Roma. Caos verso l’Ama, alto rischio dell’emergenza sanitaria dei rifiuti
A Roma si rischia l’emergenza sanitaria per i rifiuti”. E’ l’allarme lanciato oggi da Antonio Magi e Pierluigi Bartoletti, presidente e vice presidente dell’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) di Roma. “Occorre evitare che in breve tempo si creino nella Capitale d’Italia cumuli di immondizia in ogni strada, nei pressi di scuole, ospedali, luoghi pubblici e che un simile degrado diventi attrattivo per gli animali. Non c’è tempo da perdere”. Dimissioni pericolose “Il caos in cui versa l’Ama con le ennesime dimissioni dell’ennesimo Consiglio d’Amministrazione e la nomina di un nuovo responsabile preoccupa l’Ordine dei medici di Roma e provincia che continua a monitorare costantemente la situazione – ricordano Magi e Bartoletti -. La raccolta dei rifiuti nella Capitale d’Italia si regge, e male, su un fragilissimo equilibrio basato principalmente sulla buona volontà delle Regioni vicine ad accogliere, seppur a caro prezzo, i nostri residui. Non c’è spazio dunque per improvvisi blackout del ciclo di raccolta e smaltimento”. Come Ordine dei Medici “abbiamo e sentiamo il dovere di rivolgere un appello a tutti i soggetti che ne hanno la responsabilità affinché si siedano intorno ad un tavolo e trovino una soluzione in breve tempo L’Ordine è disponibile a fare la sua parte e incontrare i vertici dell’Ama”. Il garante dell’infanzia “Indipendentemente da una vera e propria emergenza sanitaria, vanno trovate subito soluzioni condivise per mettere al riparo le scuole e i ragazzi. Come extrema ratio, siamo pronti anche a chiedere la chiusura degli istituti”. Il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio, Jacopo Marzetti, interviene dopo il nuovo allarme lanciato dall’Ordine dei medici di Roma.”Avevo già scritto a giugno – ricorda Marzetti – alla sindaca Raggi, al presidente della Regione Zingaretti e alla presidente dell’Ama chiedendo di fare in modo che si iniziasse un percorso comune per evitare che un’eventuale emergenza rifiuti creasse dei problemi al di fuori delle scuole. Raggi e Zingaretti mi spiegarono che c’era un tavolo nazionale e che la situazione era sostanzialmente sotto controllo. A settembre, puntualmente, il tema si è riproposto e io ho scritto di nuovo a tutti e tre: stavolta solo la Raggi ha dato la disponibilità ad un incontro. Nessuna risposta da Zingaretti e nemmeno dalla presidente dell’Ama che pure, a leggere i giornali, si è lamentata del fatto che la sindaca non le rispondesse da tempo… Al di là delle competenze specifiche – conclude il Garante – chiedo alle istituzioni di farsi carico del problema. I rifiuti davanti alle scuole non devono esserci, tutte le amministrazioni devono prendersi le loro responsabilità. E’ in gioco la salute dei nostri figli”. Il piano di Marino Sulla maleodorante vicenda torna a intervenire, via facebook, l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino con un post nel quale dice: ”Esprimo il mio pensiero non per partecipare al dibattito politico, bensì per esprimere ancora una volta la frustrazione di vedere cancellato il piano e gli investimenti per una serie di impianti che stabilimmo nel 2014-2015 e che, se non fossero stati cancellati, oggi utilizzerebbero una parte significativa delle 500.000 tonnellate/anno di rifiuti umidi della Capitale per produrre gas. Quegli impianti, chiamati biodigestori, avrebbero trasformato i rifiuti in ricchezza. Tra l’altro, come già scrissi, non si tratta di un’idea originale ma di una tecnologia utilizzata in circa 80 paesi del mondo, dall’Asia, all’Europa, agli Stati Uniti. Ad esempio solo la California ha 30 impianti di questo tipo, lo Stato di New York 13, e gli Stati Uniti nel loro insieme trasformano in biogas oltre 10.000 tonnellate/anno di rifiuti umidi”. ”Inoltre – continua Marino – esistono alcuni inceneritori di proprietà di Acea Gruppo (quindi inceneritori esistenti, non nuovi inceneritori), l’azienda di cui Roma Capitale detiene la maggioranza delle azioni, che potrebbero essere sottoposti a un rapido ammodernamento e permetterebbero di smaltire gran parte dei rifiuti che vengono inviati ad altre Regioni. La Lega all’attacco “Raggi dimostra giorno dopo giorno che di rifiuti non capisce nulla. Inaccettabile per il sindaco di una metropoli europea. Sarebbe più dignitoso ammettere l’evidenza e prenderne atto, senza aspettare il voto sulla sacrosanta mozione di sfiducia nei suoi confronti. Nel frattempo, Roma e i romani stanno affondando nel degrado e nei rifiuti. Una vergogna capitale. Il mondo intero ci ride dietro. Perché la raccolta porta a porta della differenziata a Milano si fa e a Roma no? Recuperare e riciclare i rifiuti si può. La tecnologia lo consente. Solo ciò che non è possibile riciclare va poi spedito nei termovalorizzatori per produrre energia pulita e calore. Finché Raggi penserà a come mantenere la poltrona in Campidoglio, invece di iniziare una buona volta ad applicare i fondamentali dell’economia circolare, la situazione non cambierà mai”. Cosi’ i deputati della Lega in commissione Ambiente della Camera, Elena Lucchini (capogruppo), Alessandro Manuel Benvenuto (presidente), Mirco Badole, Luigi D’Eramo, Claudia Gobbato, Ugo Parolo, Elena Raffaelli, Vania Valbusa e Sergio Vallotto. Intanto è caos Il sindaco Virginia Raggi nel mirino degli ex componenti dei Cda di Ama che nel corso degli ultimi anni hanno rassegnato le dimissioni. Quello di ieri infatti è il secondo addio in pochi mesi dei vertici dell’azienda dei rifiuti di Roma, il quinto nei tre anni di governo del primo cittadino grillino. Asseriscono che il bilancio 2017, nonostante sia stato bocciato dalla Giunta, sia regolare. Raccontano di incontri richiesti e sempre disattesi, di “mancanza di una fattiva e concreta collaborazione” denunciano che “Qualcuno punta a disastro finanziario.