch’è piemontese, è planato chiaramente in auto, accompagnato dai propri genitori; e Gaetano, che invece era con il mister sul treno, ha una capigliatura biondo-oro che raffigura la stravagante spensieratezza della sua età.

CHI CHIAMA? Si fa in fretta a riempire poi la pagina di un diario, perché è tutto “live” e a questo Grande Fratello che registra, annota, poi custodisce non sfugge neanche un alito di vento o l’inaspettato trillo del cellulare di Ancelotti, uno spiffero di leggerezza nella seriosità d’un pomeriggio poi fintemente misterioso. Perché a quel punto, l’unica domanda da porsi, senza ricevere risposta, è banalissima ma elettrizzante: chi disturba il “guidatore” e soprattutto perché mai? Aspettando Maurito, è chiaro che tutti i pensieri vadano a lui.

fonte:corrieredellosport