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A Pietrarsa dove il teatro viaggia in prima classe grazie a Karma Cultura

30 settembre 2019 | 13:33
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A Pietrarsa dove il teatro viaggia in prima classe grazie a Karma Cultura
A Pietrarsa dove il teatro viaggia in prima classe grazie a Karma Cultura
A Pietrarsa dove il teatro viaggia in prima classe grazie a Karma Cultura
A Pietrarsa dove il teatro viaggia in prima classe grazie a Karma Cultura
A Pietrarsa dove il teatro viaggia in prima classe grazie a Karma Cultura
A Pietrarsa dove il teatro viaggia in prima classe grazie a Karma Cultura

In carrozza Signori! In carrozza! Quando si giunge nel Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa a Portici si ha realmente l’impressione di essere stati catapultati in una stazione del secolo scorso, un po’ quello che accade a Harry Potter quando attraversa il Binario 9 ¾ . Le locomotive e le carrozze che si trovano in bella mostra sono fantastiche, alcune dei veri gioielli che è un peccato non vedere più transitare nelle stazioni odierne, donerebbero poesia a posti che sono diventati solo dei catalizzatori di stress urbano. Alle Istituzioni nazionali e regionali va il merito di aver contribuito alla realizzazione di questa collezione di opere d’arte, che nel 2017 ha visto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella tenere a battesimo il restauro architettonico dell’ultimo padiglione. La direzione attenta di Oreste Orvitti ne ha fatto poi un polo culturale per scuole e famiglie e da alcuni anni, grazie alla collaborazione di Antonio Raia e Antonio Ruocco, fondatori dell’associazione “Karma”, ha aperto le porte del sito anche al teatro. “Notturno a Pietrarsa” questo è il titolo dello spettacolo teatrale itinerante realizzato dagli artisti di “Karma” per questo museo, che intende illustrare ai visitatori la storia dei treni che vi sono esposti, e quella della stessa stazione ferroviaria. Il teatro propostoci dagli autori Raia e Ruocco è interattivo, la linea di confine tra artisti e spettatori è stata eliminata, il risultato è il pieno coinvolgimento e divertimento di chi assiste. Entrati nel museo, gli spettatori sono accolti da una viaggiatrice dell’Ottocento interpretata dalla bravissima Paola D’Uva. Una donna, elegante nel vestire e sobria nel parlare, che sembra uscita da uno dei quadri di Matisse, narra la nascita della stazione di Pietrarsa, racconta di episodi gioiosi e tristi come quelli legati all’arrivo di Garibaldi e dei piemontesi che sancirono la fine di questo gioiello voluto dai Borboni. Fortuna che prima di Garibaldi fra noi spettatori spunta Ferdinando II, splendidamente interpretato da Ciro Pellegrino. Sua Maestà scende trafelato dal treno realizzato per lui dall’ingegner Armand Bayard de la Vingtrie, e ci racconta con verve tutta partenopea ciò che accadde il giorno del primo viaggio in treno da Napoli a Portici in soli quindici minuti: roba da pazzi! Andato via il Re, a noi spettatori tocca assistere alla scena più drammatica dello spettacolo “l’eccidio di Pietrarsa”. Il 6 agosto 1863 il Regio Esercito aprì il fuoco sugli operai in sciopero delle Officine di Pietrarsa uccidendone cinque: Aniello de Luca, Domenico Citale, Mariano Castiglione, Salvatore Calamagni, Antonio Coppola. Il prefetto dell’epoca Nicola Amore liquidò la faccenda con un: “fatali e irresistibili circostanze”. In realtà questa tragedia rappresenta uno dei tanti soprusi che il popolo napoletano subì durante la cosiddetta piemontesizzazione del Sud Italia che solo oggi che la Storia non è raccontata più solo dai vincitori getta nuova luce e verità su fatti che altri avrebbero voluto lasciare all’oblio del tempo. Meritano ancora una volta menzione gli attori Ciro Pellegrino, Ciro Scherma, Diego Consiglio e i figuranti per una prova attoriale che mi ha fatto venire in mente le parole di Bertold Brecht: Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere. Gli operai di Pietrarsa hanno lottato e sono morti per la propria dignità lavorativa, a noi il dovere di ricordarli e di resistere ai soprusi per sempre. Dopo questo momento toccante lo spettacolo nei padiglioni del museo è stato allietato dalle musiche popolari di Enzo Esposito e Mario Guarino, e si è concluso con il saluto finale della viaggiatrice Paola D’Uva e di tutto il cast di Karma cultura dai finestrini di una delle carrozze in “partenza” dalla stazione di Pietrarsa. Come scrive Fabrizio Caramagna: La verità è sempre partire. Restare è una bugia, un inganno, la costruzione di un muro che ci separa dal mondo.
di Luigi De Rosa
per info su spettacoli e prenotazioni vi segnalo il sito www.karmacultura.it e la pagina facebook www.facebook.com/karma.culturateatro