DICHIARAZIONI DI ITALIA NOSTRA SALERNO E COMITATO NO CRESCENT SULLA SENTENZA DEL TAR SALERNO

1 agosto 2019 | 11:12
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DICHIARAZIONI DI ITALIA NOSTRA SALERNO E COMITATO NO CRESCENT SULLA SENTENZA DEL TAR SALERNO

Da un prima lettura della sentenza del Tar Salerno, emergono palesi le superficialità sulle quali si poggia la pronuncia.
Non sono stati considerati tutti gli atti del Comune, del Demanio, e della Soprintendenza sui quali si fondano i motivi di ricorso dell’associazione.
Il Tribunale amministrativo si è appiattito sulla precedente sentenza del Consiglio di Stato che è stata superata dal nuovo piano attuativo.
Infatti, il Tar non ha considerato che circa 20.000 metri quadrati di area non sono ancora sdemanializzati.
Non ha considerato che il nuovo Pua, così come scaturito dalla sentenza del Consiglio di Stato cha aveva accolto il ricorso di Italia Nostra, è privo di un progetto urbanistico nuovo a seguito della eliminazione delle due torri e dell’edificio Trapezio.
Non ha considerato che dal punto di vista paesaggistico manca in radice una relazione paesaggistica ed un progetto del diverso Pua, avendo il Comune di Salerno depositato gli atti risalenti al  2008.
Non ha considerato il vincolo del torrente Fusandola, che – come è noto – è oggetto di altri procedimenti penali e, come affermato dal consulente della Procura, crea pericolo di esondazione.
Sul torrente Fusandola è ancora in corso l’edificazione del settore 6 da parte della società Sist srl.
In definitiva, il Tar, così come nel 2010, ha nuovamente abdicato ad una vera funzione giurisdizionale. In quella fase addirittura il Tar sentenziò che Italia Nostra non era legittimata a ricorrere. Oggi non lo può più dire vista la pronuncia del Consiglio di Stato la quale non solo ritenne pienamente legittimata l’associazione ma, ribaltando la sentenza del Tar, accolse
l’appello sotto i profili paesaggistici.

Certo fa molto pensare la condanna inflitta dal Tar all’associazione al pagamento di ingenti spese legali.
Il dato grave è che la sanzione è inflitta ad una storica Onlus, che nel caso specifico si è battuta, e si batterà, per la tutela del paesaggio, dell’ambiente, della pubblica incolumità visto che anche i consulenti degli inquirenti, confermando la tesi dell’associazione, hanno messo in grande risalto i gravi pericoli di esondazione del torrente Fusandola, conseguenti al progetto Crescent.
Sembra proprio che battersi per la legalità e per la tutela di interessi pubblici sia una piaga da neutralizzare, con l’arma della condanna economica.