Guard rail minaccia silenziosa per utenti della strada, Alberto Pallotti (A.I.F.V.S. Onlus): “Concausa di morti innocenti da scongiurare”
ROMA. La pericolosità silenziosa dei guardrails. Sono spesso i dettagli a rendere mortali gli incidenti e, tra questi, vi sono le barriere poste ai lati delle carreggiate.
Dei veri e propri killer che hanno coinvolto, per anni, costantemente e fatalmente, gli amanti delle due ruote, sino al decreto “Salvamotociclisti” dello scorso maggio. Il DDL ha reso obbligatoria la condizione secondo cui i guarda via debbano vantare “una superficie continua sia in senso orizzontale che verticale per un’altezza di almeno 80 cm dal piano si strada”. I pali di sostegno, in particolare, devono essere coperti da strisce di costituzione metallica o plastica.
Non è però, purtroppo, l’unica caratteristica rischiosa del supporto stradale in questione. I terminali di inizio e fine nascondono, spesso, una grande insidia mai scongiurata a livello progettuale ed attuativo: dovrebbero essere, infatti, realizzati in modo tale da non presentare spigoli acuti rivolti verso la carreggiata. Non solo, questi dovrebbero essere impianti o nella terra e/o nel cemento sottostante o rivolti verso i campi. Caratteristiche strutturali difficili da riscontrare nei casi italiani, che causano il macabro “infilzamento” delle auto.
Il decreto del ministero delle infrastrutture e dei trasporti dato 21 giugno 2004, riguardante “l’aggiornamento delle istruzioni tecniche per la progettazione, l’omologazione e l’impiego delle barriere stradali di sicurezza e le prescrizioni tecniche per le prove delle barriere di sicurezza stradale”, stabilì che “occorre proteggere i suddetti ostacoli e manufatti nel caso in cui non sia possibile o conveniente la loro rimozione”.
Una denuncia che, da più di venti anni, il responsabile della sede di Parma dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, Tonino Morreale, ripropone con la speranza che in Italia cambi qualcosa: “Premesso che non è semplice stabilire le responsabilità di un evento stradale, che sia del gestore della stessa o dell’autostrada, è chiaro che se le infrastrutture fossero opportunamente gestiste, le conseguenze sarebbero meno disastrose. Migliorare le infrastrutture e renderle più sicure è un dovere che abbiamo nei confronti delle generazioni future, oltre ad essere un diritto degli utenti in termini di sicurezza passiva. Considerando un caso in cui le vetture coinvolte in un incidente, scontrandosi, non originano ripercussioni fatali, potrebbe essere proprio questa barriera di contenimento, con la sua progettazione ed il suo posizionamento, a fare la differenza tra la vita e la morte. E’ meglio finire in un campo di patate, che contro il guard rail”.
“Col nostro impegno su piano nazionale, abbiamo raccolto e documentato segnalazioni – afferma il presidente dell’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada, Alberto Pallotti -. Al nord vengono aperti cantieri a più non posso, non ponendo la giusta attenzione sulla progettazione delle infrastrutture delle stesse infrastrutture che divengono pericolosissime. Così capita, come le caso delle vittime del bus ungherese a Verona del gennaio 2017, che un pilone dell’autostrada sia a soli 55 cm dal guard rail, piuttosto che a due metri e venti. 17 morti che Austostrade ha sulla coscienza. Terzo mondo al sud: immondizia in abbondanza che non permette una guida fluida, guard rail non al passo con le normative vigenti, segnaletica usurata o assente e tante altre problematiche. I lavori vengono concessi in subappalto dai colossi pubblici a ditte che chiudono battente quando avviene una disgrazia. Tutto a discapito della giustizia, che va a farsi benedire. Come associazione, siamo pronti a combattere affinché i guard rails salvino vite innocenti e non diventino concausa di disgrazie. Non è, tuttavia, possibile che nel 2020 non abbiano trovato un sistema alternativo a queste barriere di contenimento: lo staticismo ingegneristico poteva avere un senso in passato, ora c’è bisogno di reinventarsi adeguandosi ai tempi che corrono”.
Ecco alcuni casi registrati in Italia
– San Salvo: guardrail infilza e squarcia l’auto, si salvano in due http://www.ilcentro.it/chieti/san-salvo-guardrail-infilza-e-squarcia-l-auto-si-salvano-in-due-1.2112003 (Fonte “Il centro”)
– Muore infilzato dal guardrail, il vano motore dell’auto bucato come burro https://www.ilmessaggero.it/italia/muore_infilzato_guardrail_alleghe_2_dicembre_2018-4146470.html#
– Muore infilzata dal guardrail nel Salernitano https://www.lacittadisalerno.it/cronaca/muore-infilzata-dal-guardrail-nel-salernitano-1.2281474
Sito web A.I.F.V.S. Onlus https://www.vittimestrada.eu/