Accadde oggi 2 ottobre. Nasce Nino Bixio.

2 ottobre 2019 | 11:50
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Accadde oggi 2 ottobre. Nasce Nino Bixio.

Oggi nasce Nino Bixio, noto il nome grazie alla scuola nautica presente a Piano di Sorrento: è il prof Ciro Ferrigno a raccontarci la storia.
“Nell’antichità la penisola sorrentina era quasi un’isola; a poco serviva infatti, la via Minervia che dal territorio equano saliva stretta e tortuosa verso il valico di Alberi, per poi scendere quasi a precipizio nella Planities. Era inadatta al trasporto di merci, scomoda e faticosa per i viaggiatori. Solo il mare, in tutti i tempi, ha permesso i contatti con Napoli ed il resto del mondo. La situazione è rimasta immutata per secoli e secoli, fino al 1842 con l’apertura della Statale 145, sotto i Borboni, ed al 1888 con quella della 163 amalfitana. Queste strade hanno rotto definitivamente un isolamento diventato inaccettabile.
Proprio la mancanza di comunicazioni terrestri ha fatto nascere nella popolazione locale la consapevolezza di dover utilizzare il mare e, le frammentarie testimonianze che ci sono pervenute dalle epoche più remote, documentano una piana sorrentina particolarmente incline alla costruzione di naviglio e popolata da gente abile alla navigazione, anche in condizioni estreme. Nel secolo XII il grande geografo arabo El Idris scriveva che sulle spiagge della penisola erano attivi veri e propri cantieri navali: è una testimonianza preziosa che ne certifica la presenza almeno mille anni fa! In tutti i tempi, i nostri marinai hanno fatto rotta verso porti lontani, acquistando, vendendo, conoscendo nuovi popoli, usanze e culture, acquisendo così un’apertura mentale non comune.
È logico pensare che da sempre, accanto ai cantieri, ci siano state anche delle scuole, per istruire i giovani ad affrontare i pericoli del mare con una sapiente gestione dell’imbarcazione. Erano più pratiche che teoriche, finalizzate al passaggio di competenze e conoscenze, saperi e contenuti, di generazione in generazione, dal vecchio lupo di mare al giovane apprendista, professori senza laurea ed abilitazione, ma con un vissuto tale da averne segni sulla pelle e nell’anima. Le Scuole del mare ebbero sede, in tempi remoti, giù ad Alimuri e a Cassano.
La storia ci ha lasciato delle date che costituiscono vere e proprie tappe di un lungo cammino che, attraverso i secoli, porta alla nascita del Nautico “Nino Bixio”. La prima è il 1348, quando un patrizio sorrentino, Francesco Vulcano, finanzia una scuola nautica nel Piano. Poi, nei Capitoli o accordi tra Sorrento e Piano, stipulati nel 1491 sotto il regno di Ferrante D’Aragona, si legge della concessione, fatta dallo stesso sovrano, di un maestro per i marinai. Una Scuola doveva trovarsi alla marina di Meta, alla fine del XVI secolo, trasferita a Cassano, all’inizio di quello successivo. Un traguardo ambizioso viene raggiunto nel 1636, quando il Piano stampa le prime patenti mercantili per i naviganti istruiti nelle sue Scuole. Ancora un importante finanziamento giunge pochi anni dopo, nel 1639, allorquando il canonico Vincenzo Ruggiero fa testamento a favore di queste. Tuttavia bisogna arrivare al 1782-4 perché diventino pubbliche, prime in Europa. Il corso di studi è di sei anni, nei primi si fissano le basi con l’imparare a leggere e scrivere, per poi passare alla grammatica, alle quattro operazioni dell’aritmetica, per giungere, alla fine, alla trigonometria piana e sferica, con lo studio della sfera celeste e della disciplina nautica vera e propria. Il metodo di insegnamento è nuovo, all’avanguardia, quello teorizzato dai Padri Celestini Vuoli e Gentile che riesce a fare apprendere rapidamente i primi rudimenti del leggere, scrivere e far di conto.
Col tempo le Scuole del mare diventano oggetto di attenzione per lo Stato, che proprio sui nostri litorali ha i floridi cantieri che sono il fiore all’occhiello del Regno. Ne è prova la visita del Re Ferdinando IV e del suo ministro Acton, nel 1783. È un momento storico col vento in poppa e nel 1790 nasce anche ad Alberi una Scuola, che ha solo le prime due classi, dove un maestro insegna a leggere, scrivere, a far di conto, il catechismo e i doveri sociali. A partire dalla fine del secolo, le Scuole cominciano ad avere alle spalle il fior fiore degli imprenditori locali: le Mutue di Assicurazioni Marittime, armatori quali Astarita, Cafiero, Castellano, Lauro, Maresca, D’Esposito, Longobardo, Pollio, Romano, Russo, Savarese, Starita, Ciampa, Mastellone, Porzio, Cocorullo, Esposito, Pane, ed infine, i Trapani. Tra i docenti un nome brilla su tutti, è quello di Ferdinando Scarpati, genio delle Scienze Nautiche.
Con decreto del 20 giugno 1809 il Re di Napoli Gioacchino Murat migliora ulteriormente le Scuole, eroga maggiori fondi, amplia i programmi e le materie di insegnamento, suddivide il corso di studi in quattro classi e lascia a quella di Alberi solo l’istruzione propedeutica. Con decreto del 7 ottobre 1813 prescrive che il Comune del Piano corrisponda l’annua somma di 2640 ducati e, l’anno successivo, decreta che anche l’antica rendita di Francesco Vulcano sia loro devoluta. La durata degli studi è di quattro anni e, sempre partendo dai più semplici elementi, arriva alla trigonometria ed alla navigazione. Anche Re Ferdinando di Borbone si interessa alle Scuole del Piano, che sono oggetto di due decreti: con il primo, del 28 ottobre 1831, ne modifica il sistema amministrativo, disciplinare ed economico, con il successivo stabilisce fra l’altro che il corso degli studi sia ridotto a tre classi.
Il nuovo Stato unitario, già nel 1863, dispone che la Scuola prepari la gioventù a tutte le carriere nautiche: capitani, macchinisti e costruttori navali. Dopo alcuni anni di permanenza a Madonna di Rosella, la sede passa nell’ex convento dei Padri Carmelitani a Santa Teresa. Il Ministero dell’Agricoltura Industria e Commercio, con Regio decreto del 22 novembre 1866, la eleva ad Istituto Nautico con l’intestazione di “Regio Istituto di Marina Mercantile di Piano di Sorrento”. L’anno successivo, nel chiostro, viene costruito l’albero di manovra, utilizzato per le esercitazioni e la simulazione delle manovre di bordo. Dal ‘72 l’Istituto è finanziato dallo Stato, dalla Provincia, dalla Camera di Commercio, dai Comuni della penisola, dalla Mutua Sorrentina di Meta e ancora dai più importanti armatori, ma dal ‘77 passa alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione ed assume il titolo di “Regio Istituto Nautico” che, con decreto del 27 agosto 1883, si intitola all’eroe garibaldino Nino Bixio. Nel 1884 all’Istituto viene annesso un convitto allo scopo di ospitare i giovani provenienti da fuori penisola e, due anni dopo, ottiene anche la sezione Capitecnici per le costruzioni navali in legno e in ferro, di cinque anni.
Nel 1916 entra in funzione un attrezzato osservatorio meteorologico. Nel ‘23 per effetto della riforma Gentile viene abolita la sezione per capitecnici e si organizzano gli studi in tecnico inferiore e superiore, ambedue di durata quadriennale. Il 24 giugno 1933 sono in visita al Nautico i Principi di Piemonte Maria Josè e Umberto di Savoia. A partire dall’anno scolastico 1940/41 l’Istituto riceve un nuovo assetto: viene abolito il tecnico inferiore e fondata la Regia Scuola Media Sorrento, che ha sede nei locali dello stesso Nautico. Nell’immediato secondo dopoguerra l’Istituto, con la nuova denominazione di “Istituto Tecnico Nautico Nino Bixio”, è riordinato in cinque anni ripartiti in un biennio comune ed un triennio specifico per capitani e macchinisti. Vengono attivati i gabinetti scientifici di astronomia, navigazione, fisica, misure elettriche, comunicazioni elettriche, meteorologia con relativo osservatorio, macchine e geografia.
Nel lungo elenco dei diplomati nel glorioso “Nino Bixio”, tra i Capitani dell’anno scolastico 1969-70, figura anche il mio nome, quindi al Nautico c’è un pezzetto del mio cuore!
Il racconto del lunedì di Ciro Ferrigno”.