LETTERE DA PIANO DI SORRENTO
VITA DA CANI
Si suol dire così per sottolineare una vita disagiata, stressante, insomma ..da cani! E l’espressione si riferisce proprio a lui, l’amico a quattro zampe, amato ed odiato, maltrattato e coccolato, a seconda della buona o della cattiva stella che brilla anche nel firmamento canino.
Del cane ho già ampiamente parlato in precedenti mie lettere, richiamando tutte le notizie, gli aneddoti, le simpatie e gli affetti per questo simpatico amico. Scrittori, poeti, gente di spettacolo, artisti in generale, hanno conclamato la preziosità di questo essere, fedele ma breve compagno della nostra esistenza. Recentemente, ai meriti già riconosciuti: sacrifici ed abnegazione per il proprio padrone, salvataggio e ritrovamento di persone in eventi sismici od in occasione di catastrofi naturali, oggi, apprendiamo dai giornali e da altre fonti informative, che al cane vengono riconosciute anche delle doti terapeutiche, in quanto offrirebbe il suo contributo per la guarigione di ammalati e sofferenti, specie di bambini. Ci sono medici che ne consigliano la compagnia ai cardiopatici e alle persone anziane o in solitudine; una piccola polizza di speranza per assicurare la salute e la serenità.
Perché allora il nostro amico a quattro zampe continua a portarsi dietro questo retaggio di sofferenza e di disagio? Forse perché, escludendo quei cani che sono riusciti ad avere un padrone che li ama e li protegge, permane il fenomeno “randagismo”. Se, apparentemente, non si vedono più animali vaganti nelle nostre cittadine è perché i Comuni, traverso convenzioni con i privati, li hanno relegati nei canili che si dovrebbero chiamare in altro modo. Per non parlare di quelli che vengono avvelenati od uccisi, altri che, in retate notturne, vengono coinvolti in lotte clandestine…insomma ce n’è per tutti i gusti. E mentre la stampa riporta episodi commoventi e nobili gesta dei nostri amici, altrove si perpetrano vergognosi episodi di maltrattamenti e sterminio. Proprio in questi giorni ho letto che sono stati liberati, in Penisola Sorrentina, 22 cani, segregati in una casa che qualcuno ha definito “degli orrori”. Non si può immaginare in che stato fossero tenuti. C’è voluto però l’intervento, niente di meno, di un rappresentante del Partito Animalista Europeo. I cani sono stati liberati ed ora sono in custodia giudiziaria. La vicenda che ne occupa risalirebbe, addirittura, ad una decina di anni fa e, nonostante numerose denunce contro la responsabile di questa segregazione non si era finora riusciti a far luce e a salvare questi poveri animali. Ma è mai possibile una cosa del genere? Come ha fatto questa persona ad eludere la legge per tanto tempo? Chi l’ha aiutata ad eluderla? Questi sono i primi interrogativi che emergono e non possono che lasciare un segno di indignazione. E fa ancora più rabbia se, ancora oggi, di fronte al sopralluogo ed al ritrovamento di quelle povere bestiole c’è chi minimizza l’evento, parla di montatura, insomma insinua elementi di incredulità. Forse tra queste persone ci sono quelli che sono rimasti inefficienti, incapaci e tacitamente consenzienti. La nostra società indubbiamente decadente vive, ancora una volta la contraddittorietà ed il paradosso; mentre da una parte leggiamo di campagne di elogio e di merito per i nostri amici a quattro zampe, del loro inserimento in Ospedali per favorire la guarigione degli ammalati c’è chi finisce per maltrattare questi poveri esseri indifesi, capaci di accettare tutto dai propri padroni…anche la morte.
avv. Augusto Maresca