Cusano Mutri patria dei funghi
Cusano Mutri patria dei funghi
Cusano Mutri patria dei funghi
Cusano Mutri patria dei funghi
Cusano Mutri patria dei funghi
Cusano Mutri patria dei funghi

41esima edizione della Sagra dei funghi 2019 a Cusano Mutri.
Lasciata la penisola sorrentina direzione Benevento, dopo un lungo viaggio, attraverso strade e accorciatoie ben asfaltate si giunge a Cusano Mutri, “Cossa” per i sanniti che, mi spiegano, significa “coppa”, addirittura dalla conformazione topografica di questo borgo di 4mila anime deriverebbe il primitivo simbolo ideografico della “Q” a rappresentare la cerchia dei monti della gola di Lavello dove sorge questo paesino a forma di coppa appunto. Da queste prime battute capirete bene che Cusano Mutri non è una cittadina qualsiasi, ma un borgo ricco di storia e fascino antico. Parcheggiata l’auto in uno dei tanti parcheggi messi a disposizione dell’amministrazione cusanese per chi intende visitare la “Sagra dei funghi” che oggi, 6 ottobre 2019, celebra la sua 41esima edizione, si scala letteralmente l’abitato. Sembra di entrare come per magia in pieno Medioevo, architettonicamente parlando, tra stradine tortuose, archi, ampie scalinate, portali e balconi realizzati tutti con pietra locale lavorata. Dalla Terra bassa, superata la “Porta di Mezzo”, ci dirigiamo nella Terra Alta. Tutt’intorno a noi la calca di visitatori sciama nei piccoli vicoli. I colori degli oggetti d’arte intagliati nel legno si mescolano a quello delle bottiglie di vino, il rosso dell’aglianico si stempera nel rubino del Cava Rupem fino al viola dello Sciascinoso. Il profumo delle caldarroste sembra fare a gara con quello dei formaggi, dei salumi e delle famose polpette cusanesi. Gruppetti di musicisti vi accolgono a ogni angolo, ma è il violino  lo strumento più amato da queste parti, forse perché nella forma ricorda loro, i veri protagonisti di questa sagra: i funghi!
Boletus edulis, ecco il nome del vero Signore e padrone di questo borgo antico. Ha forme perfette, profumo inebriante, compatto, saporitissimo, amante fedele del castagno e del faggio. La “carne” è spessa e soda, quando è cotto è tenerissimo; ha sapore che ricorda la nocciola, qui a Cusano Mutri lo “spolverano” sulle fette di pane imburrate con la crema del caciocavallo impiccato: è un mix di profumi e sapori forti ai quali può tenere testa solo un calice di Cava Rupem. Gli inglesi lo chiamano Penny Bun, i tedeschi Steinpilze mentre i francesi Cepes, per noi tutti è il Porcino! Sott’olio, sott’aceto, nel formaggio fuso, nelle tagliatelle, nelle pappardelle, affogato negli gnocchi e amalgamato nella carne delle polpette, qui a Cusano Mutri il porcino lo escludono solo dalla prima colazione, forse… Il paesino è elegante, pulito, i paesani accoglienti, le chiese custodiscono pitture, sculture lignee e reliquie splendide. Raggiunta piazza Lago ai piedi del castello marchesale, costruito su un grosso macigno che sporge sulla piccola piazza, al profumo di porcini e dei formaggi si aggiunge quello degli arrosticini che sfrigolano a centinaia sui bracieri ardenti, attendono solo che li sfiliate a morsi dal legno di vingh, e inutile dirvi che questa non è terra per vegani. La Sagra dei funghi di Cusano Mutri si è conclusa ieri, dopo tre settimane, ma noi già ne aspettiamo fiduciosi la 42esima edizione nel 2020 come Homer Simpson le sue ciambelle, caschi il mondo ci saremo.
Luigi De Rosa