Ravello. Anche quest’anno incantano i fuochi di Torello
Ravello, Costiera amalfitana. Lo spettacolo dei fuochi di Torello, ha incantanto di nuovo nella sua bellezza unica al mondo. A seguire per noi l’evento Francesco Di Lieto e Valeria Civale con foto e video. La spettacolarità è indiscubile, in Costa d’ Amalfi non c’è nulla del genere.
Da circa un ventennio l’appuntamento richiama a Ravello curiosi e affezionati provenienti da tutto il mondo.
Lo spettacolo pirotecnico di Torello quest’anno affidato alla Fa.Si.Ma fuochi s.r.l. di Gaetano Spina e figli di Santa Venerina, in provincia di Catania – come già descrisse il professor Luigi Buonocore, si inserisce nel solco dei tradizionali “incendi”, scenografie di fuoco probabilmente eseguite per la prima volta a Napoli nel corso del XVII secolo
” L’incendio di Torello” È una delle feste che attira spettatori non solo dalla Costiera ma anche dall’intera provincia, in quanto è diventata famosa soprattutto per l’unicità che la caratterizza. La terza domenica di settembre, la frazione di Torello che è a mezza costa tra Ravello e Minori, festeggia la Madonna Addolorata, venerata nella chiesa parrocchiale della frazione e dopo la processione della statua della Madonna, al segnale dello squillo di tromba, dalle terrazze delle case del borgo cominciano ad essere sparati fuochi pirotecnici secondo un programma ben definito che prevede un intera batteria esplosa dalla torre campanaria della chiesa. I fuochi, insieme con al fiaccolata, che delinea i profili delle case, danno l’impressione che tutto il borgo sia avvolto da un incendio mentre colpi più alti si aprono proprio di fronte alla passeggiata che esce dalla piazza principale di Ravello e da cui si gode il panorama sul mare. Lo spettacolo, che arriva a durare anche più di mezz’ora, si conclude con i classici tre “colpi chiusi” che segnano la conclusione solo dei fuochi perché nel borgo la festa continua con intrattenimento musicale e stand gastronomici.
Ravello, come tutte le antiche città militarmente importanti, aveva due baluardi a sua difesa.
Il primo avamposto contro le invasioni era un promontorio situato nella parte inferiore della città e prendeva il nome di Torello. Il secondo era nella zona più alta e in caso di difesa serviva come ultima possibilità di resistenza e prendeva il nome di Toro. Ravello conserva tutt’oggi i due baluardi, che hanno mantenuto il nome originario: Torello è un caratteristico quartiere ai piedi di Ravello, Toro è nella sua parte più alta e attualmente ospita il Municipio.
Il borgo di Torello si sviluppava alle falde del monte dove si trovava la chiesa di San Giorgio a la Pendula che, secondo la tradizione, sarebbe stata saccheggiata prima dai Normanni nel 1131 e successivamente dai Pisani nel 1137.
Ai tempi delle Repubbliche marinare, Amalfi, Pisa, Genova e Venezia si combattevano o si alleavano fra loro a seconda dell’interesse politico o economico, essendo tutte e quattro interessate al commercio con l’Oriente.
La storia ci riporta che la flotta pisana, la più potente del Tirreno, fu chiamata ad intervenire sull’operato di re Ruggero II che aveva posto l’assedio alla città di Napoli, essendo questa l’ultimo baluardo romanico-bizantino della Campania.
Grazie al primo baluardo di Torello, incendiato e sottoposto a tre giorni di saccheggi, i pisani furono rallentati nell’entrata in Ravello, dando la possibilità agli ultimi combattenti ravellesi di rifugiarsi nel Toro e poter resistere a lungo prima di cedere le armi.
Ravello dimostrò di essere una cittadina militarmente importante e determinante, tanto che, alla notizia della sua capitolazione, Amalfi e gli altri centri del ducato si arresero, pagando ai pisani ed ai genovesi un forte tributo in denaro per evitare di essere distrutti.
Ogni anno la città di Ravello rievoca con una fantasiosa ricostruzione pirotecnica la prima invasione che si concluse con la cacciata dei Pisani. Tutte le case di questo caratteristico borgo saranno illuminate da luci che cambieranno di colore a sottolineare il susseguirsi degli avvenimenti. Sia le luci che i fuochi pirotecnici, provenienti dai quattro angoli del borgo, mimeranno la battaglia, l’incendio, il saccheggio fino alla sconfitta ed alla cacciata degli invasori.