INTER PAREGGIA A PARMA E RIMANE DIETRO LA JUVE AD INSEGUIRE
Un pizzico di follia nel DNA resta nonostante la cura Conte: una follia che impedisce all’Inter di sorpassare la Juventus. Un Parma belligerante in rimonta riesce a fermare i nerazzurri a San Siro per 2-2. Prima il vantaggio di Candreva, poi due gol di Karamoh e Gervinho. Lukaku pareggia con una assegnazione sofferta da parte della Var. Stanchezza e assenze, poca lucidità e un attacco che fa fatica con Lautaro inceppato e Lukaku non del tutto in forma. Smagliature anche in difesa in un sabato amaro per l’Inter di Conte che non ha saputo approfittare del mezzo passo falso dei bianconeri a Lecce. Affanni e paure davanti al caloroso pubblico di casa per l’Inter che non ha ancora quella maturità e quella stabilità chieste dal suo allenatore. Il passo non è ancora da grande squadra anche se ci sono cuore e grinta, capacità di soffrire e voglia di reagire con caparbietà fino all’ultimo secondo. Resta un punto di differenza ma quello che rimane e’ la delusione per un’occasione sciupata. E’ un’Inter a due facce quella che non va oltre il pari contro il Parma. Nel primo tempo i nerazzurri sono irriconoscibili, sbagliano troppo, soprattutto in fase d’impostazione. Tradisce Brozovic colpevole in entrambi gol degli emiliani. Errori anche per Barella, pur sempre generoso.
Conte, sono preoccupato e parlerò con società – Rosa ai minimi termini, Esposito panacea di tutti i mali, mani sugli occhi e segni della croce: Antonio Conte è un fiume in piena dopo il pari dell’Inter contro il Parma, un 2-2 che, oltre a negare il sorpasso sulla Juventus fermata dal Lecce, mette in luce tutti i problemi di una panchina troppo corta e di una squadra non costruita per gestire da protagonista due competizioni come Champions e Campionato. Conte ammette che la sfida contro gli emiliani non è stata ben giocata nel primo tempo ”il peggiore della mia gestione”, spiega in conferenza. Ma non può recriminare nulla ai suoi giocatori: ”Posso dire poco ai ragazzi, è la terza partita e stanno giocando bene o male gli stessi, per questo motivo non sono sereno. Diventa difficile fare Champions e campionato con una rosa ridotta ai minimi termini. Dobbiamo fare delle valutazioni insieme alla società e capire dove fare meglio. Sono preoccupato. Siamo solo alla terza partita e ne avremo altre quattro. Il rischio infortuni è alto e una società gloriosa come l’Inter non può permettersi solo di partecipare”. L’allenatore parla di una diversa pianificazione in vista della prossima stagione. Perché questa squadra non è attrezzata per lottare per lo scudetto: ”Quando sento certi discorsi – dice – mi vengono i peli dritti”. Non è, a suo dire, un dito puntato contro la società. Ma la gestione del mercato non lo sta convincendo ora che sono passati pochi mesi dall’inizio della stagione