Padre Maurizio Patriciello a Scala Incontra New York. L’appello a Costa “Liberi la terra dei fuochi”
Se c’è un prete da sostenere nelle sue battaglie , questo è Padre Maurizio Patriciello. Padre Enzo Fortunato ci ha fatto il regalo di portarcelo a Scala in Costiera amalfitana, la città più antica della Costa d’ Amalfi per “Scala incontra New York”, alle 18 una tavola rotonda sulla pace, poi il concerto di Allevi, sono gli appuntamenti odierni di rilievo.
Sono passati anni da quando è cominciata la sua battaglia per la Terra dei Fuochi, ma se si legge la sua pagina Facebook, si nota che la battaglia è difficile e che ha davvero bisogno di aiuto che bisogna dargli con tutte le forze.
Quando i cristiani tacciono – per timore, per codardia o per il peccato che li assedia – allora tace il Bello, il Vero, il Buono. Allora trionfa il brutto, il falso, il cattivo. In tutto. Anche nell’architettura, nei ragionamenti, nei modi di rapportarsi, nei divertimenti. ” Senza di me, non potete fare nulla” disse Gesù. Mi accorgo che aveva terribilmente ragione. Pensate solo alle tante notti destinate per il divertimento che si sono trasformate in tragedie. Non solo per i responsabili ma per tanti innocenti.
Padre Maurizio Patriciello l’altro ieri ha pubblicato anche un accorato appello su Avvenire al Ministro Costa
Un appello appassionato e diretto al titolare dell’Ambiente Abbiamo lavorato, negli anni passati, gomito a gomito. Lui come generale della Forestale prima e dei Carabinieri poi, noi come semplici volontari. Nessuno meglio di Sergio Costa conosce dal di dentro il dramma della ‘terra dei fuochi’. Nessuno meglio di lui ha avuto a che fare con i comitati cittadini, i vescovi, i sacerdoti, i volontari di questo nostro territorio. Alla notizia della sua riconferma a ministro dell’Ambiente, abbiamo gioito. Il ministro sa bene quanta fiducia nutrono nel suo operato i ‘dannati della terra dei fuochi’. Pur consapevoli del complesso – e a volte farraginoso – funzionamento della cosa pubblica, della divisione delle responsabilità tra potere nazionale, regionale, municipale, vogliamo fin da adesso ribadire a Sergio Costa le cose da lui viste, osservate, imparate da vicino, e da tanti di noi ripetutegli in privato nei mesi del suo precedente mandato. La ‘terra dei fuochi’ non ha mai smesso di bruciare.
Al contrario, in queste settimane, ha ripreso a pieno ritmo. I roghi non si contano. Le colonne di fumo nero si vedono da lontano. Basta andare sui social per imbattersi nei video di tanti bravi e onesti giornalisti, a cominciare dall’inviato di ‘Avvenire’ Pino Ciociola, da sempre accanto alla nostra gente; dei volontari, dei giovani sensibili al dramma della loro terra. Le manifestazioni di protesta non si fermano. Nei vari Comuni delle province di Napoli e Caserta si continuano a organizzare marce, incontri, catene umane per richiamare l’attenzione dell’Italia tutta su una vergogna che non può continuare a passare inosservata. Siamo campani, siamo italiani, siamo europei.
Siamo consapevoli dei nostri doveri, ma i diritti – quelli veri, sacrosanti, irrinunciabili – li chiediamo con fermezza, ne pretendiamo il rispetto. Continuare a tollerare una situazione ingiusta, tacendo o tirando i remi in barca, equivarrebbe a diventare complici dei delinquenti, dei camorristi, degli industriali disonesti, dei politici corrotti e collusi che guardano solo ai propri interessi. Costa lo sa bene. In ‘terra dei fuochi’ centinaia di migliaia di cittadini onesti sono tenuti in ostaggio. E questa cosa è intollerabile. A loro, lo Stato, nonostante tante promesse fatte da ministri, parlamentari, istituzioni varie, non ha mai realmente dato una mano per uscire da una situazione incresciosa e insostenibile. Siamo terribilmente preoccupati per i nostri concittadini, in particolare gli anziani, gli ammalati, i bambini.
Non siamo così ingenui da non sapere che all’origine del cancro ci sono diverse concause, ma tra queste certamente c’è lo scempio ambientale che avvelena le nostre terre. E non è certo un segreto il fatto che la sanità campana non riesca a curare come dovrebbe i nostri ammalati, costretti tante volte a emigrare verso Nord, per tentare di strappare alla vita ancora qualche anno. A questa gente già tanto provata e umiliata, è stato fatto l’ultimo ‘regalo’. A causa della chiusura temporanea dell’inceneritore di Acerra, sul nostro territorio dovrebbero arrivare altre decine di tonnellate di rifiuti urbani. «Provvisoriamente», assicurano i diretti responsabili. Il fatto, però, è che dopo tante promesse non mantenute, la gente non crede più a nessuno.
Ministro Costa, quando nel mese di novembre dell’anno scorso, il precedente Governo mi invitò a partecipare a una sorta di Consiglio dei ministri in trasferta alla prefettura di Caserta, l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, portò la ‘sua’ ricetta per la ‘terra dei fuochi’: cinque nuovi inceneritori per la Campania, uno per ogni provincia. Cademmo dalle nuvole. Invitato a parlare, ricordai al ministro che in Campania si producono 5.000 tonnellate di rifiuti urbani al giorno, contro le 6.000 tonnellate di rifiuti industriali prodotti in nero e che non potranno mai essere smaltite in nessun inceneritore ma, per forza, dovranno bruciare sui maledetti roghi tossici.
Lavoro in nero, evasione fiscale, povertà, operai fantasmi, inquinamento ambientale, malattie e morte. Ecco la catena malefica che bisogna spezzare a tutti i costi. Ecco la serpe velenosa cui bisogna schiacciare il capo. Non mi ero mai permesso, nel suo precedente incarico, signor ministro, caro Sergio Costa, di scriverle pubblicamente. Lo faccio adesso, a poche ore di distanza dall’avvio del suo secondo mandato. Chiedo al direttore di ‘Avvenire’, il giornale che tanto si è prodigato per mettere in risalto lo scempio della terra dei fuochi, di pubblicare questo mio appello, che le rivolgo a nome del nostro popolo. Un popolo che seppure stanco non vuole, non può perdere la speranza. Adesso o mai più. Prenda in mano la situazione. Metta in atto tutto il potere che l’Italia le concede per liberare il popolo della ‘terra dei fuochi’.