Balotelli e gli altri: quando il talento non basta

21 settembre 2019 | 10:03
Share0

Nel mondo dello sport e non solamente nel calcio ci sono tantissimi talenti che, per un motivo o per l’altro, si sono persi con il passare del tempo. Non per colpa del fatto che non avessero talento, quanto più che altro perché la loro vita non fosse stata impostata esattamente su impegno e sacrificio. Insomma, quante volte abbiamo sentito parlare di un talento letteralmente sprecato perché poi l’aspetto mentale non è cresciuto allo stesso passo?

Dei veri e propri geni sul rettangolo di gioco, ma dei completi disastri nella quotidianità: carriere che è brutto definire sprecate, ma che in realtà sarebbero potute diventare davvero più brillanti. Nel mondo del calcio ci sono tantissimi esempi, purtroppo: partendo da Balotelli fino ad arrivare a Boateng, passando ovviamente per Cassano e Adriano. Ci sono tanti calciatori che avrebbero potuto ambire davvero ad una carriera da top player, ma che purtroppo non hanno mai avuto abbastanza testa per maturare a sufficienza anche fuori dal campo.

Gli ingestibili: talento e follia

Partiamo proprio da quello che si può tranquillamente definire come il più grande talento incompiuto, ovvero SuperMario. Con ogni probabilità, quella al Brescia è forse l’ultima chance per Balotelli, sportivo tra i più eccentrici al mondo, anche se è chiaramente in ottima compagnia. Quando ha esordito in Serie A con la maglia dell’Inter, allenato da José Mourinho, tutto lasciava pensare che Mario Balotelli sarebbe diventato un vero campione. Eppure, fin dai primi mesi della sua avventura nerazzurra, in prima squadra ovviamente, si nota come il carattere del giovane bresciano sia tutto fuorché facile e rispettoso. Anzi, comportamenti sopra le righe come se piovesse, tante giocate da talento puro, ma un’incredibile immaturità fuori dal campo. In poche parole, Balotelli già nella sua prima esperienza nerazzurra riesce a scontrarsi contro tutto e tutti. Anche nelle sue due avventure in Inghilterra, prima con la maglia del Manchester City e poi con quella del Liverpool, Balotelli non è mai stato in grado di trovare quella continuità mentale e di rendimento poi in campo, che potesse fargli spiccare finalmente il volo. Nemmeno al City allenato dal suo mentore Roberto Mancini: anche lui non ce l’ha fatta a gestire l’indomabile Balotelli. Un talento sprecato anche per la Nazionale italiana: nonostante abbia sfiorato un titolo europeo trascinando la Nazionale con i suoi gol, poi ha perso stabilmente il posto in azzurro.

Quando si parla di talento sprecato e di chance per diventare un campione, un riferimento non lo si può proprio evitare ad Antonio Cassano. Un fenomeno che arriva da Bari Vecchia: con quei piedi, Fantantonio ha dimostrato di poter fare qualsiasi cosa, ma poi le sue bizze fuori dal campo risulteranno decisive. Anche per lui, l’epilogo della sua carriera non è particolarmente trionfale e sono state proprio le sue mosse irresponsabili a contribuire al fallimento quando ha vestito la maglia del Real Madrid. All’apice della sua carriera veniva paragonato anche a Leo Messi, ma purtroppo si è perso strada facendo.

Nasri e Adriano

Un altro grande giocatore, quantomeno sulla carta è Samir Nasri: in questo caso, la continuità di rendimento tanto decantata non è mai arrivata. Anzi, spesso e volentieri, le sue prestazioni negative sul campo sono state accompagnate da un atteggiamento poco costante e molto superficiale. Nulla da dire certamente dal punto di vista tecnico e qualitativo, ma per fare strada nelle big europee e nel mondo dei campioni ci vuole ben altro, almeno dal punto di vista caratteriale. Il fatto di credere di essere il migliore lo ha sempre portato a tenere comportamenti da primadonna, che hanno fatto più male che bene all’intera sua carriera calcistica. Un altro grandissimo giocatore, che aveva tutte le carte in regola per diventare un campione a tutti gli effetti, risponde al nome di Adriano. Il brasiliano, uno dei pupilli di Moratti, quando arrivò all’Inter impressionò tutti per potenza e forza fisica e per avere un tiro veramente stupefacente. Purtroppo, la morte del padre ha segnato definitivamente la sua carriera, facendolo cadere nel vortice dell’alcol e della droga, ponendo fine ai suoi sogni di gloria calcistica in men che non si dica.