Cava de Tirreni. 50enne ricattata per video hard
Aveva accettato l’amicizia da un uomo, nascosto dietro un falso profilo Facebook, e dopo una breve conoscenza si era fatta convincere a scambiarsi video e foto hard. Dietro il ricatto con tanto di estorsione alla 50enne cavese ci sarebbe anche un suo amico. Una sorta di spia che avrebbe fornito informazioni, utili per farla cadere nella rete, per poi spillarle – con la minaccia di rendere pubblico tutto il materiale – ben novemila euro. È questo uno degli sviluppi della squallida vicenda che vede come vittima una casalinga cavese. «Avevamo dei sospetti – hanno spiegato gli avvocati Alfonso e Marco Senatore, legali della donna – ed appena abbiamo avuto delle prove in più abbiamo presentato un supplemento di denuncia alla polizia postale che sta indagando sulla vicenda per cercare di smascherare i responsabili, anche se, al momento, appare molto difficile. Possiamo, però, dire che siamo riusciti a bloccare questo giro di estorsione. La signora, infatti, ha pagato la prima richiesta che ammontava a novemila euro, ma per fortuna prima di sganciare altri cinquemila euro ha deciso di parlare. Ha rotto il muro di pudore e si è rivolta a noi che abbiamo subito inoltrato la denuncia». I fatti si riferiscono a mesi fa quando la signora cavese, una casalinga 50enne di bell’aspetto, ha accettato l’amicizia di un uomo: un signore molto elegante che si presentava come un imprenditore. Dalle prime chat si è passati a telefonate al cellulare con una conoscenza sempre più spinta.
LE TELEFONATE
«Hanno iniziato a scambiarsi foto e video hard – spiegano gli avvocati – in maniera del tutto consensuale». Ma non è finita o meglio l’amico virtuale è sparito mentre la casalinga cavese ha ricevuto una strana telefonata al cellulare. «Era una donna che la minacciava di diffondere in rete tutto il materiale hard. Per evitare la pubblicazione la donna doveva pagare novemila euro ad una banca on line». La signora cavese, in preda alla paura, ha chiesto diversi prestiti ad amici e conoscenti ed ha effettuato il pagamento. Ma non è bastato. «È arrivata una nuova chiamata e una nuova richiesta di denaro. Questa volta doveva pagare altri cinquemila euro. Per fortuna la signora ha avuto il coraggio di parlare con noi che abbiamo proceduto con una denuncia. A questo punto la banca on line è scomparsa come la donna che richiedeva il denaro. In queste ultime settimane abbiamo presentato un supplemento di denuncia perchè abbiamo il sospetto che qualcuno della cerchia di amici della nostra assistita abbia avuto un ruolo in questa triste vicenda».
Simona Chiariello, Il Mattino