Allarme Federalberghi su fallimento Thomas Cook, debiti per centinaia di migliaia di euro alle strutture ricettive.
Grande preoccupazione, anche in penisola sorrentina, per tante strutture ricettive legate da anni allo storico tour operator britannico.
Sorrento – Secondo gli esperti con il crac Thomas Cook il settore del turismo rischia perdite per 500 milioni di euro. Molta preoccupazione anche in Italia ,per anni una delle mete preferite dallo storico tour operator inglese. Secondo Federalberghi la norma europea sui pacchetti di viaggio è lacunosa e non tiene conto del ruolo delle imprese turistico ricettive. Sebbene sia stati saldati i debiti di luglio mancano completamente le entrate di agosto e metà settembre. Una situazione molto critica che pesa non poco sul bilancio delle attività, in quanto ci sono strutture che vantano crediti finanche per centinaia di migliaia di euro. Una situazione confermata dal presidente di Federalberghi Bernabò Bocca che denuncia una sorta di rischio “tsunami”.
Le istruzioni diffuse al momento dalla compagnia si soffermano soltanto sulla tutela dei turisti, bloccando la partenza di coloro che stavano per mettersi in viaggio e coordinando il rimpatrio di coloro che sono attualmente in vacanza. Senza tenere conto degli alberghi ed altri partner che ora si trovano in una situazione a dir poco complicata. Una soluzione, secondo i vertici di Federalberghi, al momento potrebbe essere legata ad un intervento del governo nei confronti delle autorità inglese. Intanto per tamponare la situazione, Federalberghi consiglia , in caso di eventuali arrivi di clienti che hanno prenotato con Thomas Cook, di informare che si dovrà saldare il conto in albergo, per poi chiedere alle competenti autorità inglesi il rimborso di quanto versato all’operatore. Sul caso, comunque, Federalberghi ha immediatamente contattato Hotrec, l’organizzazione europea degli albergatori, e le consorelle degli altri Paesi, per organizzare il confronto con il liquidatore e coordinare l’azione legale che si renderà probabilmente necessaria presso i tribunali inglesi. Tuttavia si prevedono tempi lunghi e con esiti incerti, e non si esclude che molte aziende italiane patiranno le gravi conseguenze di quanto accaduto.
Molta preoccupazione anche in penisola sorrentina da sempre una delle mete preferite dallo storico tour operator britannico, dove la notizia del fallimento Thomas Cook si è immediatamente diffusa oltre che tra gli imprenditori anche tra i lavoratori del comparto turistico. A tale proposito registriamo un intervento del leader di “Insieme per Sorrento”, Rosario Fiorentino, da sempre vicino ai lavoratori del turismo e danni ormai impegnato nelle battaglia per debellare la Naspi. Lo sconsiderato provvedimento varato dal Governo Renzi che taglia il sussidio di disoccupazione ai lavoratori stagionali. “Il fallimento della Thomas Cook – esordisce Fiorentino – si abbatte come un uragano anche su decine di aziende alberghiere della penisola sorrentina. A questo punto chi si fa carico degli alberghi e dei dipendenti che subiscono una tempesta del genere? Stiamo parlando di migliaia di posti di lavoro. Un buco di milioni di euro – continua il leader di IpS – aziende e dipendenti che dopo aver lavorato mesi non incassano un euro perché la Società è fallita. Non una qualsiasi ma una delle più importanti al mondo che ha fatto nel corso degli anni la storia del turismo inglese”.
Sulle pagine di Facebook, stessa linea, si registra anche il commento del leader del Movimento Civico “Conta anche Tu”, Francesco Gargiulo: “il fallimento della Tomas Cook a coinvolto anche la nostra città, la quale da sempre ha un apporto stretto con i turisti della Gran Bretagna. Ricordo che questo colosso del turismo mondiale negli anni addietro emetteva addirittura i famosi Travel Cheque a dimostrazione della sua solidità economica. Non sappiamo – prosegue Gargiulo – le ragioni di questo fallimento e siamo vicini a chi ne è coinvolto, però il grido di allarme di Federalberghi credo che faccia parte del rischio d’impresa rischio a cui sono soggetti tutti i commercianti e tutti gli esercenti”.
All’indomani di tale inquietante evento riemergono le considerazioni di chi da tempo contrasta un modo ormai atavico e vincolante di praticare del buon turismo in penisola sorrentina. A tale proposito, sempre dalle pagine di Facebook , riportiamo il commento del noto imprenditore, Fabio Colucci: Sono anni che vado dicendo che non era più questo il modo di fare turismo; abbiamo creato a Sorrento troppi oligopoli. Siamo incappati nella crisi degli Stati Uniti, poi in quella Italiana, poi nel Brexit ed adesso nel fallimento di Thomas Cook. Si pensi che le tre Nazioni che ho citato, da sole rappresentano il 70% delle presenze Sorrentine Quale altro tipo di catastrofe dovrà abbattersi sull’economia locale, prima di capire che questa politica turistica prima o poi ci annienterà ?
Oltre alle preoccupazione nell’immediato per le aziende e di conseguenza per tante famiglie di lavoratori, la crisi Thomas Cook, in un’epoca in cui internet la fa ormai da padrone,apre ulteriori allarmanti scenari, per un territorio, come quello sorrentino, che vive esclusivamente di turismo. Dove amministratori ed imprenditori operando in modo quasi obsoleto continuano ad ignorare la necessità di investire su un modo differenziato, anche e soprattutto nel rispetto di un territorio che da solo continua a fare la sua parte, una recettività che possa restituire maggiori garanzie e dignità non solo al contesto socioculturale ma anche a coloro che fanno impresa. 25 settembre 2019 – salvatorecaccaviello.