Sorrento. “Musica per la solidarietà” con gli Evergreen e Carlo Alfaro per Oltre i Sogni
Domenica 11 agosto, al Centro Sportivo Ricreativo parrocchiale “L’incontro”, a Via S. Antonio a Sorrento, si è tenuta una serata davvero speciale, “Musica per la solidarietà”, organizzata dal mitico don Franco Maresca, parroco di Santa Lucia, a favore della Cooperativa sorrentina “Oltre i Sogni”. Carlo Alfaro ha presentato, recitato e ballato assieme al pubblico in un incontro di canzoni indimenticabili, pietre miliari della storia della musica, eseguite con energia e talento dai “ragazzi” (nel cuore) della “Evergreen Band”: il maestro Luciano Propoli e gli appassionati Gaetano Ruoppo, Gaetano Miniero e Franco Reale, tutti sempreverdi “over-60”. Un’esperienza corale, coinvolgente ed emotivamente intensa per il folto pubblico che ha partecipato con entusiasmo alle sollecitazioni eterne della musica. Esecuzioni musicali perfette e sentite per volare sulle ali dei ricordi e della fantasia tra canzoni leggendarie e rappresentative del percorso della musica leggera italiana e internazionale dagli anni ’50 ai giorni nostri. Si è partiti da “Un uomo e una donna”, capolavoro di Giorgio Gaber, passando per “Cu’ mme”, scritta nel 1992 da Enzo Gragnaniello e interpretata dall’autore con Roberto Murolo e Mia Martini in occasione dei festeggiamenti dell’ottantesimo compleanno del Maestro Murolo, “Anema e core”, scritta nel 1950, dal musicista Salve D’Esposito e dal paroliere Tito Manlio, “A chi”, successo di Fausto Leali del 1966, versione italiano del brano americano Hurt, “Che sarà”, scritta da Jimmy Fontana, e interpretata da José Feliciano e i Ricchi e Poveri al Festival di Sanremo 1971, dove si classificò al secondo posto, “L’emozione non ha voce”, di Adriano Celentano, scritta nel 1999da Gianni Bella (musica), Mogol (testo), “Nun è peccato”, hit indimenticabile degli anni ’60 di Peppino Di Capri, “Io che non vivo senza te”, successo mondiale di Pino Donaggio, pubblicato nel 1965, “Bella” da Notre Dame De Paris di Riccardo Cocciante, 1998, “Una ragazza in due”, hit del gruppo beat italiano I Giganti, pubblicato nel 1965, “Sapore di sale”, il capolavoro di Gino Paoli, del 1963, “I miei giorni felici”, di Wess, il cantante americano di colore che ebbe grandissimo successo con Dori Ghezzi negli anni ’60, “Hallelujah”, ispirato inno religioso del cantautore canadese Leonard Cohen del 1984, “Chi si vuol bene come noi”, successo di Domenico Modugno del 1968, “Uomini soli”, con cui i Pooh vinsero Sanremo 1990, “La prima cosa bella”, brano del 1970 secondo al Festival di Sanremo, nel quale fu presentato in doppia esecuzione da Nicola Di Bari e i Ricchi e Poveri, “My Way”, canzone simbolo di Frank Sinatra del 1968, “Il mondo”, capolavoro di Jimmy Fontana del 1965, “Il sole è di tutti”, che Stevie Wonder lanciò nel 1968 quale versione in lingua italiana di un suo successo inglese, “Un’ora sola ti vorrei”, uno dei classici italiani degli anni ‘60, interpretato dai Camaleonti, Gianni Nazzaro, la Vanoni, Giorgia, “Tanta voglia di lei”, hit dei Pooh del 1971, “O’Sarracino”, successo immortale di Renato Carosone, del 1958, fino al bis, tra gli applausi e i cori, di “Malafemmina”. Anima dell’evento, don Franco Maresca. La sua chiesa, Santa Lucia, sita in località Fuorimura, vanta una tradizione secolare. La cappella, agli inizi del ‘600, apparteneva, insieme al convento di Santa Maria di Casarlano, ai Padri Domenicani di San Pietro Martire di Napoli. Amministrata successivamente dalla famiglia Falangola sin dal principio del ‘700 e dal 1858 dalla famiglia Galano, nel 1975 divenne parrocchia, per volere di Monsignor Pellecchia, che nominò parroco di Santa Lucia il giovane sacerdote don Franco Maresca, l’11 aprile 1975. Con don Franco l’intensa attività pastorale della parrocchia, che da oltre quarant’anni non si è mai fermata, ha contributo in maniera determinante alla creazione di un forte sentimento identitario, che caratterizza la comunità di Santa Lucia. Quali beneficiari del toccante evento, don Franco ha identificato le persone diversamente abili accolte dalla Cooperativa Sociale “Oltre i sogni” di Via Atigliana 19, presieduta con tenacia e passione da Angela Sorrentino, presente alla serata. La Cooperativa, nata nel 2001 come attività di volontariato di pochi giovani a favore delle persone disabili iscritte alle attività del Centro Diurno “Gli Aquiloni”, oggi è un’eccellenza del nostro territorio per servizi di alta qualità, con oltre 50 dipendenti di un’équipe pluri-disciplinare composta da educatori, psicologi, assistenti sociali, istruttori dei vari laboratori (grafico-pittorico, di alfabetizzazione, di informatica, di musica, di cucina, di ceramica), OSA, autisti e ausiliari. “Un oceano è fatto di tante piccolissime gocce”, ammoniva Madre Teresa. Ecco, la solidarietà è considerare ogni piccolissima goccia parte integrante ed essenziale di quell’oceano. Nessuna da buttare. E’ la base della società. E poi, fare del bene fa bene. Regala felicità. Ci sono due tipologie di felicità: “edonica” ed “eudemonica”. La prima è legata al personale benessere e senso del piacere derivante dall’appagamento di un bisogno o desiderio, mentre la seconda nasce dal fare stare bene di chi ci circonda, ed è tipica della natura sociale della specie umana. In base alle ricerche scientifiche, fare del bene ha delle ripercussioni sul benessere fisico e psichico dell’individuo, migliore la qualità dell’esistenza, i rapporti con gli altri, auto-stima e senso di controllo, riduce malattie e depressione, rende il sistema immunitario più efficiente, aumenta la longevità. Lo intuì già Alessandro Manzoni: “Si dovrebbe pensare più a fare del bene che a stare bene: e così si finirebbe anche a star meglio”. Ricordiamocelo sempre.
Carlo Alfaro