Salernitana,parla Ventura…

5 settembre 2019 | 15:38
Share0
Salernitana,parla Ventura…

Oltre due mesi di lavoro sulla panchina della Salernitana per Gian Piero Ventura. Il tecnico ligure traccia un bilancio sulle colonne dell’edizione odierna del Mattino. Ad ora i granata guardano tutti dall’alto verso il basso, ma il navigato allenatore smorza gli entusiasmi: «Non darei tanta enfasi dei primi due risultati: le note positive sono altre. I risultati non arrivano certo per caso, ma abbiamo creato un grande gruppo. I giocatori mi hanno dato il massimo della disponibilità e questa è stata una piacevolissima sorpresa. Provo affetto nei confronti di questo gruppo, perché i miei ragazzi sono andati oltre da ogni punto di vista. Li vedo negli allenamenti: non ce la facevano, ma volevano continuare. Una cosa più unica che rara».

L’ex CT della Nazionale, dunque, riparte da Salerno dopo un biennio certamente poco positivo: «Sono venuto senza nemmeno aver ben chiaro cosa ci fosse dall’anno scorso. Sono venuto con l’entusiasmo di un bambino. Merito di? Mezzaroma, il direttore Fabiani, ma soprattutto di Lotito, ovviamente. È un vecchio amico e mi ha chiamato chiedendomi una mano per ricostruire. A me i progetti, quelli belli, piacciono. E allora ho detto subito sì. Poi ero a casa da 6 mesi, il calcio è la mia vita e allora mi sono detto: Ma sì, vado in campo».

Ventura tesse le lodi del gruppo, ma anche del singolo. In special modo si sofferma sulla mentalità mostrata da Alessio Cerci in allenamento: «Quando sono arrivato forse non sapevano nemmeno come si scrivesse la parola libidine, ma ora gli sta nascendo. Cerci? È un caso a parte. Era stanco di esperienze poco positive e voleva dimostrare di essere ancora un giocatore di calcio. Le sue motivazioni mi sono piaciute e l’ho ritrovato con estremo piacere. Sta lavorando tantissimo, forse come mai prima d’ora. Con la testa è già molto avanti. È uno swarovski: brilla se lo lucidi, se no si rompe».

Dopo la sosta c’è il derby con il Benevento. Sarà un’importante banco di prova: «Le due vittorie hanno creato i presupposti per vedere l’Arechi più pieno e questo è il mio successo più grande. Il tifoso ama, e quando soffre per salvarsi si distacca. Appena gli ridai la possibilità, ritorna subito. Da avversario avevo ricordi incredibili dell’Arechi, del suo calore, dell’affetto e dell’attaccamento a questi colori. Ecco: io vorrei far tornare questo prima di tutto».

Sulle favorite del torneo: «La Salernitana (ride). È una battuta, perché è presto per dirlo. Empoli, Benevento e Cremonese hanno un organico superiore. Poi ci sono squadre che mi incuriosiscono dal punto di vista delle idee come lo Spezia».

Non ci sarà modo di ammirare il 4-2-4 a Salerno: «Lo avrei voluto riproporre anche qui perché è più divertente: per me, per i calciatori e per i tifosi. Ma avrei dovuto schierare troppi giocatori fuori ruolo».