Siria: l’appello delle forze curde agli Usa, aiutateci Città-chiave dell’offensiva di terra turca contro le milizie curde
L’Italia chiede all’Unione europea di bloccare la vendita di armi alla Turchia dopo l’offensiva militare contro i curdi nel nord-est della Siria che in pochi giorni ha già causato la morte di decine di civili. Dopo che Olanda, Norvegia, Finlandia e da ultimo la Germania e la Francia hanno annunciato il bando delle forniture militari verso Ankara, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio da Napoli, dove si trovava per festeggiare i dieci anni del Movimento 5 Stelle, ha spiegato quale sarà la linea che porterà lunedì al suo primo Consiglio degli Affari Esteri a Lussemburgo. E sempre da Napoli Conte ha fatto sapere ad Erdogan: non accettiamo ricatti su migranti.
L’APPELLO DEI CURDI – Le forze curde in Siria chiedono agli Stati Uniti di “assumersi le proprie responsabilità morali” e di “rispettare le promesse” dopo aver accusato Washington di averle abbandonate davanti all’offensiva delle truppe turche. “I nostri alleati ci avevano garantito la loro protezione”, invece “ci hanno abbandonati con la loro ingiusta decisione di ritirare le loro truppe alla frontiera turca”, hanno deplorato le Forze democratiche siriane in un comunicato letto davanti ai giornalisti.
L’ATTACCO E I CIVILI UCCISI – Le forze turche affermano di aver conquistato la città di Ras al-Ain, nel nord-est della Siria. Ma le milizie curde hanno subito smentito: “Ras Al-Ain sta ancora resistendo”. Fonti locali riferiscono che nel nordest è stata presa di mira una prigione dove sono detenuti centinaia di miliziani dell’Isis: un’autobomba è esplosa vicino al carcere centrale di Hasake, capoluogo della regione nord-orientale siriana.
Sono almeno 60 i civili uccisi, tra cui 7 donne e sei minori, nelle ultime 72 ore, secondo la Mezzaluna Rossa curdo-siriana.
RIUNIONE AL CAIRO – Il governo egiziano ha ricevuto al Cairo una delegazione dei curdi siriani, prima di una riunione d’urgenza dei ministri degli Esteri della Lega Araba per discutere dell’invasione turca nel nord-est della Siria. L’azione militare e la violenza nel nord della Siria hanno sollevato preoccupazioni per una possibile ripresa dell’attività dell’Isis.
L’IRAN SI DICE PRONTO A MEDIARE – Teheran si offre per una mediazione tra Siria e Turchia. Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif ha fatto riferimento a un accordo del 1998 in base al quale Damasco non avrebbe dovuto più ospitare i militanti curdi del Pkk (Partito dei lavoratori del Kurdistan) in lotta contro la Turchia. E’ intervenuto anche il presidente russo Vladimir Putin affermando che tutte le truppe straniere presenti “illegalmente” in Siria devono andare via.
ansa