I Parroci di Vico Equense: “Fermare il diffondersi di prassi e superstizioni legate alla cremazione”

26 ottobre 2019 | 12:36
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I Parroci di Vico Equense: “Fermare il diffondersi di prassi e superstizioni legate alla cremazione”
I Parroci di Vico Equense: “Fermare il diffondersi di prassi e superstizioni legate alla cremazione”
I Parroci di Vico Equense: “Fermare il diffondersi di prassi e superstizioni legate alla cremazione”

di Enrico Di Palma

Una lettera dei Parroci di Vico Equense, sulla scorta dell’Istruzione Ad resurgendum cum Christo, circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione, ad opera della Congregazione della Dottrina della Fede che è visibile (QUI). Siamo entrati appieno nella Novena per i nostri Fedeli Defunti e i nostri sacerdoti dell’Unità Pastorale 5-6 hanno voluto specificare cosa la nostra Chiesa insegna sulla pratica della cremazione e la conservazione delle ceneri in casa o sparse nell’ambiente. La Cremazione non è vietata, anzi, è possibile usufruire di questa possibilità purché vengano conservate in luoghi idonei: i Cimiteri. Questo perché serve non solo a non perdere la sacralità, ma a consentire che i familiari o le generazioni future non perdino il ricordo dei propri antenati o peggio ancora, perdere la pratica delle preghiere verso i nostri amati Defunti. Di seguito vi posto la lettera:

Arcidiocesi di Sorrento – Castellammare di Stabia

Unità Pastorale di Vico Equense

Carissimi Fratelli e Sorelle in Cristo morto e risorto,

noi sacerdoti chiamati a guidare i fratelli nella fede, avendo constatato che anche nelle nostre comunità si va diffondendo la scelta di non essere seppelliti ma cremati, avvertiamo la necessità, pur nel rispetto dei ruoli e della normativa regionale, di ricordare il pensiero del Magistero della chiesa circa la cremazione e la conservazione delle ceneri.

Fin dai primi secoli del cristianesimo, i fratelli nella fede davano sepoltura ai loro cari in luoghi sacri (catacombe), dove si riunivano per celebrare la cena pasquale, affinché i loro defunti fossero oggetto della preghiera e del ricordo della comunità. I loro sepolcri divenivano luoghi di preghiera, di memoria e riflessione. I fratelli defunti restano parte della Chiesa che crede nella comunione di coloro che sono pellegrini su questa terra, dei defunti che compiono la loro purificazione e dei beati del cielo; tutti insieme formano una sola Chiesa.

Il 5 luglio del 1963 con l’Istruzione Apostolica “Piam et constantem” è stato ribadito che sia fedelmente mantenuta la consuetudine di seppellire i cadaveri dei fedeli, aggiungendo che la cremazione non è di per sé contraria alla religione cristiana, a condizione che tale scelta non sia voluta come negazione esplicita alla fede cristiana nella risurrezione (AAS n.56, 822-823).

Negli ultimi anni la prassi della cremazione si è notevolmente diffusa, nel contempo si sono diffuse nuove idee circa la conservazione delle ceneri, idee non sempre rispondenti alla nostra fede e alla nostra tradizione; pertanto, in questi giorni in cui il nostro affetto e la nostra preghiera è rivolto particolarmente ai cari defunti, è opportuno richiamare all’attenzioni le ragioni dottrinali e pastorali per cui è da preferire la sepoltura dei corpi e dare delle indicazioni riguardo la conservazione delle ceneri in caso di cremazione.

● La conservazione delle ceneri nelle abitazioni domestiche non è consentita: alle ceneri vanno sempre assicurate il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione.

● Non è consentito la loro dispersione nell’aria, in terra o in altro luogo.

La conservazione delle ceneri in un luogo sacro (cimitero) contribuisce a ridurre il rischio di sottrarre ai defunti le preghiere e il ricordo dei parenti e della comunità di fede, in tal modo si evita la possibilità di dimenticanze e mancanza di rispetto, che possono avvenire soprattutto una volta passata la prima generazione, nonché la possibilità di generare pratiche inconvenienti o superstiziose; inoltre il mantenimento delle ceneri in casa non permette il naturale e salutare saluto alla persona defunta e il superamento del lutto.

Nella pasqua del Signore nostro Gesù Cristo la morte ha un significato positivo, con la morte l’anima lascia il suo corpo fino a che, nella resurrezione, Dio tornerà a dare vita al nostro corpo trasformato. Più che mai in questo tempo le nostre comunità, anche con piccole scelte concrete, sono chiamate ad annunciare la fede nella risurrezione, che diviene per noi rispetto del corpo, anche dopo la morte, in attesa che ritorni il nostro Signore; la risurrezione dei corpi è uno dei cardini della fede cristiana, e credendo in essa possiamo definirci tali.

Dio nostra speranza vi benedica!

Vico Equense, 24 Ottobre 2019

I sacerdoti dell’Unità pastorale di Vico Equense