Eboli, San Donato torna a casa in ambulanza Dopo pranzo molti pellegrini si dileguano. La soluzione? Usare il mezzo di soccorso
EBOLI – Processione con finale imprevedibile: la statua rientra in chiesa a bordo dell’ambulanza. Domenica pomeriggio imbarazzante in località San Donato. Portata in giro per le strade del quartiere, la statua del santo è stata adagiata all’esterno di un ristorante. Erano da poco trascorse le 13 di domenica. Finito il pranzo, sparati i fuochi d’artificio, molti fedeli si sono dileguati. E la statua? Chi la riporta in chiesa? A chi tocca l’ultimo sforzo? Di fronte alla salita per raggiungere l’edificio sacro, sono rimasti solo quattro portatori. Troppo pochi per prendere la statua sulle spalle e riportarla nella sua dimora. Nel parcheggio del ristorante, era parcheggiata un’ambulanza di una ditta privata. Al prete non è rimasta scelta. Sottovoce, al titolare dell’agenzia, il sacerdote ha chiesto un favore: «Ci può dare una mano? Dobbiamo riportare la statua in chiesa». Aperti i portelloni posteriori, la statua di san Donato è stata sistemata nell’ambulanza. A velocità di crociera, a sirene perentoriamente spente, è arrivata sul sagrato della chiesa in tempo per la messa vespertina, quella delle 19 di domenica scorsa. Cosa sia successo dopo il pranzo al ristorante, resterà un mistero. La fede non è svanita, la fuga dei pellegrini è stata però evidente. San Donato, del resto, è un santo molto amato dagli ebolitani. Venerato da secoli, viene celebrato nella chiesetta in collina. Sarà la tecnologia, sarà il cambio generazionale, ma i portatori di quest’anno non hanno brillato certo per atletismo religioso. Di fronte alla salita che collega il ristorante alla chiesa, in tanti hanno preferito inventare una scusa, allontanarsi di soppiatto dalla processione. E così, la manifestazione religiosa si è conclusa con il ritorno in chiesa e la statua a bordo dell’ambulanza. Il santo venerato dagli ebolitani da lunghissimo tempo e considerato protettore degli epilettici e degli invalidi, non se la sarà presa di certo perché, in fondo, l’importante era ed è, conservare fede e tradizioni, qualche volta con un piccolo aiuto dettato dalla necessità. Anzi. Sarà certo stato fiero dell’italico ingegno che gli ha consentito di giungere in tempo nella sua nicchia.
Stefania Battista