Campania, navigator iniziano sciopero della fame. De Luca: scelto interlocutore sbagliato

La protesta dei navigator della Campania non si ferma. Sono 471 i vincitori di concorso, che non possono iniziare il loro lavoro nei centri per l’impiego locali per la mancata firma della convenzione tra la Regione e l’Anpal. Una querelle che va avanti da aprile scorso, quando il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, esplicitò che non avrebbe avallato il passaggio alla fase due della legge sul Reddito di cittadinanza per non creare altro precariato, dato che per i navigator ci sono contratti a termine per due anni.

Così, per rivendicare “un diritto acquisito e meritato”, i navigator campani si appellano al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Al di là della nostra causa, lui è garante della Costituzione e nel nostro caso vengono violati i diritti sanciti dagli articoli 3 e 4 della Carta costituzionale”, spiega all’Agi Ilenia De Coro, 38 anni, che ha superato la selezione pubblica e che, insieme agli altri suoi 470 compagni di sventura, il 31 luglio scorso non ha potuto prendere parte al corso di formazione cui gli altri da tutte le regioni d’Italia hanno avuto diritto.

Ilenia è una delle quattro persone che inizieranno uno sciopero della fame da oggi in un presidio fisso davanti alla sede della Regione Campania in via Santa Lucia a Napoli.

“Nessun segnale arriva dalla regione – spiega poi Dalila Di Girolamo, 37 anni, un passato di precarietà anche lei – abbiamo inoltrato la nostra richiesta di un incontro con De Luca non solo in strada, con questa e le altre manifestazioni, ma anche formalmente al protocollo regionale una nostra missiva e inviando una pec. Neanche una risposta. E da Anpal, dopo la firma digitale che abbiamo a posto quando siamo stati dichiarati idonei, non c’è nessun segnale.”.

Il governatore De Luca: scelta dell’interlocutore sbagliata

“In relazione alla vicenda dei “Navigator” si esprime tutta la nostra comprensione – replica il governatore De Luca – Si rileva tuttavia che la scelta dell’interlocutore è sbagliata. La Regione Campania non c’entra nulla con la vicenda in questione. Com’è noto tale vicenda è stata promossa e gestita direttamente ed esclusivamente dall’Agenzia nazionale per il lavoro “Anpal”, dipendente dal Ministero del Lavoro, che ha dato vita a una selezione nazionale (non un concorso come erroneamente viene detto). È evidente che va indirizzata ad Anpal ogni richiesta di soluzione del problema, che è stato creato da tale Agenzia. La Regione Campania sollecita l’Anpal ad affrontare la questione in tempi rapidi e sollecita ancora una volta ad operare per la stabilizzazione dei precari che già lavorano in Anpal.

Si tralascia di ricordare per l’ennesima volta che l’ipotesi contrattuale prevista a livello nazionale incredibilmente legittima il doppio lavoro.

Si tralascia di ricordare il clima di impreparazione e di confusione che permane (a cominciare dalle piattaforme informatiche).

Si tralascia di ricordare che incredibilmente, in contraddizione con il cosiddetto Decreto Dignità, si ripristinano ipotesi di contratto “Co.co.co.” che allargano le aree del precariato.

Per quanto riguarda le responsabilità della Regione Campania, siamo impegnati a varare un concorso vero, per assumere 650 dipendenti nei Centri per l’Impiego, al quale potranno partecipare tutti.

Siamo impegnati a non alimentare serbatoi di precariato e a dare lavoro stabile, come quello previsto dal concorso del Piano per il Lavoro, le cui prove partono il prossimo 2 settembre.”

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