Sequestro depuratori Costiera amalfitana: questa mattina citati i testi in Tribunale per il processo Agrusta Mariano dell’AUSINO con 18 fra tecnici ed amministratori ESCLUSIVA
Era previsto per questa mattina, giovedì 10 ottobre, ore 9, al Tribunale di Salerno, la citazione dei testi in Tribunale per il processo Agrusta Mariano dell’AUSINO con 18 fra tecnici ed amministratori
La procura di Salerno sequestrò vari impianti in Costiera amalfitana a vario titolo ( Praiano, Amalfi, Maiori etc ) e figurarono ben diciotto indagati tra coloro deputati al loro corretto funzionamento. Nel mirino degli inquirenti finì il corretto funzionamento dei depuratori con gli scarichi versati direttamente in mare con conseguente rischio per la salute dei bagnanti, e non solo.
Al centro dell’inchiesta, quindi, il cattivo funzionamento di due depuratori , ma Amalfi ha risolto il problema con l’amministrazione Milano con lavori al depuratore. Tra gli indagati figurava anche il legale rappresentante, personale tecnico e amministratori delle società di gestione dei due depuratori della Ausino spa di Cava de Tirreni
Legambiente, all’epoca si espresse duramente: “Inqualificabile e grave quello scoperto dalla Procura di Salerno a cui va il nostro plauso. Scaricare liquami nel mare della “divina” costiera è una vera offesa alla bellezza di quei luoghi che rappresentano il valore aggiunto per l’economia turistica della Regione. In Campania ancora una volta emerge l’esigenza di assicurare un’azione istituzionale coordinata e coerente per tutelare il mare e le aree costiere, nonché le importantissime risorse ambientali, turistiche, sociali ed economiche ad esse connesse. Davanti a questo scempio la Giunta Regionale deve affrontare seriamente e con urgenza il tema della riorganizzazione dei servizi idrici e dare dei segnali forti affinché ci sia un definitivo cambio di rotta. Sul fronte della depurazione nei confronti dell’Italia grava una procedura e la Campania, purtroppo, spetta un posto di primo ordine in termini di numero di agglomerati depurativi posti sotto la lente. Dagli ultimi aggiornamenti risultano infatti 108 su 151 gli agglomerati della Campania cui viene contestata la non conformità ai dettami della direttiva comunitaria sulla depurazione”.