Positano la rievocazione della Madonna Nera che viene da mare e l’omaggio alla “Mamma e Figlio”. Lo sbarco
Positano la rievocazione della Madonna Nera che viene da mare e l’omaggio alla “Mamma e Figlio”. Si è ripetuta anche quest’anno la processione Via mare della Madonna Nera di Positano, la Madonna Assunta, in ricordo dell’icona bizantina che arrivò a Positano con delle navi dall’Est che arrivati nella rada della cittadina della Costa d’ Amalfi si fermarono improvvisamente sentendo “Posa Posa”, da li portarono il quadro della Madonna a Positano.
Plaghia Charter ha messo a disposizione il Caicco per la processione e l’hotel Le Agavi un Aprea per il trasferimento a Praiano
Le barche guidate da don Giulio Caldiero sono arrivate a Praiano , dove c’era il Vescovo di Acerra a dire messa, e quindi sono ritornate in processione a Positano ma prima sono passate per la “Mamma e Figlio” gli scogli che, tra Storia e Leggenda, miracolosamente salvarono la perla della Costiera amalfitana per poi effettuare lo “Sbarco” coi saraceni che portano la Madonna in Chiesa , nelle foto di Giuseppe Di Martino.
Poco distante dalla torre di Fornillo, c’erano una volta due faraglioni denominati Mamma, quello più esterno, e Figlio, il più piccolo e prossimo alla costa. Nel 1941, periodo di sventure legate alla Seconda Guerra Mondiale, i positanesi affidarono le loro sorti allo scoglio più grande – Mamma – murando ai suoi piedi due mattonelle con l’effige della Madonna di Positano nell’auspicio di esserne protetti.
La furia cieca degli uomini, tuttavia, non tardò ad abbattersi sulla Costiera Amalfitana. Nel primo pomeriggio del 2 febbraio 1943, l’anno più sanguinoso del conflitto, un sommergibile inglese, il Safari, uscì dal nascondiglio che si era scelto giorni prima tra le Isole de “Li Galli”, per attaccare due navi mercantili italiane. Le navi, la Salemi e la Val Savoia, erano in viaggio da Napoli in direzione della Sicilia; del tutto impreparate all’agguato, si inabissarono poco a largo di Positano. Gli abitanti del paese furono sconvolti, nell’oziosa pace post prandiale, da spaventose detonazioni e cannonate di fucili. Come accade spesso da queste parti, la solidarietà e la generosità ebbero la meglio sulla paura: tutti i pescatori misero le loro piccole barche in quel mare denso di guerra, per soccorrere i naufraghi. Grazie a quell’atto di coraggio, le vittime quel giorno non arrivarono ad una decina.
A sacrificarsi, tuttavia, fu il faraglione più grande, Mamma, affondato da uno dei siluri scagliati dal sommergibile, forse per errore, forse deliberatamente, in direzione della torre di Fornillo, sede di una postazione militare nemica. La distruzione dello scoglio, recante la maiolica con l’immagine della Madonna Assunta di Positano, fu interpretato come un gesto di protezione della Mamma verso il Figlio, il faraglione più piccolo. Il siluro sgretolò in un solo colpo la maggior parte degli strati di roccia calcarea che formavano lo scoglio maggiore. È curioso notare, però, come il blocco su cui era murata l’effige della Madonna si sia inabissato, rimanendo del tutto intatto. Forse un segno – anche questo – della protezione sul popolo positanese? Chissà…sicuramente è suggestivo intravedere tuttora quell’immagine sacra sul fondale del mare.
Questa è la storia di “Mamma” dunque, ma lo scoglio “Figlio”? Orfano della madre, riuscì a sopravvivere una manciata di anni, ma non a lungo: in una notte di forte tempesta, negli anni cinquanta, anche il faraglione più piccolo rovinò in mare.
La rievocazione ricorda anche lo sbarco dei saraceni. La leggenda vuole che durante il Medioevo, nella sera del 14 agosto, i saraceni sbarcarono sulla Spiaggia Grande di Positano e, dopo una battaglia contro i cristiani del posto, rubarono dalla chiesa del paese un quadro ligneo del XII secolo che raffigurava la Madonna nera prima di mettere a ferro e fuoco l’intero borgo.
Foto di Giuseppe Di Martino
Mentre i saraceni erano quasi al largo scoppiò una tempesta e, tra tuoni ed il fragore del mare, si udì la voce della Vergine Maria che chiedeva di essere riportata a terra. I saraceni, penti, tornarono a riva e tra un “Posa, Posa” divino, restituirono l’effige ai cristiani che poterono così celebrare la loro vittoria. Dove fu posato il quadro venne costruita una chiesa in onore della Madonna e attorno vi sorse il paese di Positano.
Foto di Giuseppe Di Martino
Nel 1954 venne ideato un vero e proprio evento su questa leggenda per merito dell’ ammiraglio Paolo Aloisi. Il sindaco Sersale approvò subito l’idea: per i costumi fu incaricato lo scenografo Roberto Scielzo. Per circa 5 anni, tra il 14 e il 15 agosto, avveniva la rievocazione dell’evento con circa 400 attori e figuranti che mettevano in scena lo sbarco dei saraceni, l’intervento della Vergine. Tutto il paese era coinvolto nell’evento e, al termine di questo, ci si recava in spiaggia a mangiare pane e melone.
Foto di Giuseppe di Martino
Da anni ormai la manifestazione così grande non si svolge più ma i positanesi non rinunciano lo stesso a rievocare, sebbene in piccolo, lo sbarco dei saraceni a Positano con l’effige della Madonna per riconsegnarla nelle mani dei positanesi dopo l’intervento divino.
Video Marianna Meroni
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