Tordigliano. Altro che cinghiali! Fra pietre fatte cadere e incendi c’è una strategia criminale che vuole portare alla chiusura della SS 163

14 settembre 2019 | 09:53
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Tordigliano. Altro che cinghiali! Fra pietre fatte cadere e incendi c’è una strategia criminale che vuole portare alla chiusura della SS 163

Tordigliano. Altro che cinghiali! Fra pietre fatte cadere e incendi c’è una strategia criminale che vuole portare alla chiusura della SS 163. Lo scopo è quello, far chiudere l’arteria di collegamento fra Positano e la Costa d’ Amalfi con Piano di Sorrento e la Penisola Sorrentina, principale direttrice per la Napoli – Salerno verso la Costiera amalfitana.

I cinghiali, se ci sono forse verso Arola di Vico Equense e Monte Comune, non possono far cadere sempre pietre con precisione scientifica nello stesso tratto, curando la caduta ad orologeria, evitando di colpire auto, spostando la mira da un punto all’altro sempre della stessa area ed appiccare l’incendio più volte nella stessa zona. C’è qualcosa che non torna o sono malefiche ed incredibili coincidenze fra fuoco e pietrame.

Che la Strada Statale Amalfitana fosse pericolosa lo si sapeva, ma  è pericolosa in tutta la sua percorrenza, da Positano a Praiano, da Amalfi e Atrani a Ravello, Maiori fino a Cetara. Nessun tecnico al mondo può certificare l’assenza di rischio , lo si può solo mitigare, ma è presente ovunque. Se ci si basa sull’esistenza del rischio bisogna chiuderla per sempre e con essa i tre quarti delle strade del Cilento oltre innumerevoli in tutta la Campania.

Suggestiva l’ipotesi dei cinghiali, ma i rumori nei boschi, di qualcosa o qualcuno che si muoveva,  visti in diretta da Positanonews, possono essere qualsiasi cosa. Qualcuno ci ha detto di aver visto persone che scendevano dalle scale, altri di aver avuto qualche pietra nella fiancata come lanciata, altre pietre, più grandi, non hanno lasciato segno sull’asfalto.

Un mistero poi il perchè non si siano organizzate ronde, controlli sul punto dove sono avvenute le cadute più numerose, al lato del deposito della famiglia Fucito per intenderci , perchè non sono stati messi fari potenti che potevano dissuadere umani ed eventualmente animali .

C’è una situazione intricata dal punto di vista giuridico, la società Positano, che vede una decina di soci, fra cui Chianese da Cava de’ Tirreni, avrebbe voluto fare una legittima speculazione edilizia, una stazione di benzina, ed altro, come ha fatto il Le Agavi insomma, ma gli è andata male, ora ha solo una montagna di guai, nel contempo l’ ANAS nel costruire la strada non rispettò il percorso, hanno fatto ricorso al TAR, mandato una nota al Comune di Vico, col sindaco Andrea Buonocore che in questi frangenti non ha ancora ordinato a chi e come cosa fare, mentre normalmente si procede entro 48 ore massimo ad un’ordinanza, qui sono passate due settimane e non si sa che pesci pigliare , con una fine d’estate vissuta con l’ansia, pressioni per far rimanere aperta la strada che scemeranno con la fine della stagione turistica, lasciano il problema a studenti e residenti che possono pure morire a questo punto.

E i cinghiali se la ridono.