Successo confermato dall’ultimo singolo, Tu sei l’amore di cui hai bisogno, che è stato uno dei più apprezzati e attesi dei concerti estivi del gruppo, e che viene in questi giorni ristampato in una versione colorata per celebrare un’altra ristampa, quella in doppio vinile di uno dei loro album più celebrati, Stadio Mobile Live, album che ha dato il titolo anche al nuovo tour Stadio Mobile Live 4.0, partito lo scorso giugno e ancora in corso, con le prossime date previste a Rende (26 settembre), a Piano di Sorrento (29 settembre), e un calendario ancora in aggiornamento.
E per non farsi mancare nulla Gaetano Gurreri è stato inoltre impegnato nella scrittura del nuovo inedito di Emma Marrone, Io sono bella, scritto dallo stesso Curreri e da Vasco Rossi, con la collaborazione dei due giovani autori Gerardo Pulli e Piero Romitelli, ed è al lavoro sul nuovo album della band. Chissà se Curreri conosce davvero il segreto del suo successo. “No, magari lo sapessi. So di essere stato fortunato”, dice lui, “perché le canzoni che ho scritto non le ho cantate solo io, se fosse stato così sarebbero rimaste a un pubblico determinato. Invece questi grandi personaggi che le hanno cantate, da Dalla a Vasco, ma anche a Loredana Bertè e tanti altri, mi hanno dato una visibilità e un onorificenza. E poi c’è la gente, che ama le nostre canzoni ed è incredibilmente emozionante sentirli cantare con noi tutte le sere, sono momenti talmente carichi di vita che non saprei cosa fare senza. Di certo sembrerei piu vecchio, avrei i piu capelli banchi e non avrei sistemato il femore in ventidue giorni”. Curreri alla fine, se ci è consentito dirlo, ha un superpotere, quello di saper mettere insieme parole e musiche che muovono il cuore di chi ascolta, con canzoni che, chiunque le abbia cantate, hanno fatto un pezzo di storia italiana. “Un superpotere? Un mio amico direbbe ‘una gloria da stronzi’ piuttosto. Scherzi a parte è ovviamente una cosa incredibile quando quello che scrivi diventa parte della vita della gente. È la magia della canzone e si rinnova ogni volta”.
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Ma c’è una canzone, nel grande repertorio degli Stadio, alla quale Curreri è particolarmente legato? “Si, non ho dubbi, è “Chiedi chi erano i Beatles”, che ho scritto con Roberto Roversi. Sempre quella. C’è un uomo grande in quella canzone, Roberto Roversi, una persona molto viva in questa città che è Bologna e nella cultura della canzone d’autore. Quando scriveva un testo, una poesia, sapeva che le parole avevano un valore, ogni singola parola, limata, aggiustata, decine, centinaia di volte. Antonio, il nipote libraio, ha trovato un’agenda con tutto il percorso di scrittura della canzone, 365 giorni di parole per arrivare alla stesura finale. Un lavoro pazzesco, minuzioso, scientifico, fatto da un uomo che stava chiuso tra libri che considerava degli oggetti vivi, uno scienziato della parola. Tutte le volte che canto quella canzone mi si riempie il cuore”.