Il Napoli vince al Velodrome e si prende anche il secondo test internazionale.Elmas stupisce

5 agosto 2019 | 08:12
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Il Napoli vince al Velodrome e si prende anche il secondo test internazionale.Elmas stupisce
Il Napoli vince al Velodrome e si prende anche il secondo test internazionale.Elmas stupisce
Il Napoli vince al Velodrome e si prende anche il secondo test internazionale.Elmas stupisce

Successo azzurro al Velodrome. Gol di Mertens
Napoli: Meret, Hysaj, Manolas (Chiriches), Luperto (46′ Maksimovic), Ghoulam (46′ Mario Rui), Callejon, Elmas (46′ Verdi), Fabian Ruiz (46′ Gaetano), Insigne, Mertens (71′ Di Lorenzo), Milik (46′ Younes). All.Carlo Ancelotti

Marsiglia: Mandanda, Sakai (86′ Abdallah), Caleta-Car, Kamara (46′ Alvaro), Amavi (77′ Rocchia), Sanson, Strootman, Chabrolle (60′ Sertic), Sarr (46′ Germain), Radonjic (70′ Lihadj), Payet. All. André Villas-Boas

Arbitro: Pignard (Francia)
Marcatori: 38′ D. Mertens
Note: ammoniti Sakai, Payet, Mertens, Maksimovic

Olympique Marsiglia – Napoli 0-1: decide il gran gol di Mertens al 38′

Nuovo impegnativo test per gli azzurri che vogliono continuare a stupire. Dopo il Liverpool ecco un altro avversario di rango. L’OM affidato alle cure di Villas Boas. Un test probante ma che certo non fa tremare la corazzata di Ancelotti chiamata a una nuova prova di forza.

E le chiamano amichevoli…: ma dentro ci sono i gol, qualche occasione, il calcio autentico, fatto di furore e adrenalina, e quello un pochino «sporco», infarcito da un ceffone, sei «gialli» e un rosso sparito per generosità. Olympique-Napoli è questo e anche altro, è un’ora e mezza densa, spettacolare per ciò che può essere una sfida d’agosto, e però esauriente, racchiusa nel «solito» capolavoro stilistico che Mertens si lascia confezionare da Insigne e Callejon e poi custodita in una personalità sfacciata che consente a Meret di non macchiarsi neanche la maglia.

MA CHE BELLO. Un’ora e mezza in cui il campo è, ma solo «scenograficamente», dell’Olympique – che corre, pressa e spruzza «illusioni» – ma tatticamente appartiene per intero al Napoli, capace di riempire gli occhi nelle uscite, nel possesso, nel palleggio per novanta minuti autenticamente veri. Eppure oltre a Koulibaly e ad Allan non c’è neanche Zielinski, a letto con la febbre, e in mezzo c’è una squadra assai «under», in Fabian Ruiz ed Elmas, quegli scugnizzi con la faccia tosta che rischiano sempre una giocata in più. Il «Velodrome» non è costruito per sfide «morbide», ti avvolge e ti stordisce e rischia di incenerirti perché là in mezzo sembra di essere all’inferno, ma il Napoli è di ferro, di acciaio, anzi ignifugo: resiste a Payet e soprattutto a Chabrolle (due volte da lontano), non deve spremersi le meningi, perché l’Om pare macchinoso nel suo sviluppo affidato a Strootman (per un’ora, poi trasferito a Sertic), e può godersela a modo suo, attaccando in cinque, in sei o come vuole. Il talento offensivo è esagerato, si sa, e l’1-0 è un marchio di fabbrica scolpito nella memoria sull’asse Insigne-Callejon-Mertens, con cambio gioco, irruzione dietro l’ultimo uomo e tap in per chiuderla. Le risposte sono appaganti, Ancelotti che è in tuta se le gusta, perché Manolas fa sempre sul serio, Elmas dà ampiezza alla sua presenza e il resto gli è noto, compresa la necessità di dover aspettare Milik, appesantito dalle fatiche del ritiro e dal vociare del mercato.

IL SENSO DEL PIACERE. La scelta di Ancelotti è (di nuovo) ambiziosa e insegue il piacere di divertire, di osare, di essere padrone di se stesso, nonostante una condizione parziale: ma l’autorevolezza del primo tempo rimane nella ripresa, con la difesa rivoluzionata (tre su quattro fuori), il centrocampo ricostruito (Callejon e Gaetano in mezzo) e l’attacco rimescolato (Verdi a destra, con Younes alle spalle di Mertens, per altri 25′). Il Napoli è consistente pure dopo, quando ha un’altra sagoma ma sempre la stessa eleganza (14′ da Insigne a Younes e ci vuole Mandanda) e sta lì, alto, incurante che i francesi abbiano (teoricamente) più gamba, avendo il campionato ormai sull’uscio del prossimo week-end, e anche nervi già scoperti che per poco non scatenano una rissa dopo un fallo assai brutto di Payet (su Younes che li fa impazzire), che poi s’intreccia con Insigne, al quale arriva uno schiaffo dal francese, derubricato in carezza da Pignard. L’unico gesto amichevole.

fonte:corrieredellosport