Gente di facili costumi nell’Oasi? Ma no, che è una commedia!

20 agosto 2019 | 09:36
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Gente di facili costumi nell’Oasi? Ma no, che è una commedia!
Gente di facili costumi nell’Oasi? Ma no, che è una commedia!
Gente di facili costumi nell’Oasi? Ma no, che è una commedia!
Gente di facili costumi nell’Oasi? Ma no, che è una commedia!
Gente di facili costumi nell’Oasi? Ma no, che è una commedia!
Gente di facili costumi nell’Oasi? Ma no, che è una commedia!

Il secondo appuntamento della rassegna teatrale “Teatro in Oasi” organizzata dal Comune di Sant’Agnello ha visto andare in scena la commedia “Gente di facili costumi” opera scritta a quattro mani da Nino Manfredi e Nino Marino (1988); proporcela la compagnia di teatro amatoriale di Paestum “Il Mosaico”. “Gente di facili costumi” è una commedia brillante, ricca di gags e colpi di scena che però ha anche la peculiarità, nello stile del grande Manfredi autore, di spingere lo spettatore a una seria riflessione sul nostro modo di vivere: quello cinico di questa società malata che quasi costringe tutti noi a non avere scrupoli quando si tratta di scendere a compromessi. La storia è quella di Ugo, scrittore e sceneggiatore cinematografico che si trova a dover “sopportare” Anna, esuberante inquilina del piano di sopra che non gli da tregua con rumori molesti di ogni genere che impediscono a Ugo di dormire, tanto è vero che la commedia comincia con l’uomo che recatosi al piano di sopra, abitato dall’inquilina fracassona tenta, da intellettuale qual è di spiegare alla stessa la sindrome di Gelineau, in altre parole la mancanza di sonno che porta alla narcolessia e questa a sua volta a trasformare miti inquilini del piano di sotto in “assassini!”. Già dalle prime battute si delineano dunque i due caratteri dei personaggi protagonisti di questa pièce teatrale, da una parte Ugo, scrittore spiantato e sceneggiatore di film che si ostina a proporre ai produttori trame assurde alla La corazzata Kotiomkin, per intenderci, quando nelle sue corde c’è il talento per film meno astrusi e più brillanti che lo potrebbero portare a un facile successo. Dall’altra parte Anna, che esercita, come scoprirà Ugo, il mestiere più antico del mondo, che proprio perché cresciuta sulla strada e più pratica, ma non meno sognatrice. Alla fine queste due anime così diverse riusciranno a fondersi? A trovare affinità che mai avrebbero potuto pensare di avere? A rivelarcelo, con una prova attoriale di tutto rispetto sono stati Carmen Santoro e Alfonso Rubini della compagnia teatrale “Il Mosaico” di Paestum che hanno saputo tenere il palcoscenico per due ore guadagnando spesso il plauso del pubblica, dando un tocco originale a una commedia che nasce in ambiente romano ma che in napoletano rinvigorisce ancor di più comicità e cinismo.
Luigi De Rosa