Ravello festeggia San Pantaleone. Questa sera la Santa Messa celebrata da Mons. Orazio Soricelli
Ravello festeggia il suo santo Patrono: San Pantaleone, medico e Martire. Questa sera al Duomo della Città della Musica, alle 19.30, si celebrerà la Santa Messa presieduta da Mons. Orazio Soricelli, Arcivescovo di Amalfi e Cava de’ Tirreni, con le testimonianze del dottor Giuseppe Longo, direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno, e del professor Carmine Vecchione, Preside della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Salerno.
Nella giornata del 27 luglio il mondo cristiano nella sua interezza ricorda e celebra la figura di San Pantaleone, una delle tante vittime della feroce persecuzione posta in essere da Diocleziano nei confronti delle persone di fede cristiana. Di Pantaleone sappiamo che nacque nella città di Nicomedia, da una famiglia molto importante e conosciuta. La sua famiglia d’origine era un fulgido esempio di tolleranza, visto che il padre era pagano e la madre di fede cristiana. Il santo crebbe secondo la fede della madre, per poi allontanarsene nel corso dell’adolescenza, momento in cui decise che la sua strada sarebbe stata quella della medicina. La strada da lui scelta fu quella giusta, perché ben presto le sue capacità come medico resero il suo nome noto in ogni parte dell’impero romano. La sua bravura arrivò fino all’orecchio di Galerio, uno dei due Cesari che secondo il sistema della tetrarchia che all’epoca era il sistema di governo dell’Impero Romano. Galerio fu così colpito dalla sua bravura e dalle sue capacità, da volerlo come proprio medico di fiducia. Nello stesso periodo Pantaleone si cominciò a riavvicinare alla religione cristiana.
Poco dopo la sua scelta di tornare definitivamente nell’alveo della fede cristiana, dovette fare i conti con un grave lutto: suo padre morì lasciandogli in eredità una situazione economica decisamente florida. Il fatto che fosse il medico di fiducia di uno dei Cesari e che si fosse ritrovato dall’oggi al domani in possesso di una ingente ricchezza, furono due fattori che scatenarono una grande invidia da parte di esponenti del potere romano, che provarono in ogni modo a metterlo in cattive luce. E fu proprio la sua fede cristiana a divenire il motivo della sua fine: alcuni colleghi scoprirono infatti questo particolare della sua vita, che aveva tenuto ben celato per tantissimo tempo e fecero in modo di farlo arrivare all’orecchio di Diocleziano. Galerio tentò di salvare la vita a colui che era non più solo il suo medico personale, ma anche un amico. Provò in tutti i modi a fargli rinnegare in pubblico la fede cristiana, ma non vi riuscì. Anzi, Pantaleone arrivò a dichiarare la propria fede anche davanti a Diocleziano, rifiutandosi esplicitamente di rinnegare ciò in cui credeva. La reazione dell’imperatore fu rabbiosa e ordinò di arderlo vivo.
La sentenza venne eseguita, ma incredibilmente le fiamme si spensero quando vennero a contatto con la pelle di Pantaleone. Diocleziano ordinò di eseguire la condanna a morte in svariati altri modi, ma non vi fu modo di portarla a termine per fenomeni inspiegabili. E tutti coloro che erano stati chiamati ad eseguire la sentenza di morte rimasero sconvolti da questi eventi inspiegabili e arrivarono a convertirsi al Cristianesimo, chiedendo di essere perdonati per quanto avevano fatto. Pantaleone li perdonò tutti e alla fine scelse la strada del martirio, venendo ucciso attraverso la decapitazione.
Vista anche la sua occupazione, Pantaleone è riconosciuto in ogni parte dell’universo cristiano come patrono dei medici ed è oggetto di grande venerazione. La sua testa si trova nella città di Lione, mentre un suo arto superiore è visibile nella basilica di Venezia che porta il suo nome. Tra le varie città di cui è patrono si può ricordare Crema, che ogni anno, il 10 giugno, lo ricorda con una imponente processione. La data scelta non è quella in cui il Santo viene ricordato, ma quella in cui si dice che la peste a Crema venne debellata grazie alla sua intercessione, in epoca medioevale.