In manette dieci spacciatori di coca: tangente ai Casalesi per il monopolio
Pagavano dai 300 euro – a salire – a settimana, agli esponenti della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi per poter spacciare droga, in particolare cocaina, in regime di «monopolio» lungo il litorale domizio. Una tangente per la «tranquillità» e come autorizzazione. A svelare il retroscena, sono stati alcuni pentiti, che hanno fatto scattare le indagini risalenti a due anni fa, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia. Una inchiesta che ha portato all’esecuzione di undici misure cautelari, coinvolte cinque donne, eseguite dai carabinieri della compagnia di Santa Maria Capua Vetere e della caserma di Grazzanise. Il gip del tribunale di Napoli ha firmato l’ordinanza in carcere per otto persone tra cui due donne; per altre due persone sono scattati gli arresti domiciliari. Sono tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio con l’aggravante mafiosa. Per un undicesimo indagato è stato disposto il divieto di dimora in provincia di Caserta. Tra gli arrestati ci sono i coniugi Antonio Spinelli e Margherita Spada, rispettivamente di 58 e 54 anni; la figlia Esterina Spinelli, 32 anni ed il marito di quest’ultima Giorgio Piccirillo, di 36 anni. Gli investigatori hanno intercettato per oltre un anno gli indagati, usavano termini codificati per definire la droga: «macchine», «la bambina è ok», «bisacca» «caffè piccolo», «tre marinare», «motocicletta» e per intendere che i quantitativi di droga erano pronti per la cessione.
BIAGIO SALVATI IL MATTINO