Napoi -Cagliari le probabili formazioni -Mertens una doppietta per raggiungre Maradona

25 settembre 2019 | 06:33
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Napoi -Cagliari  le probabili formazioni -Mertens una doppietta per raggiungre Maradona
Napoi -Cagliari  le probabili formazioni -Mertens una doppietta per raggiungre Maradona
Napoi -Cagliari  le probabili formazioni -Mertens una doppietta per raggiungre Maradona
Napoi -Cagliari  le probabili formazioni -Mertens una doppietta per raggiungre Maradona
Napoi -Cagliari  le probabili formazioni -Mertens una doppietta per raggiungre Maradona

9 Reti segnate al Cagliari L’attaccante del Napoli, Dries Mertens ha realizzato nove gol contro il Cagliari in Serie A: solo contro il Bologna (11) ha fatto meglio; inoltre, il belga ha segnato (5 reti) in tutte le quattro partite casalinghe disputate contro i sardi.

Il Napoli ha vinto sette delle ultime otto gare interne di Serie A contro il Cagliari (1N), realizzando sempre almeno due gol a partita (3.1 di media nel parziale).

Napoli-Cagliari sarà diretto dall’arbitro Di Bello di Brindisi.

Gli assistenti saranno Schenone e De Meo. IV uomo: Pezzuto. VAR: La Penna-Longo.

Questi i 10 precedenti in Serie A di Di Bello con gli azzurri:

Napoli-Parma 2-0 il 18 dicembre 2014
Napoli-Udinese 3-1 l’8 febbraio 2015
Napoli-Torino 2-1 il 16 gennaio 2016
Napoli-Chievo 3-1 il 5 febbraio 2016
Napoli-Chievo 2-0 il 24 settembre 2016
Napoli-Sampdoria 2-1 il 7 gennaio 2017
Napoli-Atalanta 3-1 il 27 agosto 2017
Udinese-Napoli 0-1 il 26 novembre 2017
Benevento-Napoli 0-2 il 4 febbraio 2018
Napoli-Sassuolo 2-0 il 7 ottobre 2018

Probabili formazioni
NAPOLI (4-4-2): Meret; Di Lorenzo, Maksimovic, Koulibaly, Mario Rui; Callejon, Allan, Zielinski, Insigne; Mertens, Lozano. All. Ancelotti

Indisponibili: Tonelli

CAGLIARI (4-3-1-2): Olsen; Cacciatore, Pisacane, Ceppitelli, Lu. Pellegrini; Nandez, Oliva, Rog; Castro; Joao Pedro, Simeone. All. Maran

Indisponibili: Nainggolan, Faragò, Pavoletti, Cragno, Cigarini

Il Cagliari ha perso tutte le ultime sette partite di Serie A contro il Napoli: è la striscia aperta di sconfitte consecutive più lunga per i sardi contro una singola avversaria nella competizione.

Il Napoli ha vinto sette delle ultime otto gare interne di Serie A contro il Cagliari (1N), realizzando sempre almeno due gol a partita (3.1 di media nel parziale).

Il Napoli ha vinto la prima partita casalinga di questo campionato: dal 2016/17, i partenopei hanno sempre vinto le prime due gare interne stagionali in Serie A.

Solo due volte nella sua storia il Napoli ha segnato più di 13 gol (quanti realizzati finora in questo campionato) dopo le prime cinque partite stagionali di Serie A: nel 1957/58 e nel 2017/18 (19 in entrambe le occasioni).

Il Cagliari ha vinto le ultime due gare di campionato: i sardi non infilano tre successi di fila in Serie A da ottobre 2016, con Massimo Rastelli alla guida del club.

Il Cagliari ha guadagnato otto punti nelle ultime sei trasferte di Serie A: soltanto uno in meno di quelli racimolati nelle precedenti 19 gare esterne.

Tra le squadre affrontate almeno 10 volte in Serie A, il Cagliari è quella contro cui il tecnico del Napoli Carlo Ancelotti ha vinto in percentuale più incontri: l’81% (13 su 16).

Il Cagliari è la vittima preferita dell’attaccante del Napoli, Fernando Llorente, in Serie A: l’ex Juve ha segnato quattro gol in tre sfide con i sardi nel massimo campionato.

L’attaccante del Napoli, Dries Mertens, ha realizzato nove gol contro il Cagliari in Serie A: solo contro il Bologna (11) ha fatto meglio; inoltre, il belga ha segnato (cinque reti) in tutte le quattro partite casalinghe disputate contro i sardi.

L’unica tripletta dell’attaccante del Cagliari, Giovanni Simeone, in Serie A è arrivata proprio contro il Napoli, nell’aprile 2018, quando vestiva la maglia della Fiorentina.

Tra i pali ci sarà Meret Zielinski, il vero dubbio

Strano ma vero, Ancelotti lascia che i convocati si conoscano oggi, dopo la rifinitura del mattino. Però Manolas è rientrato in gruppo e, dunque, va considerato pronto per la sfida con il Cagliari (venticinquemila spettatori attesi, mentre la prevendita per il Brescia le proiezioni conducono a cinquantamila). La controrivoluzione è nei fatti, potrebbero cambiare tra sette e otto giocatori, rispetto alla gara di domenica scorsa a Lecce, con interventi, ovviamente, in ogni zona del campo. In porta ci va Meret, in attacco hanno parecchie possibilità Lozano e Mertens e a centrocampo ballottaggio in regia tra Fabian Ruiz e Zielinski, l’unico vero grande dubbio. C’è anche Allan, stavolta, che domenica scorsa non era stato convocato e che invece contro il Cagliari dovrebbe indossare la maglia da titolare.

Turnover K2, ci penserà Manolas

Kostas Manolas, 28 anni, difensore greco del Napoli mosca
La cautela, in certi casi, è indispensabile e per scendere dal K2 è consigliato usarne persino in dose abbondanti: ma il calcio, che si gioca a bassa quota, soffoca, stritola, appesantisce i muscoli e a volte anche le idee e conviene sfruttare le occasioni utili per scacciare via le tossine e l’acido lattico. Cinque partite e quattrocentocinquanta minuti tutti d’un fiato possono essere sufficienti però anche no, perché a volte per resistere ad oltranza basta avere il fisico bestiale di Kalidou Koulibaly, che un anno fa ne ha giocate 48 su 52: ma Napoli-Cagliari, adesso di mercoledì sera come l’ha prevista il computer, diventa un’opzione da sfruttare, Manolas sta meglio, praticamente bene, e si può fare, volendo.
SI CAMBIA. Sarebbe accaduto a Lecce, domenica, se il greco non si fosse fermato, e potrebbe succedere stasera, per evitare d’ingolfare i quadricipiti d’una stella che sta tornando a brillare e di luce propria, dopo aver sofferto (silenziosamente) in un’estate soffocante, attraversata elaborando l’amarezza per la sconfitta in finale di coppa d’Africa e poi ricercando se stesso. Il dubbio, il più autentico, è là dietro, in quella linea a quattro che può essere rivoluzionata, e per tre-quarti, perché adesso si può e val la pena di pensarci ancora un poco, avendo tempo a disposizione.GLI ESTERNI. Il resto verrà da sé, lo suggerirà l’analisi che sussurrerà il libro bianco ma anche la seduta mattutina, utile ad Ancelotti per guardare dentro al Napoli, per radiografarlo per intero e per tenerselo poi reattivo nei prossimi dieci giorni, quelli nei quali s’intrufoleranno prima il Brescia (alle dodici e trenta, da non sottovalutare), la trasferta di Champions a Genk e il pericolo-Torino. Il Napoli quasi nuovo di zecca sa anche, e tanto, di «vecchio», perché somiglierà, inevitabilmente all’identikit della squadra che s’è preso la scena con il Liverpool, con Di Lorenzo a destra e con Mario Rui a sinistra, entrambi rigenerati dall’ora e mezza di riposo a Lecce.

MUSCOLI. E poi ci saranno gli (ex) intoccabili: Callejon, e chi l’avrebbe detto?, si è fatto un pochino di panchina in «Via del Mare», destinazione assai insolita per lui che però rientra nella gestione, e Allan è invece rimasto a casa: uno andrà a destra, of course, l’altro in mezzo al campo, per abbinarsi al regista di turno, per offrire agonismo e intraprendenza, per assecondare la legge del turn-over, che è per tutti. Ventidue calciatori utilizzati (aspettano solo Gaetano,

Oliva in regia dall’inizio Difesa: dubbio Cacciatore

CAGLIARI – Nonostante il recupero record, Cigarini non sarà della partita, almeno inizialmente. Le sue condizioni non ottimali hanno spinto Maran a puntare su Oliva in regia dal primo minuto. E per non stravolgere completamente il reparto, il tecnico sembra orientato verso la conferma del resto della mediana con Nandez a destra e Ionita a sinistra. A farne le spese sembrava potesse essere Rog che, in panchina contro il Genoa, invece tornerà utile nel ruolo di trequartista alle spalle di Joao Pedro e Simeone. In questo modo, anche a gara in corso, Maran potrà far ruotare i suoi nel rombo di centrocampo. Birsa resta in pista per una maglia dal primo minuto anche se, dopo la rifinitura di ieri, era in leggero svantaggio rispetto ai suoi colleghi di reparto. Dubbio in difesa dove Cacciatore, reduce da due partite di fila da titolare, potrebbe non avere la benzina necessaria. Al suo posto scalpita il giovane Pinna.

Diego è ovunque, e s’avverte: è nella memoria d’una città intera, nella malinconia per il tempo ch’è volato via, nei racconti che s’accavallano da padre in figlio e in quello sguardo birichino d’uno scugnizzo d’adozione che sa come prendersi la Storia. Diego è la favola da regalarsi per poi poterla, un giorno, sussurrare alla luna: meno due, si può fare, e può bastare una notte o servirne altre ancora, per sistemarsi al fianco della stella più luminosa del firmamento. Diego (Armando) Maradona è per Dries Mertens il sogno più abbagliante di questa sua vita napoletana, sette anni densi di capolavori cromaticamente ispirati dal rosso e dal blu, che sta per Bologna (undici reti segnate) ma anche, ovviamente, per il Cagliari (nove gol).

LA MUSA. La scalata al trono, che comprende anche il sorpasso a Diego, in effetti cominciò a Cagliari, l’undici dicembre del 2016, in una giornata quasi surreale (5-0 in trasferta) e nella prima, autentica prova di forza che Dries Mertens, «neonato» centravanti, mise in atto. Il Cagliari è una sua musa ispiratrice che scatena il talento d’un artista fiammingo: Diego è a due passi, e Hamsik un pochino più in là, ad otto reti, da collezionare con quella spruzzata d’allegria che serve per smitizzare se stesso e anche il football, rendendolo umano e anche goliardico, quando si può. Mertens è l’espressione esuberante di Napoli, che gli è entrata dentro, sino a restarne conquistato vivendola da uno degli angoli più suggestivi.

ESCALATION. Ma Napoli-Cagliari sa di calamita, un richiamo che viene scandito nel settennato con nove gol in dieci gare, due partite soltanto concluse restando in bianco (una del 2013, quando ancora faceva l’esterno, e l’altra nella passata stagione) poi infarcite da «quella» tripletta, da una doppietta, da una puntualità che ormai gli appartiene e che rientra nelle corde di questo centravanti insaziabile e mattacchione, che sa come «dissacrare» la gioiosità del gol esultando a modo suo: all’Olimpico di Roma per dedicare la prodezza al suo cagnolino, andò alla bandierina e simulò, vabbé ricorderete; e contro la Samp, pazzerello che fu, prese il pallone, se lo sistemò a mo’ di pancione, e quasi lasciò credere che fosse prossimo alla paternità, mentre a lui piaceva imitare le rotondità di un amico tassista.
LUI C’E’. La tendenza-Mertens è esplosa al Sant’Elia ma poi s’è allargata ovunque, in questo triennio prepotente (trentaquattro, ventidue e poi diciannove gol), in una escalation sfruttata per spingere Napoli al delirio, facendola innamorare della sua postura, delle sue movenze, delle stravaganze, di quella natura un po’ naif e un po’ (ma solo apparentemente) guascona. Però il bello deve ancora venire, perché lui ad Hamsik, al suo amico Marek, l’aveva promesso nel giorno del congedo del capitano da Napoli: «Ti vengo a prendere e ti batto». Napoli-Cagliari è già sua, si riprenderà quel posto lasciato a Lecce per le umanissime esigenze del turn-over alla coppia di torri che ora sposta un pochino più in là, ci arriva fresco e con l’ispirazione fertile di questo mese vissuto (come sempre) da protagonista: gol alla Fiorentina alla prima di campionato, doppietta alla Sampdoria alla terza giornata e poi il rigore per schiudere il successo sul Liverpool. E dunque DM, almeno per oggi, sta per Dries Mertens (e il dio del calcio capirà).

fonte:corrieredellosport