Ministro dello sport Spadafora -Non c’è spazio per i razzisti
Il West Ham ha bandito a vita dal proprio stadio un tifoso accusato di cori antisemiti in una partita della scorsa stagione. L’uomo è stato individuato grazie ad un video apparso sui social lunedì. «Siamo disgustati dai contenuti di un video che circola sui social media da lunedì sera, girato verso l’inizio della stagione 2018-19. Tolleranza zero», si legge in un comunicato del West Ham.
Basta con gli episodi di razzismo negli stadi italiani, «a costo di prendere decisioni impopolari». I comportamenti discriminatori delle ultime settimane, in serie A ma non solo, preoccupano anche il ministro dello Sport e delle Politiche giovanili, Vincenzo Spadafora, che a distanza di pochi giorni dall’insediamento mette in chiaro una delle priorità del suo mandato: eliminare i casi di intolleranza negli impianti sportivi del Paese, perché «è arrivato il momento che ognuno si prenda le sue responsabilità: istituzioni, politica, federazioni e tifosi». In una intervista concessa al quotidiano spagnolo El Pais, il ministro ha spiegato che «quando arrivano sanzioni e c’è un inasprimento delle regole, è normale che ci siano gli scontenti. Ma bisogna far comprendere che non esiste spazio per il razzismo, né all’interno dello sport né fuori».
SANZIONI. Le misure che ha in mente Spadafora sono diverse, ma prima è necessario un incontro sul tema con tutti i rappresentanti del mondo sportivo (già ieri Malagò si è detto «in piena sintonia») per condividere con loro «un vero cambiamento, con sanzioni più dure e più efficaci. Il mio obiettivo è fare in modo che i tifosi prendano le distanze dai loro vicini di posto razzisti, se non per convinzione almeno per convenienza: la strada è ancora lunga – sottolinea il ministro – ma in questo Paese è arrivato il momento di cambiare». Non lo vuole solo il Governo ma ce lo chiede anche la Fifa. L’Italia è osservata speciale. Il presidente Gianni Infantino, commentando i buu a Dalbert in Atalanta-Fiorentina di domenica scorsa a Parma, ha detto che «la situazione non è più accettabile» e ha rincarato attraverso i microfoni di Sky Sport: «Il razzismo è un problema in Italia, come in altre parti del mondo. Dovrebbe essere un Paese moderno, civile, educato e invece… Penso ci si stia muovendo in una direzione sbagliata, anche se non bisogna mai generalizzare. Sappiamo bene che si parla di un gruppo di idioti, però dobbiamo lottare e condannare questi atteggiamenti». Come? «Identificando le persone, mettendole in galera, buttandole fuori dagli stadi e facendo in modo che siano punite».
SALTO. Insomma il problema va affrontato in maniera «seria e definitiva», per usare le parole di Spadafora. Che auspica un «salto di qualità» pur credendo che «il nostro Paese non sia più razzista degli altri». Con un passato da presidente di Unicef Italia e da Garante dell’Infanzia («il mio è l’impegno di una vita»), Spadafora sa che la lotta culturale è imprescindibile, nonostante la strada per l’affermazione di alcuni diritti sia «ancora lunga e con ostacoli». Ma se questo Governo ha voluto un ministro per lo Sport, ha spiegato ancora, vuol dire che «considera questo mondo una risorsa per il Paese, un’eccellenza come la moda e il cibo».
fonte:corrieredellosport