Sorrento, lavori al Vallone dei Mulini, con quale sicurezza?
Tale è il quesito che molti cittadini si stanno ponendo dopo che, già da qualche settimana, alacremente squadre di operai stanno lavorando all’interno del vallone che, come è noto, è classificato dal Piano di Stralcio dell’Autorità di Bacino, ex Campania Centrale, a Rischio Frana molto elevato. Criticità tra l’altro confermata da importanti eventi franosi che in varie occasioni in passato hanno interessato il costone del noto sito archeologico. Se in modo alquanto discutibile dal Comune si lasciano bypassare i paletti imposti dalla Soprintendenza, inaccettabile potrebbe apparire, di fronte al potenziale e concreto rischio crollo, il comportamento delle Autorità preposte a determinati controlli, anche relativi alla sicurezza sul lavoro come indicato anche dal Testo unico 2008 sulla sicurezza sul lavoro (D.lgs 81/2008)
Sorrento – Continua vivace il dibattito in città circa i lavori che si stanno effettuando all’interno del Vallone dei Mulini. Una situazione che da una parte vede la proprietà, legittimamente autorizzata ad operare sulla vecchia struttura e dall’altra gran parte la cittadinanza , con varie associazioni, impegnata in una protesta che ormai dura da anni. Con la quale si continua a mettere in discussione ancora la fase di compravendita e l’anomalo disinteresse dimostrato dall’Amministrazione comunale nel far valere il diritto di prelazione all’atto dell’acquisto (2012) da parte di un privato, rivelatosi poi essere un ex Assessore comunale. Una polemica maggiormente acuita ora che i lavori sono passati alla fase di realizzazione e pertanto più che concreta è diventata la sensazione, da parte della popolazione , che un pezzo importante della storia della propria città ora gli viene sottratto. A questo punto è evidente che un intervento di tale portata non potrà non essere accompagnato dalle varie autorizzazioni rilasciate dagli enti preposti. Proprio su tale punto sono stati sollevati una serie di dubbi da parte della cittadinanza che pretende di sapere cosa stia succedendo all’interno del Vallone. Tenendo presente che oltre all’area privata, ove è ubicata la struttura del vecchio mulino, il resto del vallone che è attraversato da due corsi d’acqua appartiene al Demanio Idrico e pertanto allo Stato. Come è noto sui beni demaniali si esercita l’uso pubblico, cioè la collettività ne può godere i benefici direttamente e quindi nel caso specifico determinate domande risultano essere più che pertinenti. Circa le quali, se leggi e regolamenti sono stati rispettati, la proprietà quanto meno dovrebbe esporsi pubblicamente.
Anche se prima dell’inizio dei lavori vi fu una promessa circa un incontro con le Associazioni(ambientaliste e contro le illegalità presenti sul territorio) per spiegare, nella massima trasparenza, la natura dell’ intervento sulla storica struttura. Chiedendo addirittura supporto e collaborazione affinché oltre ad essere condivisa l’intera operazione risultasse poi apprezzata dall’intera cittadinanza. Ebbene tale propagandato incontro non c’è mai stato, il che lascia pensare perché mai voluto.
Tuttavia tra le varie situazioni contestate, in questa fase iniziale dei lavori che dovrebbe in seguito portare al risanamento conservativo della vecchia struttura, è quanto imposto dal provvedimento autorizzativo rilasciato dalla Soprintendenza di Napoli e Provincia nel giugno dello scorso anno ed il successivo parere favorevole della Commissione Locale per il Paesaggio. Ovvero che nella fase concreta di realizzazione dell’intervento le pareti del vallone risultino in sicurezzatramite opportune opere di consolidamento. Una opportuna precauzione visto che l’intero sito del Vallone dei Mulini, è classificato dal Piano di Stralcio dell’Autorità di Bacino, ex Campania Centrale, a Rischio Idraulico molto elevato e Rischio Frana molto elevato ,pertanto Zona Rossa. Nello specifico un’area soggetta ad un alto rischio crollo del costone tufaceo, alto circa trenta metri, che circonda anche l’area interessata dai lavori. Criticità tra l’altro confermata da importanti eventi franosi che in varie occasioni in passato hanno interessato il noto sito archeologico. Oltre ai numerosi crolli degli anni precedenti, spesso passati inosservati, sono balzati agli onori della cronaca, soltanto negli ultimi anni, episodi come quello dell’Agosto 2014. Quando, in piena estate, dal fronte sud del vallone si registrò uno scivolamento di materiale di copertura misto ad acqua con un fronte di qualche decina di metri che scivolò trascinando varie piante nel burrone. Un fenomeno, si disse all’epoca, dovuto alle numerose piogge cadute durante la primavera. In tale occasione l’Amministrazione comunale immediatamente si mobilitò varando un’Ordinanza sindacale. Con la quale si invitava “ad horas”i 16 proprietari del fondo ove vi era stato lo smottamento ad attivarsi innanzitutto con “ l’interdizione sia pubblica che privata della terrazza interessata al crollo, provvedendo all’esecuzione delle necessarie opere provvisionali finalizzate alla messa in sicurezza dell’area. A seguito procedere alla verifica dell’efficacia dei sistemi di raccolta e regimentazione delle acque altrimenti ricadenti sul versante, “con obbligo di produrre entro e non oltre giorni 15 (quindici) a far data dal termine dei lavori, apposita certificazione a firma di tecnico legalmente abilitato alla professione, in duplice copia, indirizzata al sindaco ed al comando di polizia municipale, accompagnata da perizia tecnica attestante le condizioni del sito nel suo complesso”(fonte Metropolis). In quella occasione la Polizia Municipale fu incaricata di accertare l’esatta osservanza dell’Ordinanza, che a tutt’oggi (2019) non è dato sapere se sia stata ottemperata. Lasciando pericolosamente nel dubbio che da tale parte del costone possa tutt’oggi venire giù ulteriore quantitativo di materiale. Altro evento franoso ,all’interno del Vallone, fu registrato agli inizi di Gennaio 2015, quando dalla parete sottostante l’albergo “Antiche Mura”, grosse porzioni di tufo , si staccarono e rotolarono giù nel burrone andando ad ostruire il rivolo proveniente dal parco Ibsen. In relazione a tale ennesimo crollo il Wwf penisola sorrentina denunciò che nella mattinata del 16/07/2014 si era proceduto al drastico taglio a raso di alcuni importanti esemplari arborei della specie Leccio (Quercus ilex), creando una evidente e pericolosa modifica dello stato dei luoghi e delle condizioni del già fragile equilibrio idrogeologico del sito. Pertanto l’evento franoso di quei giorni potrebbe benissimo essere stato addebitato a tale scellerato intervento. Il Wwf in tale occasione dichiarò che già nell’Aprile del 2006, uno scriteriato ed ingiustificato intervento ai danni degli alberi posti sulla sponda del Vallone dei Mulini, sotto lo stesso albergo, portò alla violenta capitozzatura di diversi alberi e all’eliminazione di altri. Successivamente ai tagli, ed a seguito di alcuni giorni di pioggia, si verificò un ulteriore pericoloso crollo del costone tufaceo proprio sotto l’area dell’intervento. Altro preoccupante smottamento all’interno del Vallone dei Mulini si registrò nel Gennaio del 2017 dal costone del lato est, proprio al disotto di via Fuorimura, la strada che, costeggiando il vallone, collega Piazza Tasso a Santa Lucia. Il crollo provocò il distaccamento di una enorme quantità di blocchi di tufo che stavolta andarono ad ostruire, il corso d’acqua proveniente dal Rivolo Atigliana.
Tale successione di crolli e la differenza dei luoghi ove essi si sono verificati, stanno ad indicare la grande fragilità dell’intero costone tufaceo che circonda il Vallone. Una serie di episodi, quelli elencati, che oltre alla preoccupazione da parte delle Associazioni ambientaliste e gran parte della popolazione non ha suscitato lo stesso interesse e preallarme sia da parte del Comune che delle Autorità preposte a determinati controlli. Lasciando intendere che quello che dovrebbe essere un controllo assiduo e competente dei nostri Valloni continua ad essere in modo inaccettabile ignorata da coloro che gestiscono un territorio morfologicamente fragile e nello stesso tempo unico e prezioso dal punto di vista paesaggistico. A dimostrazione di tale condotta anche la evidente “nonchalance” che ha caratterizzato l’iter che ha portato al rilascio delle autorizzazioni da parte degli Enti ed Uffici comunali, utili poi all’inizio dei lavori presso la struttura del vecchio mulino all’interno del Vallone. In un’area che, oltre le predisposizioni dell’Autorità di Bacino,e di un’Ordinanza sindacale, gli eventi franosi sopradescritti ,stanno a dimostrare essere molto pericolosa per la fruizione pubblica ed a maggior ragione per gli operai di un cantiere. E’ evidente che le prescrizioni imposte dalla Soprintendenza e dalla Commissione Paesaggistica, in questa prima fase dei lavori, sono stati in modo evidente disattesi. Al momento, dopo settimane di lavori alla base del costone tufaceo, le pareti del vallone non risultano affatto oggetto di opere di consolidamento. Si continua nel disinteresse generale a mantenere aperto un cantiere in un’area che come più volte ribadito risulta essere a pericolo frana molto elevato. Infatti oltre ai lavori realizzati all’interno della proprietà privata del Mulino (che si ricorda potrebbe essere interessata anche dall’Ordinanza sindacale emessa nel 2014), l’attraversamento realizzato in questi giorni dal Parco Ibsen ed ulteriori lavori che stanno interessando la modifica dello stato dei luoghi in zona appartenente al Demanio Idrico (quindi soggetta al rilascio del Parere Idraulico da parte del Genio Civile), proprio il taglio delle alberature potrebbe fare aumentare il rischio da dissesto frana. In quanto potrebbe rendere vano il potere imbrigliante dell’ingente apparato radicale con conseguenti probabili crolli. Un tal intervento, per essere consentito, deve rispondere alle Norme di attuazione dell’Autorità di Bacino, ovvero provare che non costituisce in alcun caso un fattore di aumento del rischio da dissesti di versante. Pertanto deve essere supportato con un più ampio progetto di bonifica e risanamento del versante, tramite uno studio di verifica e compatibilità da sottoporre a parere dell’Autorità di Bacino. Quindi una operazione che dovrebbe metter in sicurezza il costone da sottoporre poi ad una successiva riperimetrazione che valuti l’attuale stato di rischio idrogeologico molto elevato. Al momento non è dato sapere se tali autorizzazioni sono in possesso della proprietà. Seppure fosse, è evidente che si è partiti con il piede sbagliato!
In caso contrario, come imposto anche dall’Autorizzazione paesaggistica, nessun lavoro potrebbe essere realizzato all’interno del Vallone. Pertanto, allo stato attuale, si sta mettendo a rischio la incolumità fisica degli operai che magari inconsapevoli continuano ad operare in un’area ad alto rischio frana.
Una situazione che in modo inspiegabile sta ancora una volta sfuggendo all’attenzione delle Autorità locali preposte a tali controlli. Eppure i lavori al Vallone dei Mulini, visto la loro portata e l’interesse di una intera popolazione, continuano ad essere all’ordine del giorno. Al momento, non è dato sapere, se la Polizia locale e le Forze dell’Ordine che controllano il territorio (che seppure in qualche caso sollecitati dalle Associazioni ambientaliste), si siano interessate a controllare se tali lavori siano completamente autorizzati. Ma soprattutto se gli operai all’interno di un vallone che sprofonda a quasi trenta metri dal livello della Piazza principale del paese, stiano operando in piena sicurezza. Come tra l’altro prevede anche il Testo unico 2008 sulla sicurezza sul lavoro (D.lgs 81/2008). Ovvero se si stiano attuando tutte le misure di prevenzione in un luogo per la maggior parte considerato tuttora a rischio frana molto elevato e dove la pubblica fruizione dovrebbe essere vietata.
Che il controllo del nostro territorio appare alquanto difficile e complicato per le Forze dell’Ordine è cosa risaputa, ma una tale situazione che vede un cantiere operare quotidianamente, dalle prime ore del mattino (con scarico di materiale all’interno del burrone tramite autogru) ed operai operare nel fondo del vallone, in una zona ad alto rischio idrogeologico, dovrebbe quanto meno suscitare interesse da parte di chi è chiamato a monitorare il territorio. Tali sono i quesiti che al momento assillano la maggior parte della cittadinanza, da sempre legata al destino del Vallone dei Mulini ed a cui , oltre le Autorità preposte a tali controlli, la proprietà, come da tempo promesso dovrebbe dare delle risposte. Infine che l’attuale proprietario del Vallone di Mulini non sia un magnate russo ma bensì un audace imprenditore sorrentino non può che rallegrare, ma che tutta l’operazione, compreso la realizzazione dei lavori, sia eseguita rispettando norme e regolamenti, oltre a rasserenare gli animi, potrebbe essere ulteriore motivo di compiacimento. – 24 luglio 2019 – salvatorecaccaviello.