Sfortunato il nuovo debutto nel campionato di casa maradona, festa con sconfitta
Era il giorno del Pibe de Oro a La Plata, il debutto. Magliette del Gimnasia y Esgrima da 65 euro con il 10 e il suo nome esaurite, lo stadio pieno fino all’ultimo gradino, bandiere e una ovazione quando Diego Armando Maradona ha fatto il suo ingresso in campo, claudicante, ma rifiutando il golf cart. Il segno della croce, il pugno a sbattere sul cuore rivolto ai tifosi che lo invocavano, la foto con i suoi giocatori poi l’abbraccio con il Chacho Caudet, il tecnico del Racing, l’avversario di ieri, campione in carica della Superliga, ma anche l’ultimo club che il Diez aveva allenato in Argentina, 24 anni fa. E prima della partita dalla stessa società, dalle mani del presidente Victor Blanco e del direttore sportivo, il Principe Diego Milito (nazionale quando Maradona guidò l’Argentina) una targa: «Tutti i club dovrebbero fare lo stesso», ha detto l’ex bomber di Genoa e Inter. Poi però, sotto gli occhi del Pajaro Claudio Caniggia, in tribuna a incitarlo, la sconfitta: 2-1 per il Racing, quinto ko di fila per il Gimnasia (ultimo in classifica con un punto in sei giornate), il gol della vittoria per gli ospiti realizzato da un altro pibe (per ora con la minuscola) Matias Zaracho, ventun anni, stella nascente della Academia che presto vedremo in Europa (lo voleva il Milan e anche la Lazio ci aveva pensato).
NOI PULITI… Un debutto sfortunato, un ko immeritato, ha giocato con il cuore il Gimnasia, quello di Maradona e al quarto dei cinque minuti di recupero concessi dall’arbitro la clamorosa occasione per il pari con Matias Garcia finita però alta mentre il Diez si prendeva la testa fra le mani. «Il Racing ha avuto due palloni sporchi e ha fatto altrettanti gol – il commento uscendo dal campo – ha vinto, cosa si può fare? A me può non piacere quel tipo di calcio, ma è pratico. La mia squadra l’ho vista bene, bisogna continuare a lavorare, non finisce qui. Quello che ho apprezzato di più dei miei? Aver segnato un gol pulito». Ora c’è la trasferta di Cordoba, contro il Talleres, quindi di nuovo al Bosque arriva il River Plate, ma Maradona crede sempre nella salvezza, nonostante la classifica. Tradito nel primo tempo dal portiere Alexis Martin Arias, una papera enorme al 36′ sul gol di testa del Pulpo Gonzalez, mentre sul fronte opposto l’altro Arias (Gabriel), un attimo prima, per due volte in un minuto, miracolosamente, aveva detto no ai suoi attaccanti. «Non è giusto… Non è giusto» ripeteva dalla panchina rivolto ai tifosi.
SESSANTA SECONDI. «Vedo sorrisi, mi emoziono». Le sue parole appena fatto l’ingresso in campo. Poi un bacio al Rosario, qualche protesta con il quarto uomo e l’arbitro per fischiate dubbie, fino ai salti di gioia per il pareggio al 7′ della ripresa, perfetto colpo di testa di Garcia. Una gioia durata poco più di minuto per il gol di Zaracho, infine le sostituzioni, mentre la squadra non smetteva di spingere, dentro anche Claudio Spinelli sosia del Claudio che era in tribuna, ma purtroppo per Diego solo per i lunghi capelli biondi
fonte:corrieredellosport