L’ultimo ad aver varcato la soglia dei 20 gol con la maglia del Lille è stato un certo Eden Hazard, nella sua ultima stagione in Ligue 1, quando l’allenatore era ancora Rudi Garcia. E in pochi, da quelle parti, si aspettavano che un altro giocatore eguagliasse il suo record di 21 gol. Poi però, è arrivato Nicolas Pépé che di gol ne ha fatti 22 in 38 partite, andando in doppia cifra anche per numero di assist serviti, 11: numeri impressionanti che gli hanno permesso di essere incoronato miglior giocatore africano del campionato francese nella stagione 2018-2019. Nato da genitori ivoriani a Mantes-la-Jolie, nella banlieue parigina, Pépé, classe 1995, è il diamante della Costa d’Avorio che mezza Europa si contende e non ha il timore di caricarsi sulle spalle l’eredità di Didier Drogba, che su di lui ha speso parole di ammirazione. Per numero di gol segnati, soltanto Kylian Mbappé ha fatto meglio nell’ultima stagione di Ligue 1. L’attaccante della nazionale francese, però, ha ancora gli incubi per il 5-1 subito dal Paris Saint-Germain lo scorso 14 aprile, quando Pépé salì in cattedra e mise in mostra tutto il suo strapotere atletico, la sua grazia e il suo talento cristallino, quando espose in vetrina il suo mancino tagliente e fece innamorare i presidenti dei grandi club europei.
E pensare che fino a 16 anni, la “perla nera” che De Laurentis vuole regalare a Carlo Ancelotti, magari in coppia con James Rodrigues, giocava tra i pali. «Avevamo bisogno di un portiere e Nicolas se la cavava bene. Era il migliore in quel ruolo», ricorda un suo ex compagno, ai tempi in cui il “petit Nicolas”, come lo chiama affettuosamente il presidente del Lille Gérard Lopez, giocava nel Fc Solitaires Paris-Est, squadra dilettantistica. Quando frequentava la scuola media Georges-Rouault, nell’amato diciannovesimo arrondissement (il numero 19 sulla maglia è un omaggio al suo quartiere), fu scartato dalla squadra che oggi è la principale concorrente del Napoli per il suo cartellino: il Psg. Ma dopo anni di alti e bassi nelle divisioni minori, il suo destino incrocia quello di Marcelo Bielsa, che dopo averlo visto fare grandi cose a Angers, lo chiama a Lille. “El Loco”, però, lo mette falso nueve: non è il suo ruolo. E infatti farà solo 3 gol in 12 partite. La benedizione arriva con il cambio di panchina: Christophe Galtier sostituisce Bielsa nel dicembre del 2017, e riposiziona Pépé nel suo ruolo preferito. Da esterno, torna a splendere e a mettere in luce il suo dribbling esplosivo, segna e fa segnare con una facilità disarmante, e a inizio 2019 il presidente del Lille sa già che non potrà trattenerlo per un altro anno. Da adolescente, nonostante i suoi compagni lo costringessero a giocare in porta, era sempre a uscire dai pali e andare a fare gol. “Quando vincevamo con tre gol di scarto, si toglieva i guanti e finiva la partita in campo”, ha raccontato al Parisien Mamadou, il suo ex allenatore, prima di concludere: “Mi ricordo che durante un torneo u13 era stato eletto miglior giocatore e anche miglior portiere! Era già incredibile”.