Koulibaly un mese da incubo -Kalidou siamo tutti con te

27 settembre 2019 | 06:55
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Koulibaly  un mese da incubo -Kalidou siamo tutti con te
Koulibaly  un mese da incubo -Kalidou siamo tutti con te
Koulibaly  un mese da incubo -Kalidou siamo tutti con te
Koulibaly  un mese da incubo -Kalidou siamo tutti con te

10 Gol in Serie A In questa stagione ha giocato 403 minuti in campionato e 90 in Champions. Koulibaly ha segnato 10 gol con la maglia del Napoli: tutti in Serie A

218 Partite con il Napoli Kalidou Koulibaly, 28 anni, è stato acquistato dal Napoli nel 2014: è arrivato dal Genk ed è costato 7 milioni e 750.000 euro. Ha un contratto fino al 2023

Dall’autogol a Torino con la Juve al rosso con il Cagliari: Kalidou riparte dall’affetto di Maradona

Mercoledì 25 settembre: il Napoli perde 1-0 con il Cagliari, Koulibaly viene espulso all’87’ per proteste
Sabato 31 agosto: Koulibaly sbaglia il rinvio e provoca l’autogol al 92’, la Juve batte il Napoli 4-3  Cento milioni (ma se volete, facciamo anche centocinquanta, come sulla clausola) che languono, lasciando che il testone ciondoli, in assenza d’un perché. Non è mica semplice vivere sempre sul K2, ma dev’essere successo qualcosa, a quella altitudine, perché il secondo indizio s’avvicina alla prova che ci sia in atto una piccolissima e però percettibile crisi d’identità, eredità scottante di un’estate «rovinosa», trascorsa ad elaborare la delusione per la sconfitta nella finale di Coppa d’Africa (vista dalla tribuna da squalificato), poi ingigantita un’autorete d’una perfidia impareggiabile – al 92′ e nella madre di tutte le partite – e infine rilanciata da quel finale hot contro il Cagliari, nel quale il «dolore» per la sconfitta gli sarà almeno pari a quella per l’espulsione e ad una squalifica che può bruciargli qualche altra partita.

SUCCEDE. E’ successo tutto così in fretta, da non rendersi conto d’essere finito in un frullatore che divora le sensazioni, non certo i sentimenti, e rende complicate le scelte apparentemente più semplici, come quel pallone al 39′ della ripresa, ce l’aveva proprio sulla testa, ed era anche solo, l’avrebbe potuta «masterizzare» a modo suo, come fece a Torino contro la Juventus, nella serata dello sbarco, e anche come gli era capitato poco prima, al 9′ quando Olsen è volato come un angelo. Però il calcio ha il suo andamento, che oscilla da un istante all’altro, e in quell’azione lì, proprio in quella, il «fratello» minore di Koulibaly deve aver sospettato d’essere in fuorigioco o chissà cosa ed ha semplicemente accarezzato l’idea, senza realizzarla.

THE BEST. In realtà, non cambia niente: quante volte vi avranno detto che la vita è attraversata da cicli, tutto un «up and down», come andare sulle montagne russe? Solo che sei il K2, dunque una cima, un sorta di mostro sacro da affiancare ai Sergio Ramos e ai Van Dijk, ai totem del calcio moderno, che non sbagliano (quasi) mai e quando ciò capita, lasciano che gli scivoli addosso quel frammento della loro esistenza e ricominciano laboriosamente ad essere se stessi.

IL RISCATTO. Però è inevitabile che a un certo punto regni un pizzico di disorientamento, è così bello riuscire a vivere con solide certezze, senza doversi mai preoccupare di fronteggiare il destino o semplicemente una disgraziata parabola arcuata che invece di essere arpionata dal «piattone» del piede sinistro, prende un’assurda traiettoria, ti finisce sullo stinco e poi si accomoda all’incrocio dei pali. Che sta sempre assai distante dal K2, perché poi lassù si torna, ormai sono sei anni e Koulibaly ne è consapevole: «Se Maradona, il più grande di tutti i tempi, si esprime in quel modo su di me, vuol dire allora che sono sulla strada giusta, però il percorso è lungo». Ma gli è già noto: la scalata è ripartita.

fonte:corrieredelosport