Icardi come Diego Un altro argentino con tanti gol accende la fantasia dei tifosi
Mauro Icardi, 26 anni, è arrivato in Italia nel 2011 alla Sampdoria, in B. Nella seconda stagione in serie A ha seganto 10 gol afp
De Laurentiis pronto al doppio colpo
Così, per restare nel solco: da Zalayeta (nella stagione del debutto in serie A) per arrivare a Quagliarella; e poi da Quagliarella a Cavani; e a seguire da Cavani a Higuain; e per «dimenticare» lo «sgarbo», da Higuain a Milik; e a fianco e intorno, per arricchirsi di gol, da Lavezzi a Pandev, da Mertens a Callejon, da un super-bomber a un altro, rimanendo sempre a guardare le stelle da vicino, corteggiandole educatamente o anche ossessivamente. Ditelo con i gol: e il Napoli c’è riuscito – per investimento, per vocazione tattica e per autorevolezza degli interpreti – si è tuffato in quel mercato gigantesco che racchiude in sé gli uomini dei sogni e un giorno, neanche tanto tempo fa, l’estate del 2013, si allungò sino a Maurito Icardi, lo sfiorò sul serio, come qualche stagione prima, e poi dovette indietreggiare. Icardi Mauro, già: è il centravanti che non tramonta mai, men che meno nei pensieri, che vanno tenuti lì, custoditi nella memoria, e inseguito silenziosamente – e sempre strategicamente – con una discrezione da blindare rigorosamente. Mauro Icardi ad Aurelio De Laurentiis piace da quando era «bambino», l’avrebbe preso dalla Sampdoria anche, ma…
124 I gol con l’Inter che Icardi ha segnato in 259 presenze e 6 stagioni nerazzurre
RUMBA DI SCUGNIZZI. Il Napoli fa sul serio, l’ha dimostrato in questi tre lustri dell’era De Laurentiis, è partito dal nulla ed è arrivato in Europa per dieci anni consecutivi, è alla sua sesta partecipazione in Champions League, si è regalato top player (come s’usa dire) o ha avuto la lungimiranza di lasciarli germogliare nel giardino del San Paolo. Mauro Icardi è una tentazione che può combinarsi in uno scenario ampio, articolato e non esageratamente complesso: il Napoli osserva, ascolta, sonda, rimane lì guardingo, consapevole che anche il proprio mercato potrebbe, improvvisamente e non clamorosamente, vibrare intorno a Lorenzo Insigne, il principe degli scugnizzi che al San Paolo ha dovuto sopportare varie insofferenze e che ha un manager capace di alimentare intorno ai propri assistiti le più apparentemente improbabili soluzioni. Non lo è la possibilità che Insigne possa rientrare in questo valzer sulle punte, destinazione la Milano nerazzurra: è già esistito, e anche di recente, una sorta di consultazione dell’Inter, che ha provato a capire quanto venga valutato «il monello del gol». Il Napoli non ha l’esigenza di vendere il proprio capitano ma non ha neanche mai negato la possibilità che ciò possa succedere; e Raiola è cosciente delle difficoltà ambientali, un’infida preoccupazione da fronteggiare.
IPOTESI. Il Napoli ha la forza di un organico già competitivo, lo dice la statura mostrata dalla squadra, ci ha inserito Manolas e Di Lorenzo, attende la fumata blança da Madrid per James Rodriguez (che ha i suoi tempi..!) e poi s’è messo a scrutare nel destino di Icardi, mostrandosi interessato e ovviamente senza dirlo in giro, perché certe operazioni richiedono riservatezza anche per non alimentare illusioni. L’Inter ha voglia di cambiare, su Insigne ha chiesto informazioni economiche non certo tecniche: volete che non si sappia come giochi il fantasista del Napoli e dove possa inserirsi negli schemi di Conte, che l’ho avuto in Nazionale? Ipotesi uno: e se venisse fuori una convergenza di interessi, da spingere a uno scambio di geni? Qui nessuno è padrone del futuro e in un mercato che ha ancora due mesi circa dinnanzi a sé, altre opzioni – mica fantasiose – sono praticabili: l’eventuale irruzione di club autorevoli su Insigne, ad esempio, che aprirebbero ad un effetto domino del gol. E bomber su bomber si arriverebbe a Icardi…
fonte:corrieredellosport