Lettere da Piano di Sorrento – Vita da cani (3)
LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
VITA DA CANI (3)
La verità sull’argomento “cani” è che in Penisola Sorrentina non vi è mai stata, da parte della politica locale, la volontà di risolvere il problema “randagismo”.
È una telenovela che abbiamo scritto anche noi, durante l’Amministrazione Nastro al Comune di Piano di Sorrento nel periodo dal ’93 al ’97 e mi riferisco alle numerose riunioni, promosse presso la Casa Comunale di Piano, con l’intervento dei rappresentanti dei vari Comuni locali, delle Asl, del Presidente della Lega del cane, all’epoca Gloria Campese. Abbiamo speso fiumi di parole, sviscerando il problema, denunciando quanto avveniva ai danni dei nostri amici a 4 zampe, ma, alla fine, non si è raggiunto alcun obiettivo. Dopo l’infruttuoso evento del testamento Abbagnara, dopo altri tentativi finiti nella polvere del tempo, non è stato mai realizzato il canile; e nemmeno sono stati realizzati i “rifugi sanitari”, previsti dalla legge regionale e che dovrebbero esistere presso ogni Comune.
Nel periodo nel quale la Regione promosse una campagna di incentivazione al realizzo del rifugio sanitario, invitando i Comuni ad individuare un sito per tale realizzo e disponendo, altresì, nel caso positivo, anche un contributo, vi fu un progetto, corredato da un piano di fattività su di un terreno di proprietà del Comune di Piano, terreno completamente incolto ed abbandonato, progetto inviato alla Regione, approvato dalla stessa, ma, nella fase attuativa, non andò in porto e si perse anche il contributo regionale. Alla fine, i Comuni hanno ritenuto di risolvere il problema, previa “convenzione”, inviando i cani randagi e quelli senza un padrone nei canili fuori Sorrento e non mi soffermerò più sulle pagine impietose del libro “canile lager” perché questo non coincide certamente con lo spirito legislativo con il quale è stata varata la norma “delitti contro il sentimento degli animali”.Recentemente pare sia stata realizzata una struttura sulle colline di S.Agnello ma è veramente un canile? Ed infine è mia personale ed amara constatazione che, al di là della inefficienza istituzionale nel risolvere la problematica del randagismo, non esista una coscienza cinofila perché chi è proprietario di un cane ha occhi soltanto per lui e non si interessa del destino degli altri poveri indifesi esseri che hanno avuto la sfortuna di nascere come cani.
avv. Augusto Maresca