La Torre di Massa Lubrense sorprende Luciano Pignataro con “Lo spaghetto con le cozze migliore della mia vita”
I nostri amici del ristorante La Torre di Massa Lubrense hanno avuto una bellissima e grandissima recensione sul sito Wine e Food di Luciano Pignataro, e noi Positanonews l’appoggiamo in pieno, concordando la grande professionalità e i super piatti che lo chef propone alla sua clientela.
Maria, Antonio, Amelia e Alessia Mazzola. Due generazioni di ristoratori che nel 2020 festeggeranno i venti anni di attività, un esempio di semplicità e di forza per tutta la Penisola Sorrentina, che non è fatta solo di stellati.
Proprio come la Taverna del Capitano, la loro trattoria, a lungo chiocciola Slow Food, si trova alla fine della strada.
Precisamente la strada finisce davanti Capri, che sembra un morso a portata di mano, sotto la Torre da cui prende il nome la trattoria, con tanto di giardini pubblici con affaccio spettacolare e un orto privato di pesche e pomodori. Qui Gioacchino Murat studiava gli inglesi arroccati a Capri e a Villa Rossi si firmò l’armistizio. E’ stato l’unico momento in cui la grande storia, quella dei generali, dei re e dei principi, è passata da queste parti.Oggi c’è la piazzetta della chiesa dell’Annunziata, dove i bimbi giocano a pallone e i tavoli de La Torre, dove la famiglia Mazzola propone una cucina schietta, di materia, sana, colta e appassionata. Una cucina fatta di orto non trattato chimicamente, di pescato giudiziosamente acquistato per non far schizzare troppo in alto il food cost, piatti e ricette della tradizione appena un po’ rivisti ma sempre bene eseguiti, la ricchezza e gli odori di questa terra unica che finiscono nel piatto.Ristorante La Torre a Massalubrense: venire qui significa godere del meglio della sintesi di una filosofia gastronomica unica al mondo. Materia prima di mare e di orto, tempi lenti, simpatia e sorriso per tutti, cultura del buon bere, prezzi modici, che oscillano da un minimo di 25 a un massimo di 45 euro quando poi vi siete abbuffati oltre ogni limite. E per finire dolci fatti in casa ormai quasi introvabili come la zuppa inglese o “moderni” tra virgolette come la caprese di limone.Il tempo scorre lento e al tempo stesso veloce, venire qui all’imbrunire ogni giorno sarebbe una bella cura che toglierebbe il lavoro a tutti gli strizzacervelli chiamati a curare le ansie di chi vive nella giungla della città. La Torre è come dovremmo essere tutti quanti noi, un sorriso in più, un tempo da godere e non da contare, un cibo compatibile con l’ambiente.
Lui, One Fire, a fatto a lungo il cameriere prima di aprire questo locale. Circondato da donne, è il simbolo di questa trattoria, in cucina la moglie Maria, appassionata di prodotti locali, irragiungibile la sua parmigiana, poi le due giovani figlie Amelia e Assunta regine della sala, un sorriso e una battuta anche quando è tutto pieno. Intanto la terza generazione inizia ormai a crescere.Una esperienza unica, non potete dire di essere stati in Penisola Sorrentina senza essere mai passati di qua. C’è la forza che porta avanti la vera ristorazione italiana: quella della famiglia, dove le ore di lavoro non sono contabilizzate e tutti remano fino a quando la barca non è arrivata in porto.E’ bello venire qui, godere della brezza serale, o del caldo ambiente interno. Già, perchè la Torre è uno dei pochi posti che sta aperto quasi tutto l’anno. Una impepata di cozze, un raviolo alla caprese, uno spaghetto One Fire, un bicchiere di vino e un amaro della Penisola e avete la ricetta della felicità: la semplicità.
Ah, veniteci con chi volete bene.
Lo spaghetto con le cozze merita poi una menzione a parte: il migliore della mia vita, con le cozze marinate nel finocchietto selvatico, basilico, tre tipi di mentuccia, nepitella e rosmarino, origiano, capperi e fiori di capperi. Indimenticabile!