Salerno, partorisce in casa e nasconde il neonato in una valigia
Il piccolo, stando ai primi accertamenti del medico legale, era nato vivo, ed è morto solo dopo i suoi primi vagiti. Forse a causa dello sfondamento del cranio: è questo il sospetto degli inquirenti che nella tarda serata di ieri, nell’ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania, hanno fermato per omicidio volontario Olga Iacob, la madre del piccolo. Gli inquirenti prima di emettere il provvedimento hanno atteso l’esito dell’esame autoptico effettuato sul corpo del neonato dal medico legale Adamo Maiese, affiancato da un consulente e da un ginecologo, tutti nominati dalla Procura. Da una prima ricostruzione il decesso sarebbe stato causato “dallo schiacciamento del cranio con conseguenti lesioni alla spina dorsale”. La donna, che ha 30 anni e fa la badante, è ricoverata nel reparto di ginecologia nell’ospedale vallese per una violenta emorragia post partum ed è piantonata dai carabinieri e controllata a vista dal personale medico.
L’allarme al 118. È stata lei, martedì notte, dopo essersi tagliata il cordone ombelicale con una lametta, ad allertare i sanitari del 118 che, ignari di quanto accaduto, l’hanno trasportata in ospedale. I medici del pronto soccorso hanno però immediatamente capito che il problema era determinato da un parto, avvenuto poco tempo prima, e hanno avvisato i carabinieri che si sono recati presso l’abitazione della donna. E, durante il sopralluogo, hanno rinvenuto il neonato chiuso all’interno di una valigia nella camera da letto. Agli occhi dei soccorritori una scena raccapricciante. Il corpicino era stato avvolto in delle asciugamani e riposto all’interno di una busta di plastica. Il tutto era stato poi nascosto in una valigia in un vecchio armadio. Sul pavimento, invece, una pozza di sangue. Sul posto è subito arrivato il medico legale Adamo Maiese e il sostituto procuratore Paolo Itri che ha disposto il sequestro della stanza.
La gravidanza nascosta. La donna, sposata e con due figli in Moldavia, dallo scorso aprile lavorava come badante per un anziano, con cui viveva in un appartamento nel centro storico di Angellara, piccola frazione di Vallo della Lucania. Nessuno, secondo quanto emerso dai primi rilievi, era a conoscenza della sua gravidanza e forse è stato proprio il desiderio di tenerla nascosta a provocare la tragedia. La donna, anche grazie alla sua robusta corporatura, sarebbe riuscita a tenere celate le sue condizioni. Anche ai medici dell’ospedale che l’hanno visitata ha provato a negare di aver partorito.
Il procuratore Ricci: «Una vicenda triste». Le indagini sono coordinate dal procuratore capo Antonio Ricci e dal sostituto Paolo Itri che sulla vicenda, al momento, mantengono il massimo riserbo. «Si tratta di una storia tristissima – taglia corto il procuratore Ricci – le indagini sotto attualmente in corso». Adesso gli inquirenti vogliono avere risposte anche sul perché la donna non abbia chiesto aiuto a nessuno e soprattutto il motivo per cui non ha voluto far nascere il bambino. «La signora è distrutta dal dolore – racconta invece l’avvocato Antonio La Greca, difensore d’ufficio dell’indagata – ed è attualmente piantonata dai carabinieri perché in questo momento è molto fragile, abbiamo paura che possa fare un gesto insensato».
Storie di infanticidi. Una storia simile si verificò nel 2017 a Ferrara dove una donna di 40 anni partorì in casa e nascose il corpicino del neonato all’interno del freezer . La donna si presentò in ospedale con una emorragia grave, riferendo di essere caduta 4 giorni prima. I medici, anche il quel caso, si accorsero che poteva aver avuto un aborto o un parto prematuro. Per due giorni gli agenti cercarono il corpo del neonato nella casa dove la donna abitava con il marito e altri sei figli. Poi il ritrovamento nel freezer a pozzetto, fra gli alimenti. Il 2 settembre scorso, invece, a Cervinara, in provincia di Benevento, una ragazza nascose la gravidanza ai familiari e diede alla luce il bimbo nel bagno di casa. Poi lo avvolse in un asciugamano e lo lasciò sul davanzale del balcone, sotto una pioggia incessante. In preda a uno stato confusionale tornò nella toilette e svenne per una forte emorragia. Entrambi, madre e bimbo, furono ricoverati in gravi condizioni all’ospedale Rummo di Benevento. Insomma il caso di Angellara, purtroppo, è solo l’ultimo di una lunga serie.
Vincenzo Rubano
fonte: “La Città di Salerno”