Ginevra Di Marco a Sorrento, la canzone popolare riempie il cuore e accende il cervello
Ieri sera nell’ambito della rassegna musicale “Sorrento Incontra – La luce dei Luoghi” con direzione artistica di Mvula Sungani, promossa e sostenuta dal Comune di Sorrento, abbiamo assistito al concerto di Ginevra Di Marco cantante fiorentina fra le più apprezzate del panorama musicale della canzone etnica e folk italiana e internazionale. Negli anni Novanta Ginevra Di Marco comincia con il gruppo ESP, in seguito partecipa come ospite al disco “Ko de mondo” dei CSI . L’incontro con il Consorzio Suonatori Indipendenti rappresenta la svolta nella sua carriera che contemporaneamente la vede impegnata come solista con la collaborazione di Francesco Magnelli, anch’egli componente dei CSI nonché compagno di vita. Collabora inoltre con Max Gazzè e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz. Nel 2004, assieme a Magnelli, lascia i CSI proseguendo la sua carriera solista con Disincanto (2005) e Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre (2006) questo l’album rappresenterà l’inizio della sua ricerca fra i cosiddetti “canti dal margine della storia” . Nel 2009 con “Donna Ginevra” vince la Targa Tenco per la migliore interpretazione. Il Concerto di ieri sera in Villa Comunale ha seguito una scaletta che, a detta della stessa Di Marco, ha voluto offrire al pubblico sorrentino tutto il meglio della sua produzione musicale. “Amata terra mia” ha aperto lo spettacolo, un brano struggente di cui vi consiglio anche la versione video su “You Tube” che vede come protagonista una sorprendente Margherita Hack che con la sua voce “firma” l’introduzione al canto. Il concerto è proseguito con alcuni brani di Mercedes Sosa, “Todo cambia” è stato, fra quelli presentati, il più applaudito. Il Gracias a la vida ancora una volta ci ha commosso mentre la canzone di protesta operaia “La leggera” ci ha divertito e coinvolto in un ballo collettivo così come è stato per “Fel Shara” un canto in esperanto dal respiro, come dire, mediterraneo. Ginevra Di Marco ha concesso più di un bis e fra i brani che hanno chiuso il concerto “la Malarazza” è quello che più di ogni altro ha strappato applausi e consensi.
La musica popolare è ricca di valori e significati, non sta a me dirlo ma è un bene che in giro ci siano cantanti come la Di Marco che continuano a proporla con tale professionalità. Benedetto Croce la definirebbe un filo diretto con la nostra memoria e con la nostra storia, la madre di tutte le musiche che sono venute dopo, una musica con codici che sanno parlare a tutti perché riguardano la storia di tutti, prendendo in prestito le parole di un famoso brano di De Andrè, mi viene da dire che la musica popolare è un bell’inganno per l’anima nostra, e che bello (questo) tempo, che bella compagnia (di) anime salve (di) terra e (di) mare questa sera a Sorrento.
Luigi De Rosa