Costa d’Amalfi, tra strade martoriate e dissesti idrogeologici. La riflessione di Secondo Amalfitano: “di assuefazione si può anche morire”
Positanonews racconta quotidianamente i disagi vissuti in Costa d’Amalfi, tra strade martoriate e fenomeni idrogeologici che rendono insicura la percorrenza sulle principali arterie stradali della nostra costiera. Da Positano a Ravello, dalla SS 163 alla Sp1, il pericolo è sempre dietro l’angolo ma la situazione è sempre più statica. Secondo Amalfitano, il direttore di Villa Rufolo con un’acuta riflessione su questi fenomeni, cerca di toccare le coscienze degli abitanti della Costiera Amalfitana con proverbiale schiettezza.
La Costiera da anni è affetta da una grave patologia: l’ASSUEFAZIONE. Alla faccia della nostra storia e della nostra identità culturale, siamo diventati un popolo di pecore; in nome del dio Danaro che ci consente di non soffrire di crisi economiche e occupazionali, subiamo azioni e accettiamo compromessi che, in altri tempi e in altri luoghi, registrerebbero sommosse popolari e rivolte. Per sistemare la nostra coscienza facciamo i rivoltosi su Facebook, scagliamo invettive su tutto e tutti, ci ergiamo a moralisti e paladini del giusto e dei deboli, ed il gioco è fatto. Dietro il filtro di un pc o di un palmare, distribuiamo equamente “mi piace” e “maldicenze” a favore o contro il malcapitato, di turno o abituale, e siamo tutti felici e contenti.
Morti, feriti, disagi, rischi, chi se ne frega, oramai ci siamo ASSUEFATTI. Ravello in passato era più città nordeuropea che italiana, insieme ad Amalfi e Positano; oggi la Costiera è diventata prototipo del “Mezzogiorno d’Italia”, anche perché chiunque arriva qui, e a qualsiasi ora, si accomoda e…..”mangia”.
Io continuo imperterrito a fare le mie battaglie consapevole di rasentare, oramai, la schizofrenia paranoica; ma solo così riesco a stare bene con me stesso e a ritenere di sdebitarmi con un territorio che mi ha dato tantissimo.
A quanti si trastullano nella nuova moda della psicoterapia di massa rappresentata dai social, dico: siete patetici e vere e proprie menti obnubilate bisognevoli di cure antiflogistiche; ai silenti dico attenzione, un giorno alla guida del furgone o della macchina, il giovane stritolato su un parapetto, la donna morta, potrebbe essere uno di voi o un vostro congiunto caro; alle Forze dell’Ordine, a quanti hanno la responsabilità della cosa pubblica e della sicurezza pubblica, dico intervenite con fermezza e decisione: la Strada Provinciale 1 non ha i requisiti di sicurezza che la legge impone, se chi la gestisce non è capace di metterla in sicurezza, essa va chiusa e interdetta totalmente al traffico, e i responsabili vanno perseguiti senza indugio alcuno. Forse così si risveglierà anche la coscienza di tanti, magari solo perché vedranno lesi i loro interessi commerciali e offeso il loro dio, ma almeno si salvano vite umane.
Una volta si avviavano processi di assuefazione ai veleni, assumendone dosi minime quotidianamente; oramai ne assumiamo ogni giorno quantità industriali e non ce ne rendiamo conto; forse vogliamo dimostrare scientificamente al mondo che di ASSUEFAZIONE SI PUO’ ANCHE MORIRE.