ESCLUSIVA – San Vito Positano, il presidente uscente Casola: “Sapevo saremmo arrivati a questo punto”
Cerchiamo ancora di fare luce sulla situazione legata al San Vito Positano. Tra voci che parlano di possibili debiti e altre che vedono l’intervento di una mini cordata formata per la maggior parte da ex pilastri del San Vito, come Corrado Marfè, la società che per tanto tempo è stata uno dei simboli sportivi della Costiera Amalfitana resta ancora senza padroni.
Ricordiamo che Raffaele Casola ha presentato le dimissioni a fine campionato. Noi abbiamo voluto scambiare, in maniera informale, due chiacchiere col presidente uscente. Questi alcuni punti salienti del discorso avvenuto.
Sulla situazione generale – “Sono appena tornato da New York e manco da Positano da oltre dieci giorni. Non so notizie aggiornate, ma quello che posso dire è che quello che sta succedendo sono cose risapute. Sapevo che se il mio gruppo un giorno avesse fatto un passo indietro non ci sarebbe stato nessun altro che si sarebbe preso la gestione del San Vito.
Se il San Vito dovesse sparire sarà per me ed i miei soci un grosso dispiacere però tutto ciò è anche colpa di persone che in tutti questi anni non ci hanno mai aiutato né tanto meno usato parole buone a difesa del nostro operato. Si sa che con il tempo tutto ciò logora ed oggi ci troviamo a questo punto”.
Casola ci ha fatto anche una rivelazione su alcuni progetti che aveva proposto e sui famosi 40 mila euro di debiti che la nuova cordata avrebbe dovuto risanare.
“Gli è stato chiesto un piccolo contributo in modo che pagassimo le ultime spese. Questo contributo comunque sarebbe stato ripagato da tutte le attrezzature e mezzi che noi abbiamo acquistato negli anni e che gli avremmo lasciato a loro per ripartire da subito.
A maggio ho fatto persino una proposta che prevedeva la realizzazione del campo in sintetico a nostre spese, con l’ambizione di migliorare ancora di più la scuola calcio e di donare ai ragazzi di Positano un campo perfetto. Questo prevedeva anche la fusione con il Costa d’Amalfi, sempre spinti a razionalizzare le spese e a creare una unica realtà forte, seria e che negli anni avrebbe ambito a grandi successi.
Questo mio progetto prima è stato accettato e poi boicottato. Alla fine mi è stato chiesto di fare un passo in dietro, cosa che ho fatto…”.