Piano di Sorrento. Valentino Salvoldi la messa partecipata a Mortora. “In Africa si muore di fame, qui di fede”

6 settembre 2019 | 10:11
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Piano di Sorrento. Valentino Salvoldi la messa partecipata a Mortora. “In Africa si muore di fame, qui di fede”

Piano di Sorrento. Un regalo di don Rito Maresca, e della Provvidenza, per i fedeli della parrocchia prima di andare negli USA per formazione . Per qualche giorno ogni mattina alle 8 abbiamo un prete speciale che dice messa a Mortora, Valentino Salvoldi, abbiamo chiesto, e ottenuto, un incontro con Positanonews. Un parroco speciale , missionario, scrittore ( vi consigliamo “Il sorriso dell’ottavo giorno” che trovate in Chiesa , ndr) . Valentino Salvoldi, missionario, già docente di filosofia e teologia morale all’Accademia Alfonsiana – Università del Laterano in Roma – e ora “professore visitatore” dei seminari delle giovani Chiese (Africa e Asia). Ha creato attorno a sé un vasto movimento di solidarietà con i popoli del Sud del mondo. Ha fondato “Shalom”, un’organizzazione non lucrativa avente come finalità la crescita morale e culturale dei giovani in Italia e nei Paesi impoveriti.

Dal 1998 il suo nome compare nell’annuario “Distinguished leadership” che lo segnala per i suoi eminenti contribuiti come scrittore e come promotore di giustizia e di pace (American Biographical Institute). Per il suo impegno in difesa degli “ultimi della terra” è stato espulso da sette stati africani, due volte è stato davanti al plotone di esecuzione in Nigeria e è sfuggito alla lapidazione in Bangladesh.

I suoi numerosi libri, scritti con stile semplice e tradotti in molte lingue, nascono dalla vita e tornano tra la gente per dare speranza, per rendere il mondo più giusto e fraterno, più vicino al regno del Dio fatto Uomo.

Papa Francesco ha detto che i preti non devono essere showman e distributori di olio, oggi la messa sembra un luogo passivo, ma abbiamo visto molti che hanno invece apprezzato la tua messa 

“La messa non deve essere rappresentazione , ma partecipazione . Ci vuole una “messa partecipata”, non ingessata e rigida . Quando faccio messa faccio domande, la vera intelligenza non sta nelle risposte, ma nelle domande.  Si arriva alla perfezione cambiando continuamente, aggiornandoci, studiando, conoscendo, leggendo , confrontandoci, dialogando con la gente, in Chiesa la gente deve andarci con desiderio di sentire la parola di Dio, non c’è bisogno di chiedere o di costringere qualcuno ad andare dalla fidanzata, così deve essere con la messa. ”

Hai rischiato la vita e conosciuto il mondo islamico, perchè ci odiano?

“L’Islam ha vissuto dei momenti di apertura , ora di odio. Ci sono tanti motivi , alcuni ci odiano perchè ritengono che l’Occidente vada convertito perchè ateo e immorale ,  per salvare il mondo”

Hai girato tutto il mondo, formato preti e missionari, ora che farai? 

“Cercherò di stare di più in Italia, in Africa si muoiono di fame, qui si muore di fede. Ci sono tanti suicidi. Fra tutti i paesi in cui sono stato il peggiore è stato uno occidentale, il Giappone. Ci sono 80 suicidi al giorno. Oggi bisogna fare i missionari qui , l’ Africa è qui dal punto di vista della fede”

Lei è anche giornalista , cosa dovrebbe fare il giornalista oggi?

“Fai le cose che servono alla gente , ascolta e formati. I giornalisti non ascoltano. Noi credenti abbiamo oro che trattiamo come sterco e i giornalisti a volte hanno sterco che passano per oro. Il politicamente corretto è una bestemmia quando ti nascondi dietro alle bugie, perchè è pericoloso dire la verità. Il cristiano deve essere profeta, parla in faccia, ed è disposto a morire per le idee che deve comunicare agli altri. Non sempre ho avuto un buon rapporto coi giornalisti, a volte non ti fanno parlare solo perchè sei un prete, ti addossano tutte le colpe della Chiesa da Costantino in poi…”

IL SORRISO DELL’OTTAVO GIORNO

Litigio e riconciliazione

Valentino Salvoldi

Collana Psicologia e personalità n. 115

ISBN 8831543736

pagine 80 – euro 10,00

“Io sempre ai novelli sposi do questo consiglio: litigate quanto volete, se volano piatti lasciateli volare, ma non finite mai la giornata senza fare la pace”. Si potrebbe racchiudere in questa frase, pronunciata da papa Francesco lo scorso anno nella Cattedrale di San Rufino ad Assisi, il senso del nuovo libro di Valentino Salvoldi, “Il sorriso dell’ottavo giorno. Litigio e riconciliazione”.

Di chi è il sorriso dell’ottavo giorno? L’autore immagina Dio che, dopo aver lavorato e riposato per i primi sette giorni della Creazione, all’ottavo sorride, osservando le sue creature, troppo spesso pron­te a litigare. Sorride perché guarda con benevola compassione i suoi figli, accogliendo paternamente i loro limiti. Sorride perché sa che quel litigio può diventare utile, significativo e, infine, a volte, cosa buona. Da qui nascono le pagine di questo piccolo libro, arricchito dalla prefazione di S.E. Mons Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense.

Il libro è composto da quattro brevi ma ricchi capitoli, in cui Valentino Salvoldi evidenzia la necessità di “litigare con arte”, attraverso alcune regole desunte, come lui stesso scrive “dal buon senso, dal sentire comune, facendo una sintesi di quanto ho appreso da genti diverse e da differenti culture”, quelle da lui visitate e vissute in Africa, India, America Latina.

Nel primo capitolo vengono presentate alcune indicazioni, solitamente presentate durante i worldwidemarriage encounter , gruppi di spiritualità matrimoniale diffusi in tutti i paesi del mondo. Sono regole finalizzate ad aiutare i coniugi a dialogare, rinnovando la loro alleanza d’amore. Nel secondo capitolo, invece, vengono posti dei quesiti per ricercare un metodo che aiuti a litigare intelligentemente, ricorrendo all’armonia tra ragione e sentimenti. Nel terzo capitolo vengono poi fatte delle proposte in cui la conflittualità è mostrata come mezzo da gestire intelligentemente allo scopo di cambiare il litigio in dialogo, il dialogo in comprensione, la comprensione in amore.

Ne scaturisce l’ultimo capitolo, che mostra la logica di un fecondo lavoro a due o di gruppo, in cui le potenzialità di ciascuno vengono messe a disposizione per il bene comune, affinché per tutti sorga l’ottavo giorno, il giorno del sorriso.

Si legge nell’introduzione: “E sì, il litigare va considerato un’arte, vale a dire una forma di attività che mette alla prova ed esalta il talento creativo e le capacità espressive dell’essere umano. Un’arte che mira a far emergere il capolavoro, il risultato di un paziente confronto con quanti, amandoci, ci regalano le loro considerazioni, ci fanno notare le nostre manchevolezze, piangono con noi sui nostri errori e si sforzano di trasformare il limite in uno stimolo al miglioramento”.

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