Il Ceo giallorosso Guido Fienga e l’allenatore Paulo Fonseca LAPRESSE
Ruolo centrale per Zubiria, più poteri per Calvo, cresce Rogers E Baldissoni è ormai ai margini
La rivoluzione era già effettiva ma ora ha i crissmi dell’ufficialità. Mauro Baldissoni è fuori dalla Roma, almeno in termini operativi, pur conservando la qualifica formale di vicepresidente e la responsabilità del progetto stadio. Guido Fienga, il Ceo scelto da Pallotta a marzo, ha comunicato ai dipendenti tutte le novità gestionali e ne renderà conto anche ai piccoli azionisti, nell’assemblea che si terrà domani pomeriggio a Trigoria per ratificare l’aumento di capitale da 150 milioni.
cinquina. Fienga, come leggete nel grafico, ha diviso in cinque parti l’amministrazione della società, affidandola ad altrettanti dirigenti: Gianluca Petrachi è il direttore sportivo, Manolo Zubiria è il responsabile dell’area sportiva in senso logistico-organizzativo, Francesco Calvo è il direttore commerciale e marketing con un ruolo politico, Paul Rogers l’uomo che gestisce le strategie di comunicazione soprattutto nell’ottica del rafforzamento del brand, Giorgio Francia è il responsabile finanziario. Ciascuno dei cinque dirigenti, facendo capo a Fienga, avrà un nutrito staff a disposizione.
DIARCHIA. Dall’enorme cambiamento escono rafforzate le posizioni di Zubiria e Calvo. Zubiria, appena rientrato nel club che aveva lasciato due anni fa da team manager, ha acquisito una posizione vicina a quella del direttore generale, carica vacante dopo la “promozione” di Baldissoni. Il suo profilo internazionale, con la conoscenza perfetta di quattro lingue, servirà alla Roma anche nelle relazioni in seno all’Uefa e all’Eca. Quanto a Calvo, scelto proprio da Fienga nell’estate del 2018 quando Pallotta cercava un valido professionista nel marketing, ormai siede a tutte le riunioni strategiche con il presidente. Anche lui avrà compiti istituzionali, che si estendono naturalmente alle adunate in Lega a Milano. Sale nella considerazione generale anche Rogers, che ha cominciato alla Roma come ispiratore delle novità digitali. Il suo lavoro, specie sui profili social, è stato particolarmente proficuo, attirando un ampio pubblico internazionale: il cosiddetto engagement, cioè la fidelizzazione degli utenti attorno al marchio Roma, ha raggiunto livelli molto gratificanti.
assestamento. Si tratta di una svolta aziendale vera e propria, perché ridefinisce nel dettaglio funzioni e ruoli. Fienga da questo punto di vista ha avuto carta bianca da Pallotta, smantellando pezzo dopo pezzo l’organizzazione precedente, financo nello staff dei fisioterapisti ora guidato da Maurizio Fanchini, con la collaborazione esterna di Ed Lippie, l’uomo di fiducia del presidente. Baldissoni non ha perso la poltrona di vicepresidente, ha anzi rinnovato il contratto per gestire il dossier Tor di Valle, ma potrebbe presto chiamarsi fuori dal Consiglio di amministrazione, non avendo più un compito specifico all’interno della società.
OMBRA. E Baldini? Naturalmente continua a muoversi come discreto consigliori di Pallotta. Negli ultimi giorni, ad esempio, è stato interpellato a proposito di Jack Rodwell, centrocampista inglese che la Roma sta pensando di tesserare. Ma il suo ruolo appare meno invasivo di prima. E’ stato lo stesso Baldini a chiedere di non occuparsi delle vicende della società, se non in casi sporadici e straordinari. Baldini approva le scelte dei manager italiani e riferisce al presidente ma difficilmente ispira una mossa di Fienga o Petrachi. È più un notaio che un architetto, per la nuova Roma. Decide senza incidere.
Stavolta Fonseca va in cerca di coincidenze: la sua speranza è che il ritorno in panchina in campionato – davanti a 45.000 spettatori – vada di pari passo con il ritorno alla vittoria che manca ormai da cinque partite, coppa inclusa. È vero che la Roma, divorata dal vortice degli infortuni, in questo lasso di tempo non ha neppure mai perso, ma quattro pareggi consecutivi hanno complicato il cammino: dal 2011/12, la prima stagione dell’era americana, la Roma non partiva così piano in campionato, soli 13 punti in 8 giornate. Il girone di Europa League, falsato dal rigore inventato dall’arbitro Collum, è diventato difficile da domare. E all’Olimpico, dove stasera si esibisce il nuovo Milan di Pioli, Fonseca ha battuto soltanto il Sassuolo e il Basaksehir, aspettando quindi da 37 giorni di calare il tris. In questo caso poi, oltre all’avversario che si vuole rilanciare dopo il cambio di allenatore, pesano le condizioni fisiche generali della squadra, provata dalla battaglia nel fango contro il Borussia finita con la beffa di Collum.
MOVIMENTI. Per sua sfortuna, anche essendo l’assertore più convinto del turnover, Fonseca può inventare ben poco visto che gli indisponibili sono sempre otto: «C’è chi ha giocato più del solito, tipo Pastore, ma in questo momento non sono nelle condizioni di ruotare i giocatori. Le soluzioni sono poche. E’ possibile quindi che Mancini resterà a centrocampo, dove ha fatto molto bene in Europa League. Non vedo la necessità di modificare l’assetto. Tra l’altro giocando in questa maniera Veretout è più pericoloso in fase offensiva». Preannuncia il debutto da titolare di Perotti («Non so se potrà reggere tutti i 90 minuti ma è pronto) e teme le difficoltà dello sforzo: «Contro il Borussia, dati alla mano, abbiamo corso più che mai, per giunta su un campo pesante. Il Milan ha invece il vantaggio di giocare dopo una settimana libera da impegni». Non è proprio un dettaglio, in effetti.
difesa. La Roma poi come spesso capita fa discutere anche indirettamente. In un momento complicato Fonseca scende in campo a difesa di Zaniolo, a caccia del primo gol in campionato: «Non ho sentito cosa ha detto Capello (sembra una bugia strategica, ndr) ma so che dal primo giorno in cui ho conosciuto Nicolò, ho scoperto un esempio di professionalità, dedizione e volontà. Deve continuare a crescere ma tutti noi della Roma crediamo immensamente nelle sue capacità. Zaniolo ha un talento straordinario».
TESTA. Nelle ultime ore, più che sui test tattici, si è soffermato su aspetti psicologici: «La serata di coppa non è stata felice a causa di quella decisione arbitrale infausta. Ma ormai non possiamo cambiare il passato, dobbiamo concentrarci sulle prossime partite per rendere migliore il futuro. Questo è l’approccio giusto».
SORPRESA. Preferisce non commentare i primi allenamenti diegli svincolati Rodwell e Buchel, che la Roma sta valutando in prospettiva di un eventuale tesseramento («Ne parliamo se e quando saranno ufficialmente nostri») mentre applaude Daniel Fuzato, il terzo portiere che è stato convocato dalla nazionale brasiliana: «Sono sincero, è stata una sorpresa per me. Ma è un motivo d’orgoglio e soddisfazione per il nostro staff».
fonte:corrieedellosport